Cinema: Il delitto perfetto

Il delitto perfetto  di Alfred Hitchcock, con Ray Milland, Grace Kelly, USA, anno 1954, genere Thriller, durata 105 minuti

Attenzione, commento del film con spoiler

Un ex campione di tennis (un geniale Ray Milland) che vive a carico della moglie, scopre, sulla scia di un dispiacere  causato da una sempre più forte indifferenza  della donna nei suoi confronti, che la sua ricca e bella consorte (Grace kelly) ha un amante, ottimo scrittore di gialli.
L’uomo utilizza il forte odio che si è impossessato di lui nei riguardi della donna per raggiungere finalità estremamente vantaggiose, che gli potrebbero cambiare la vita.
Architetta quindi un omicidio della moglie pagando una terza persona uscita di galera e che risulta essere, come da una foto appesa nell’ingresso, un suo vecchio compagno di scuola.
Con ciò, incurante di ogni morale dell’epoca ma più che mai deciso a farla franca per evitare la pena di morte, conta di ottenere due cose importanti, da una parte l’incasso dell’assicurazione sulla vita della moglie, dall’altra la soddisfazione effimera che dà la vendetta sanguinosa per un tradimento patito.
La posta in gioco è molto alta e i rischi connessi sono ad essa proporzionati.
Occorre perciò un delitto perfetto: un fitto, lungo, e complicato piano, la cui messa in pratica non ammette il minimo errore.
Un piano che non può però prevedere le piccole e fatali distrazioni a cui può portare l’emozione non calcolabile, sorprendente, quella di origine umanistica, lontana dalla tecnica…(l’assassino, dietro le tende e pronto a strangolare la donna con una sciarpa, non vedrà un paio di grosse forbici presenti sulla scrivania dove è appoggiato il telefono che sta per squillare per portare la donna sul punto del delitto da compiere…).
Un film che nonostante la lunghezza dei dialoghi e un’unica fissa location (quella dell’appartamento), coinvolge e sequestra l’attenzione dello spettatore portandola tutta sullo schermo.
La chiave del successo del film sta nel carisma e nella bellezza degli attori, nei contrasti ambigui tra i personaggi, nella costruzione di un fascinoso ambiente borghese, praticamente perfetto: comprese le psicologie e i costumi dell’epoca che racchiude e i conflitti di classe che mette in scena (l’omicida povero).
Uno dei tre film di Hitchcock con Grace Kelly che è bella e ambigua, sottile e molto femminile.
Hitchcock al massimo della forma coadiuvato da uno staff tutto di alto livello.

 Biagio Giordano

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