Cinema: Il giorno degli zombi

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Il giorno degli zombi

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
 Il giorno degli zombi
 

Titolo Originale: DAY OF THE DEAD (Il giorno della morte)

Regia: George A. Romero

Interpreti: Lori Cardille, Terry Alexander, Joe Pilato, Richard Liberty, Howard Sherman 

Durata: h 1.30

Nazionalità:  USA 1986

Genere: horror

Al cinema nel Settembre 1986

Recensione di Biagio Giordano

 USA, metà degli anni ’80, un imprevedibile e spaventoso fenomeno bio-molecolare affligge da tempo il mondo civile e prende sempre più campo: i morti resuscitano e aggrediscono l’uomo nella sua normale vita civile.


Da tempo i morti viventi si sono moltiplicati a dismisura, forse posseggono un potere inaspettato: il controllo territoriale di quasi tutto il pianeta. Il film si occupa della resistenza di un piccolo gruppo di sopravvissuti civili, per lo più militari e scienziati, che si è asserragliato in una base sotterranea lontano dalle ormai invivibili metropoli statunitensi; la base è provvista di elicottero e protetta all’esterno dagli zombi da robuste reti metalliche con cancelli chiusi a lucchetto, nel sotterraneo si accede attraverso un grosso ascensore-piattaforma.

Tra gli studiosi ci sono la bella Sarah ed il professor Logan (Frankenstein), che studiano il fenomeno zombi soffermandosi particolarmente sul loro strano cervello.


Numerose saranno le scoperte degne di interesse. Ad esempio si viene a sapere che nonostante i morti viventi abbiano un cervello in gran parte danneggiato, in esso risulta ancora attiva e sana una  sezione, situata precisamente al centro dell’organo,  che si presenta, come in tutti gli esseri umani in vita, sotto una forma simile al gel,  essa ha caratteristiche funzionali tali da rendere il metabolismo degli zombi  simile a quello dei rettili.

Si scopre poi che tutti gli organi interni del corpo degli zombi sono inattivi, non hanno le normali funzioni dei sopravvissuti, e sia le ossa che la molle muscolatura sono solo precari sostegni al corpo eretto: che si muove con grosse difficoltà.

Ma, sorprendentemente, si viene a sapere anche che, attraverso gli esperimenti da laboratorio fatti sul morto vivente Bud, gli zombi hanno un certo margine di crescita civile.


Quegli esseri infatti, possono essere educati al ricordo di sé, come nel caso dello zombi Bud: che quando gli si porge un libro lo sfoglia e rimane visibilmente impressionato. Egli nel leggere è colpito da alcune parole chiave che, per associazione, gli evocano tratti dell’esistenza passata.

Continuando a lavorare per una maggior conoscenza delle potenzialità di quei corpi inediti, e grazie alla sicurezza data dagli esperimenti rigorosamente di tipo scientifico, si fa una scoperta eccezionale: gli zombi in futuro possono convivere con l’uomo normale. Essi infatti possono essere educati a capire i libri, ad ubbidire, a salutare, a usare le mani, e ciò porta a far sperare che possano nascere in loro anche forme di affetti e sentimenti.


Ma in quel bunker i rapporti nel gruppo dei sopravvissuti sono molto difficili: i conflitti tra soldati e studiosi sfociano in contrapposizioni violente. Il tenente Rhodes pensa che quegli esperimenti di tipo umanistico fatti dal dottor Frankenstein siano un perditempo, un freno nell’organizzare la necessaria lotta contro gli zombi che non può che essere armata, una perdita di tempo che può inoltre mettere in pericolo la sicurezza stessa della base, avvantaggiando l’estensione territoriale definitiva degli zombi.

Quando il rozzo e violento tenente Rhodes scopre che agli zombi in laboratorio, (che non si nutrono per mantenere la regolare funzionalità del metabolismo ma solo per attenuare il loro istinto della fame), vengono dati in pasto da Frankenstein resti umani di cadaveri di loro ex colleghi, uccide lo scienziato, e cerca di eliminare, consegnandoli agli zombi, anche il resto degli studiosi.


Riusciranno gli studiosi a fuggire con l’elicottero dalla base, per rifugiarsi poi in una delle note oasi di pace e bellezza paesaggistica ancora presenti nel nostro pianeta? E riusciranno a portarsi dietro le preziose conoscenze acquisite dallo scienziato Frankenstein, che rappresentano una vera e propria speranza per una umanità futura potenzialmente riconciliabile con gli zombi civilizzati?

Oppure quella vicenda è solo un sogno di Sarah che vive, in realtà, rassegnata vicino a un bel lago lontano da quel mondo ormai in mano agli zombi?

 Biagio Giordano  

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