Cinema: Frantic

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Frantic

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  Frantic, di Roman Polanski, con Harrison Ford, E. Seigner, produzione Usa-Francia, uscita 1988, durata 119 minuti.

 Richard Walker, medico benestante americano (Harrison Ford), arriva a Parigi da San Francisco con la consorte che ama. E’ chiamato nella metropoli dalla comunità scientifica, per una relazione che dovrà  tenere  al congresso di medicina. Il loro è un gradito ritorno nella capitale. dopo 20 anni. Lo spirito è allegro, assai festoso, a volte scherzoso. 

Ma la foratura di una ruota del Taxi che li porta dall’aeroporto in Albergo è l’inizio di una catena di disagi dal sapore molto amaro. Il taxi ha la ruota di scorta sgonfia, occorre chiamare un altro mezzo per il trasbordo dei due passeggeri, cosa che  costringe i coniugi, già stanchi per il lungo viaggio, a una fatica  supplementare. Questo episodio, situato all’inizio del film, equivale a un segreto messaggio telefonico del regista allo spettatore: l’annuncio che stanno per arrivare grossi guai per i due protagonisti. 

Finalmente giunti a destinazione, i coniugi alloggiano nella suite di un lussuoso Albergo. Nel disfare le valige il dottor Walker  scopre, dopo ripetute prove con le chiavi, che una loro valigia non si apre, si verrà poi a sapere, tramite una telefonata, che  è stata scambiata all’aeroporto con l’altra loro valigia, del tutto simile. L’addetta al deposito bagagli  dell’aeroporto li informa che passerà in Albergo  un proprio dipendente a ritirarla.

Ma i guai non finiscono lì. Dopo aver fatto la doccia, Walker scopre che la moglie Sondra  (Betty Buckley) nell’appartamento non c’è più. Walker non appare preoccupato, la moglie può essere uscita a fare qualche compera. 

Walker, sfinito dal viaggio, dorme per qualche ora, al risveglio si accorge che la moglie è sempre assente, al che è preso da moti di angoscia: intuisce che sua moglie è in pericolo. 

Walker inizia disperatamente ad indagare, lo fa in una Parigi scontrosa o  indifferente, chiusa agli stranieri quando essi danno problemi che le istituzioni  devono risolvere. Walker  dimostrerà, nelle varie situazioni cui andrà incontro, sangue freddo, acume per il significato dei dettagli e via via una insospettata dote nel trattare affari spionistici. 

Thriller hitchcockiano con un finale altamente drammatico che scontenta quella parte del pubblico che più ha simpatizzato con il personaggio di Mischelle, incarnato da E. Seigner vera saliera del film: corriere di droga, ammiccante, trasgressiva e bella, che finisce uccisa per troppo volere (codice etico Hays?). 

Diversi omaggi a famosi film come:  La donna che visse due volte(suspense con il gioco delle identità ambigue)  e Intrigo internazionale, di quest’ultimo l’omaggio riguarda in particolare la scena finale interpretata da Cary Grant e Eve Marie Saint in bilico sul famoso monte Rushmore tra i giganteschi volti scolpiti sulle rocce raffiguranti i famosi Presidenti degli Stati Uniti, essa  è simile in Frantic a quella che vede  Ford e la Seigner in bilico sui pendenti tetti parigini nel tentativo di recuperare la statuetta contenente il detonatore in grado di far esplodere ordigni nucleari.

 H. Ford, recita in un ruolo che solo apparentemente assomiglia alla Cary Grant in realtà esso è psicologicamente molto diverso, in quanto Polanski immette via via nel personaggio di Ford, in sincronia con il tipo di accadimenti, la propria  tristezza biografica, quella  legata a un passato segnato da almeno due spaventosi traumi. 

Affascinante la Seigner (che diventerà la fidanzata di Polanski), originale nel suo personaggio, impegnata in un ruolo di donna fatale per la piccola borghesia, proveniente, caso raro, da borghi popolari.

    Biagio Giordano 

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