Cinema. Brevi recensioni: Fury

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Brevi recensioni
Furia (Fury)

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Furia (Fury)

 

Furia (Fury) è un film del 1936 diretto da Fritz Lang

II film si è spirato a fatti di sangue veri, di linciaggio, atti estremamente ignominiosi molto frequenti in quegli anni negli Stati Uniti, essi colpivano soprattutto la gente di colore (6.000 casi nel solo ’35), e rimanevano in gran parte impuniti a causa dell’omertà delle comunità di paese, bianche, quelle che si definivano civili, per bontà di razza e buona tradizione.

Furia è il primo film a sfondo sociale di Lang in America. Il titolo originario del film era Mob Rule, (Il potere della folla) e si ispirava a un libro che riportava fatti di sangue, precisamente di linciaggi, realmente accaduti nel 1931.

Rispetto al successivo film sociale “Sono innocente”, Furia appare molto più elaborato nella narratività ricco com’è di situazioni coinvolgenti situate accanto allo scarno filo conduttore. Situazioni spesso tese e drammatiche, ben coordinate, fatte scorrere mirabilmente come intrattenimento noir lungo il difficile binario narrativo principale.



Il successo di critica e di pubblico del film si spiega sia per la sceneggiatura che abbonda di tecniche letterarie capaci di sedurre (in quanto creatrici di emozioni supplementari rispetto ai fatti in sé), sia per la sua realizzazione fotografica. Il linguaggio visivo appare infatti sempre un ottimo coautore di tensioni di rilievo, perché costituito da una ricercatissima varietà di punti di ripresa stranianti che danno una forte drammaticità ai volti e ai corpi.

Ne sono un esempio le inquadrature dal basso in alto dei personaggi, pregevoli sia per difficoltà operativa che per fantasia inventiva, capaci di stupire ed impressionare.

Tutti questi aspetti danno allo spettatore una sensazione di maggior partecipazione alla narrazione, di essere presenti in qualcosa del racconto che appare sopra tutto in una dimensione realista, e che essendo indubbiamente, nel complesso, di ottimo spessore letterario porta la credibilità fittizia dello spettatore a livelli elevatissimi: con effetti estetici di difficile raggiungimento in molti altri film del genere.

 Biagio Giordano


 
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