CINEMA: 2001 Odissea nello spazio

 
RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
2001 Odissea nello spazio

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
 2001 Odissea nello spazio

 

 

Titolo Originale: 2001: A SPACE ODYSSEY

Regia: Stanley Kubrick

Interpreti: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter, Margaret Tyzack, Robert Beatty, Sean Sullivan, Douglas Rain, Frank Miller, Bill Weston, Ed Bishop, Glenn Beck, Alan Gifford

Durata: h 2.40

Nazionalità: Gran Bretagna 1968

Genere: fantascienza

Al cinema nel Dicembre 1968

Recensione di Biagio Giordano

Prossimamente in TV 

 

 

Più di 200.000 anni fa, nel paleolitico medio, quando  le differenze dell’uomo dalla scimmia non avevano ancora un rilievo tale da far supporre un’evoluzione dell’ominide verso l’uomo sapiens, un misterioso monolito nero  compare sulla Terra sconvolgendo l’animo di uno stupito  branco di ominidi simili per aspetto ai primati.

 Gli ominidi  toccano con le mani la  superficie perfettamente levigata del maestoso parallelepipedo dopodiché, stranamente, il loro comportamento sociale cambia radicalmente. Nasce in loro una sorta di aggressività costante unita a un’intelligenza più stringente che prima forse era solo assopita o prevalentemente legata a pulsioni di giornata, di mera sopravvivenza.


 

Il branco entrato in contatto con il monolite  nero comprende all’improvviso che con l’uso di alcune ossa di animali uccisi, adoperate come corpo contundente, possono aggredire e uccidere più facilmente gli animali e altri ominidi come loro, appartenenti a branchi diversi, cosa che consentirebbe loro di entrare in possesso di una maggior quantità di beni  come l’acqua e il cibo. Il branco inaugura una nuova vita, per sé e per il futuro della loro specie  andando verso inedite forme di gerarchia sociale che  risulteranno nel tempo sorprendenti per i risultati organizzativi a cui approderanno.

  Nel 2001 sulla Luna, in prossimità del cratere Tyco, viene scoperto lo stesso monolito nero, e dopo averlo protetto e nascosto con una adeguata struttura edile, le autorità americane decidono di tenere  la notizia nel massimo segreto.  Si suppone che il monolito sia un raffinato oggetto artigianale creato da un’intelligenza superiore probabilmente proveniente da un punto imprecisato dello spazio.

All’arrivo della commissione scientifica, addetta allo studio del monolito, il misterioso oggetto, mentre gli scienziati gli si avvicinano, lancia improvvisamente un’assordante segnale acustico che altro non risulterà  essere se non un segnale di tipo radio con una frequenza puntata verso  Giove, in direzione di quell’enorme pianeta  sopranominato per le condizioni particolari della sua massa stella fallita.

 Diciotto mesi dopo l’astronave Discovery segue la pista  di quel segnale spaziale e si dirige velocemente verso Giove. A bordo si trovano due astronauti, Frank e David, tre ricercatori scientifici  ibernati prima della partenza e il computer di nuova generazione, HAL 9000, famoso nel mondo scientifico per non aver mai commesso un errore, un computer  che si comporta come se provasse delle emozioni vere, spontanee. Hal è  in grado di controllare il funzionamento di tutta l’astronave, nonché di dialogare con gli astronauti. Il computer è anche in grado di  intrattenere David e Frank con gli scacchi o di dare giudizi competenti sui loro disegni dilettanteschi.


 

Un giorno, durante un colloquio vertente su  una domanda  di Hal a David dal sapore psicologico mirata a comprendere se l’equipaggio aveva delle perplessità sulla missione, il computer interrompe improvvisamente il dialogo e segnala che un componente del sistema esterno funzionale alla comunicazione radio  con la Terra sta per andare in avaria. Hal precisa che  esso rimarrà funzionante per sole 72 ore.

Gli astronauti scollegano la scheda segnalata da Hal allo scopo di analizzarla, i suoi circuiti  vengono sottoposti a numerosi test visivi con la penna elettronica che ne segue guidata dalla mano di David le varie diramazioni, la diagnosi  alla fine sarà che la scheda si trova in perfette  condizioni di funzionamento cosa che non fa assolutamente pensare che possa andare in avaria.

 A questo punto i due astronauti sono preoccupati per il corretto proseguimento del viaggio, Hal potrebbe aver commesso un errore, e se qualcosa di simile si ripetesse, magari in altri modi, con conseguenze irrimediabili? David e Frank  decidono quindi  di entrare, per discutere del caso,  in una navicella spaziale ausiliaria da dove disattivano la funzione di comunicazioni sonora con il computer.


 

David e Frank prendono una decisione assai delicata, nervosa, che desta inquietudine per  le conseguenze  non del tutto ponderabili che si potrebbero avere sull’esito della missione.

I due astronauti si trovano d’accordo sul fatto che, se la scheda elettronica interessata dal possibile guasto  non andrà in avaria entro le ore indicate da Hal,  sarà necessario scollegare il computer e passare il  controllo della missione della Discovery al suo computer gemello che funzionerebbe comunicando dal pianeta  Terra.

 Hal, che ha seguito la conversazione tra i due decodificando il movimento delle loro labbra, visibili dall’oblò,  fa anche lui una scelta  difficile che potrebbe pregiudicare la missione,  decide di uccidere l’astronauta Frank  dopo che egli ha  rimesso la scheda al suo posto all’esterno dell’astronave.  Hal   finita l’operazione trancia il tubo dell’ossigeno della tuta di Frank con un raggio laser proveniente dal suo veicolo spaziale rimasto in sospeso nel vuoto ad aspettarlo.

 David segue lo pseudo incidente dal monitor della Discovery,  esce quindi  subito, con una navicella spaziale, per recuperare il cadavere del compagno, il corpo senza vita  dà la sensazione allo spettatore di rotolare velocemente verso  un imbuto nero aspirante  parte dell’ universo stellato.


 

Quando David riuscito nell’intento  di recuperare il corpo decide  poi di rientrare nella Discovery, il computer parlante glielo impedisce dicendogli, con un certo risentimento,  di aver capito che lui e Frank volevano escluderlo, cosa assolutamente non ammessa dalle severe regole stilate dalle autorità tecniche per la missione.

David, privo del casco, rientra nella Discovery  in modo un po’ azzardato ma necessario, sperimentando cosa significa avere fortuna nei viaggi spaziali. Egli accosta il portellone dell’uscita di emergenza della navicella alla porta d’ingresso della astronave, e lo fa poi saltare con dell’esplosivo così come prescritto dalle procedure di emergenza, dopo essere rimbalzato diverse volte violentemente contro le parete interne dell’anticamera di entrata nella Discovery, David riesce a chiudere il portellone di uscita e ad entrare incolume nell’astronave.

Una volta all’interno David distrugge la mente del computer scollegandone la memoria  con una chiavetta che  pazientemente usata con la mano destra ritira una a una dalla loro sede una  miriade di  piccole schede elettroniche; dopodiché David apprende con stupore, da un video avviatosi automaticamente, che il vero scopo della missione, tenuta segreta all’equipaggio per non sconvolgerne l’identità,  è  di raggiungere Giove per centrare un obiettivo epocale:  scoprire il mistero racchiuso in  un monolito nero ex terrestre venuto a contatto con l’uomo che si suppone sia dotato di  intelligenza extra umana.


David rimasto solo sa che la missione a quel punto può fallire, decide allora di giocare il tutto per tutto e sale su una navicella di servizio per seguire il segnale del Monolito nero, finché una forza esterna oscura si impadronisce del mezzo facendo compiere a David, in una velocità folle, che sembra trapassare in dimensioni temporali nuove, un’attraversata inedita tra luoghi sconosciuti: ricchi di suoni,  colori, e forme fisiche originali,  inebrianti di luci dallo spettro inedito, finché David viene a trovarsi in un appartamento stile rococò, dall’arredo raffinato, dove vede seduto a un tavolo se stesso in età avanzata mentre cena. 

Sempre più incuriosito  David entra nel vano bagno  e sente a un certo punto provenire dalla vasca una voce di donna che chiede aiuto, un chiaro riferimento a Shining e Lolita, tipico nelle opere di Kubrick che ama ripetere  alcuni significanti nodo dei suoi film?

A un certo punto David è sul letto, morente, molto anziano, e dirige le sue braccia anelanti amore  di conoscenza verso un  monolito nero  simile ai precedenti che appare maestoso  ai piedi del letto, dopodiché  compare sopra il  materasso una sfera trasparente contenente il feto di David che osserva la telecamera, egli fissa gli spettatori come se volesse annunciare la nascita di un uomo nuovo, un salto evolutivo verso il superuomo di Nietzsche libero dalle catene e dai cosi detti falsi valori etici e sociali provenienti dallo spirito apollineo  e dalla filosofia di Socrate, e proiettato invece verso uno spirito più dionisiaco? L’ipotesi di un rapporto dei contenuti del film con alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche troverebbe spiegazione  nella scelta fatta da Kubrick di inserire nel film un brano musicale  come Così parlò Zarathustra che risulterà il pezzo musicale più suggestivo e potente del film, e il cui nome è anche il titolo di un famoso testo del grande filosofo tedesco.


Il film non si presta a interpretazioni univoche, una delle questioni un po’ più suggestive,  tra le quali spicca per notorietà mediatica quella dell’errore di Hal, può essere infatti interpretata come un’incongruenza paralizzante, inevitabile, causata dalla non conoscenza dello scopo vero della missione da parte degli astronauti.

Il computer parlante  che sa tutto sulla missione, perché controlla anche il video che svelerà la verità a David, va in tilt perché non riesce a tenere nascosta una notizia che potrebbe essere sconvolgente per l’equipaggio, là dove tutto in una missione ad alto rischio deve essere chiaro per forza di cose soprattutto  nei suoi aspetti tecnici e psicologici. Hal che non può dire la verità diretta perché gli è stato impedito, forma una sorta di sintomo nevrotico, cosa che avvalora la tesi del suo provare emozioni vere legate al fatto che funziona con fibre nervose umane, attraverso il sintomo metaforizza la questione dicendo che c’è un problema di comunicazione con il centro controllo della Terra.

 

 BIAGIO GIORDANO
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