Cinema: Good kill (Uccisione riuscita)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Good kill (Uccisione riuscita)

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Good kill (Uccisione riuscita)

 

 

Good kill (Uccisione riuscita), di Andrew Niccol, con Ethan Hawke, January Jones, produzione Usa, anno 2014, durata 104 minuti, genere thriller.

 Dopo l’atto terroristico alle Torri gemelle del 11 settembre 2001, la reazione degli USA, in particolare in Afghanistan e in Iraq, non si è fatta attendere, ed è caratterizzata da decenni da azioni mirate  a distruggere obiettivi militari dei terroristi, dei loro accampamenti, delle case dove abitano, nonché dei nuclei di terroristi armati sorpresi a spasso qua e là nelle strade, e dei civili dediti a funzioni di fiancheggiamento al terrore, il tutto grazie agli occhi attenti dei satelliti usati dalla CIA, e del lavoro di individuazione ottenuto dallo spionaggio più tradizionale. 

Recentemente, secondo il film, si prosegue in questa lotta al terrorismo con l’uso dei Droni, dotati di piccoli missili, che vengono guidati da postazioni fisse situate negli Stati Uniti, sui bersagli attraverso una complicata strumentazione elettronica che evoca nell’immaginario le Play station.

 Il film. Il maggiore americano Tommy Egan, pilota dotato, dopo aver guidato per anni aerei da combattimento statunitensi, è diventato un conducente di Droni, con sede a Los Angeles, in una zona segreta adibita a operazioni militari. Tommy elimina con i missili, su indicazione della CIA o del comando militare, terroristi singoli o in gruppo, spesso afgani ma anche alcuni residenti nello Yemen. Lo fa ricevendo ordini capillari, cinici, che non tengono conto della vita di donne e bambini quando si trovano casualmente nelle vicinanze degli obiettivi da colpire. Il comando di morte dei missili dei Droni avviene in un’atmosfera giocosa come se si guidasse una playstation. 

A Tommy Egan quel lavoro non piace, preferiva le azioni militari condotte con gli aerei di cui era pilota protagonista, esse gli consentivano nello scontro con il nemico di dimostrare tutto il suo valore, pur facendoli provare le missioni, paure, ansie, disprezzo esagerato per il nemico, aspetti sempre ben attutititi dal sentimento di appartenenza patriottica a una grande nazione democratica e civile.

Tommy Egan entra quindi progressivamente in crisi, finendo per bere eccessivamente ed essere a un certo punto addirittura abbandonato dalla moglie, in quanto quest’ultima mal sopportava un uomo così depresso e prossimo a uno scontro devastante per la sua carriera ordito dai suoi superiori.

 Tommy, in procinto di subire pesanti provvedimenti disciplinari per essersi distratto al momento di distrugger un importante obiettivo dei terroristi, trova il coraggio, sfuggendo agli sguardi di tutti, di compiere indignato una vendetta etica che non verrà registrata dagli strumenti di memoria digitale della base militare.

 Uccide uno stupratore afgano che violentava periodicamente una donna residente nella sua zona, una nefandezza che avveniva dando alla donna anche dei calci e dei pugni. La scena era visibile nel monitor di Tommy attraverso la ripresa di una telecamera posta sul Drone comandato dalla base. Tommy lancia dal Drone un missile addosso al terrorista, lo fa  prima che l’uomo avesse il tempo di prendere con la forza la donna nella sua abitazione.

Finale aperto, in quanto il futuro del protagonista Tommy si apre poi a diverse possibilità, tutte comunque segnate dalla sua profonda delusione per il nuovo modo di combattere il terrorismo inaugurato dal suo mitico paese. Un modo oltre ogni limite umano, brutale, perché, pur lontano dagli Usa, riusciva a coinvolgere nella guerra la vita di donne, bambine, e civili innocenti: un vero e proprio crimine di guerra con insufficiente risonanza mediatica di denuncia.

Film originale, vigorosamente drammatico grazie alla creazione di un senso di vero efficace, presente per tutta la durata del film. Good kill non è un film antimilitarista, non è messaggero visivo di ideologie sulla pace accostabili all’utopia, questo film è un’opera di denuncia piccola ma che evidenzia con energia l’importanza che hanno quelle regole di guerra elaborate dai paesi più civili la dove escludono, in ogni circostanza, lo sterminio occhio per occhio, cioè l’eliminazione di innocenti per compensare altri innocenti uccisi dal nemico. 

     Biagio Giordano  

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