Cinema: Blade runner

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Blade runner

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Blade runner

  Blade runner, (Corpo speciale della polizia addetto alla eliminazione dei replicanti ribelli), di Ridley Scott, con Harrison Ford, Rutger Hauer, S. Young, produzione Usa, anno 1982, genere fantascienza di tipo retro futurista, durata 118 minuti (esistono sette versioni del film ciascuno con tempi di durata diversi). 

 Los Angeles 2019, è una città a stento riconoscibile, buia, piovosa, piena di rifiuti. Quello che già si temeva a fine millennio è avvenuto: l’inquinamento terrestre abbinato all’effetto serra ha reso la vita dei cittadini sempre più sofferente costringendoli a emigrare in altri mondi. 

Gli abitanti benestanti e quelli in buona salute sono emigrati formando colonie extra mondo dove la vita è resa più comoda grazie all’uso, per i vari lavori, degli schiavi replicanti, androidi simili agli esseri umani. I replicanti sono dotati, in virtù dei progressi fatti dalla ingegneria genetica, di intelligenza e forza fisica nettamente superiori a quella umana. 

La loro vita però è stata programmata per durare solo 4 anni, perché? Si ha il forte sospetto che in essi si formino, via via che acquisiscono conoscenze dei sentimenti e degli istinti che animano i rapporti umani, emozioni simili a quelle dell’uomo, come amore, paura, attrazione erotica, odio vendicativo, invidia, gelosia, sdegno, pulsioni omicide, tutte emozioni che in loro sarebbero incontrollabili portandoli in breve tempo alla rivolta. Essi sono esseri privi della funzione del super Io che caratterizza l’essere umano e che vigila inconsciamente affinché ci sia il rispetto della legge morale originata dal contesto in cui opera la cultura vigente caratterizzata dalla civiltà. 

Se tutto ciò fosse vero la vita di chi li comanda e quella dei cittadini con cui i replicanti entrano in rapporto, sarebbe in pericolo. 

Per il corpo speciale della polizia di Los Angeles, su indicazione del governo, occorre quindi eliminare (ritiro dal servizio) prima del tempo i replicanti che si ribellano alle loro condizioni funzionali prestabilite.

Il film. Sei replicanti, capitanati da Roy Batty (Rutger Hauer) riescono a fuggire dal extra mondo e, rientrati nella città nativa di Los Angeles avviano una ricerca del padre che li ha generati. Hanno desideri e passioni simili all’uomo. Vogliono vivere a lungo anche loro, senza scadenze programmate.

Spetterà al poliziotto Rick Deckard (Harrison Ford) dei corpi speciali (Blade Runner), eliminarli. 

Ma chi è veramente Rick Deckard? Si è sicuri che il controllo umano sulla durata della vita dei replicanti   funzioni davvero come previsto, senza eccezioni, o che qualcuno di loro, proprio grazie alla intelligenza superiore che li caratterizza e alla corruttibilità degli uomini, non sia riuscito a penetrare in alcune importanti istituzioni sociali della città assumendo poi funzioni altamente professionali e di potere?

Film di grande impatto visivo, con un linguaggio fotografico difficile e complicato da mettere in pratica realizzato con fiuto artistico non comune, espresso in uno stile retro futurista (complessa corrente artistica fortemente attratta  dal modo in cui si immaginava, da un punto di vista proiettivo – scientifico, architettonico, geografico, estetico, il futuro in un certo periodo del passato  corrispondente grosso modo intorno agli anni ’50-’60).

Un film di alto valore artistico che si distacca, per alcuni aspetti di fondo più legati alla meditazione culturale e scientifica, dallo statuto estetico tipico del cinema industriale di massa. 

Un film che lascia stupefatti per originalità e la potenza suggestionante di tutto quello che mostra.

      Biagio Giordano  

 

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