Cinema: Il Danno

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Il Danno

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Il Danno

Il danno

Damage

GB-Fr. 1992

GENERE: Dramm. DURATA: 111′ 

REGIA: Louis Malle

ATTORI: Jeremy Irons, Juliette Binoche, Rupert Graves, Miranda Richardson, Ian Bannen, Leslie Caron

Ispirato al romanzo di Josephine Hart, sceneggiato da David Hare è un (ormai rari) film che nel 1992 riesce a mantenere ancora un rapporto con lo stile classico, quello più intelligente e colto.

Nulla viene concesso al pubblico se non una sorta di teorema psicanalitico, che decifra un inconscio invadente l’Io, destato dal desiderio improvviso di vivere una passione. Sarà quello del racconto un erotismo devastante, non solo per la famiglia, lungo un gioco preso in un triangolo incestuoso inestricabile. Una passione pur capace in breve tempo di procurare sentimenti seri e profondi in grado di dare alla propria vita una nuova direzione. 

Il film. Politico inglese (Jeremy Irons), uomo di bella presenza, carismatico, ma psicologicamente troppo compresso dal lavoro, leader di un partito non ben definibile, è attratto, corrisposto, dalla ragazza di suo figlio (una Juliette Binoche molto brava che dà al suo personaggio più della credibilità necessaria). I due decidono di vedersi a parte per poi cedere ai loro pericolosi desideri. 

La storia, per pura caso (uno scaldabagno guasto da riparare nella stanza della donna e la chiave di ingresso lasciata inavvertitamente fuori nella toppa) sarà scoperta dal figlio in procinto di sposarsi con lei. Il ragazzo, rimasto sconvolto da ciò che ha visto, fa una serie di passi all’indietro finendo per scontrarsi con il parapetto e precipitare giù dal piano scale. La caduta sarà mortale. 

La storia finisce quindi tragicamente, e procurerà infiniti dolori anche a tutti coloro che erano in qualche modo in stretta relazione con i due amanti. 

Un film che fa interrogare il pubblico sul senso più profondo del desiderio erotico extrafamigliare, in particolare quello corrisposto che in poco tempo può diventare irrefrenabile bloccando ogni via di ritorno alla situazione precedente. 

Un desiderio la cui potenza trova alimento proprio all’interno della famiglia, soggetta a regole civili che obbligano, per essere rispettate, a un comportamento quasi costantemente razionale, tale a volte da suscitare per reazione pulsioni oscure provenienti dall’inconscio primario: la cui meta spesso è la trasgressione a ciò che ci è rimasto della legge edipica, qualcosa che ruota in qualche modo intorno alle scolpite norme sulla fedeltà coniugale, per cogliere evadendo da esse soddisfazioni simboliche parricide-figlicide-madricide di cui non avvertiamo più le figurazioni dirette…

   Biagio Giordano  

 

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