CINEMA: FLIGHT

RUBRICA SETTIMANALE DI BIAGIO GIORDANO
Al cinema dal 24 gennaio nella Provincia
FLIGHT

RUBRICA SETTIMANALE DI BIAGIO GIORDANO
Al cinema dal 24 gennaio nella Provincia
FLIGHT
Titolo Originale: FLIGHT
Regia: Robert Zemeckis
Interpreti: Denzel Washington, James Badge Dale, John Goodman, Don Cheadle, Bruce Greenwood, Kelly Reilly, Melissa Leo, Nadine Velazquez, Rhoda Griffis, Tamara Tunie, Brian Geraghty, Garcelle Beauvais, Adam Tomei
Durata: h 2.18
Nazionalità: USA 2012
Genere: drammatico
Recensione di Biagio Giordano
Al cinema dal 24 Gennaio 2013  nella provincia di Savona

Whip Whitaker (Denzel Washington), è un esperto e maturo comandante  di un volo di linea, la frequenza dei suoi turni di servizio gli procurano degli stress i cui effetti sul lavoro non sempre riesce a  nascondere.

Una mattina, dopo un cattivo risveglio che lo lascia assai stordito, Whip sale sul suo  aereo di linea  in condizioni  non proprio ottimali, cosa che lo vede costretto a cedere i comandi al secondo pilota per dormire un po’ durante il tragitto.
Nelle prime manovre,  preparative  alla discesa per  l’atterraggio, il secondo pilota si accorge con sgomento che gli stabilizzatori dell’aereo non funzionano più, ciò ha   subito gravi conseguenze  sul controllo dell’apparecchio che comincia a precipitare. Non appena  Whip prende i comandi compie una difficilissima manovra che porta l’aereo a volare rovesciato fino a poco prima dell’inizio della discesa, l’insolito assetto di volo riconsente il controllo  dell’apparecchio, risultando sostitutivo delle funzioni svolte normalmente dagli stabilizzatori guasti. L’aereo si raddrizza solo al momento  della discesa,  andando a compiere  un atterraggio di emergenza terrorizzante ma efficace rispetto alla situazione, su una superficie erbosa scabrosa,  assai accidentata, vicino a una piccola chiesa evangelica il cui campanile viene distrutto da un’ala dell’aereo. Su 102 presenti a bordo ne rimarranno in vita 96, muoiono 2 membri dell’equipaggio e 4 passeggeri.
I mass media  premiano il comandante Whip  definendolo un  eroe, e in effetti lo è stato, ma la magistratura  impegnata a ricercare ogni possibile responsabilità sui morti si sofferma su alcuni particolari emersi durante il viaggio, che, seppur del tutto ininfluenti sull’incidente, mettono in seria difficoltà il comandante Whip in quanto considerati veri e propri reati;  essi suscitano nell’opinione pubblica scalpore e sdegno. L’immagine eroica del pilota Whip viene demolita.
Whip è alcolista, è un uomo professionalmente affermato ma di colore, soffre da tempo di una grave crisi di identità di cui forse non ne percepisce tutta la gravità, è anche divorziato e con un figlio che gli è ostile perché come padre se ne disinteressa da tempo. Whip è convinto di aver compiuto con la sua difficile manovra da pilota un’azione molto meritoria. Alla notizia dei capi di imputazione che gli vengono ascritti, che potrebbero procurargli anche l’ergastolo, cade in uno stato di profonda prostrazione continuando a bere fino in prossimità delle udienze.

Come finirà il processo? Quale nuova piega prenderà la vita di Whip dopo di esso?

Robert Zemeckis è un’ autore di talento, sia per la parte più  spettacolare dei suoi film che per quella artistica, basti pensare a film come Cast Away (2000), Contact (1997), Forrest Gump (1994). Con Flight ci propone un film che rimane fedele  allo stile che lo caratterizza da sempre, basato su fantasie  ben elaborate tangenti al reale senza intaccarlo, leggere, ricche di senso, rivolte a quell’immaginario collettivo che domina meglio il presente storico.

Fantasie intrecciate  con una realtà costruita da Zemekis in modo fotograficamente  scalpitante, potente  nel suo mostrarsi  orgogliosa  come  surplus riproduttivo di quella vera,  quasi vanitosa  nel non voler ammettere alcun disconoscimento o messa in pausa del suo realismo più curioso.

Robert Zemechis mantiene con Flight sempre un buon equilibrio tra spettacolo e  dramma crudo, tra situazioni dall’andamento leggero, fortemente identificative per sottrazione, e sottolineatura scenica carica di pathos legata  al senso più profondo che anima il film, che è spesso come in questo caso, di carattere moralistico-filosofico.


BIAGIO GIORDANO

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