Cieli a barre: complottismo o realtá?

CIELI A BARRE:
COMPLOTTISMO O REALTÁ?

CIELI A BARRE:
COMPLOTTISMO O REALTÁ?

 Nei giorni scorsi i cieli sono stati rigati in un reticolo a maglie sempre più strette, trasformando giornate di sole da limpide a caliginose; una sorta di “cielo a sbarre”, per usare l’espressione di come lo vede un carcerato. L’andazzo ha superato ogni livello di decenza, tanto da spingermi a scrivere queste righe di mestizia. 


Ormai vediamo quasi ogni giorno il sole come lo vedono i carcerati. Oggi, 8 dicembre, è festa, e ci hanno concesso la libera uscita: neanche una scia. Eppure non c’è sciopero degli aerei…

 

Probabilmente qualcosa di analogo avviene nei fondi marini o sotterranei, ma sono ben celati alla vista. Questi invece sono provocatoriamente in mostra sopra le nostre teste, nei nostri cieli. Dobbiamo assistere, impotenti, alla quasi quotidiana, prepotente irrorazione di materiali gassosi non identificati (UGM Unidentified Gaseous Materials) da aerei incrocianti in contemporanea in tutte le direzioni, col risultato di scie bianche che poi si espandono fino ad appannare il cielo. 

 


Scarichi di tipo fumoso lasciati da IFO: Identified Flying Objects

 

Il richiamo di UGM ad UFO (Unidentified Flying Objects) e ad OGM (Organismi Geneticamente Modificati), non è casuale, in quanto si tratta di sostanze/eventi di cui nessuno riesce a cogliere le motivazioni e la realtà sottostante. O meglio, non riesce a coglierle chi è ancora capace di porsi delle domande; mentre la maggioranza sembra prender tutto per scontato e guarda con aria distratta, o non guarda nemmeno più, lo scempio dei cieli che quasi ogni giorno si intorbidiscono per l’incrociarsi dei ben identificati IFO (Identified Flying Objects), ossia gli aerei a scie. 

 


Foto scattata il 3 dicembre dal treno Torino-Savona: tutto il Ponente era coperto da barre fumose in espansione, sino ad invadere il cielo intero

 

Ciò che mette ancora più in risalto questo inquietante fenomeno è il contrasto con i giorni in cui, con condizioni meteo invariate, di tali scie non c’è traccia (come ad es. oggi, 6 dicembre, dopo una serie ininterrotta di giornate “sbarrate”). Se si trattasse davvero, come certi finti tonti affermano, di normali condensazioni di aerei di linea, dovrebbero spiegare come mai in certe giornate la maggioranza delle linee aeree “fumogene”fanno vacanza e solo uno sparuto numero di aerei decolla: quelli a breve strascico, cioè i veri aerei di linea. Nella gran parte delle giornate, invece, il numero di aerei in cielo si moltiplica a vista d’occhio, sfrecciando all’unisono in tutte le direzioni, col rilascio di strie che tosto si trasformano in ampie nuvole opache.

Il contrasto è ancora più eclatante quando si notano in cielo in contemporanea veri aerei di linea, la cui scia si dissolve rapidamente, e aerei sui quali sono evidentemente installate bombole apposite per la disseminazione di sostanze chimiche di cui non siamo tenuti a conoscere né la composizione né la finalità. 

 


 Foto scattata a Finale Ligure mostrante affiancati un aereo di linea, la cui scia si dissolve subito e la scia persistente lasciata da un aereo a scie chimiche

 

E non si venga a dire che tali sostanze servono ad oscurare il sole per combattere l’effetto serra; e che, piuttosto che ridurne le cause, si preferisce inasprire l’inquinamento dell’aria, quello stesso che costringe Regioni e Comuni a varare limitazioni (peraltro ridicole) al traffico veicolare. Inquinamento non solo dell’aria, dato che quelle misteriose sostanze aeree, così pervicacemente e generosamente disseminate nei cieli, alla fine scendono a terra e si confondono con ciò che mangiamo, beviamo, respiriamo.

Desta sospetto leggere su La Stampa di Sanremo del 25 aprile 2018, che dà conto della condanna ad 8 mesi di un accanito avversario sanremese delle scie, Rosario Marcianò, frasi come “…le cosiddette scie chimiche che verrebbero, a suo modo di dire, rilasciate dagli aerei” (come se le scie fossero visibili solo a lui, il pazzo isolato, ma risulterebbero invisibili a tutti noi, cittadini benpensanti). Sospetto che sempre aleggia sulla “libera informazione”quando vuol negare l’evidenza e si erge a difesa dell’ordine costituito; quell’ordine che queste scie evidentemente le autorizza e, coi nostri soldi, le paga. Perché il costo di questi continui voli su scala nazionale non sono certo modici. 

 


Foto a ulteriore dimostrazione della bella differenza tra lo scarico di un aereo di linea ed uno a scie chimiche

 

La giornalista in questione, Sonia Bencivelli, aveva scritto un articolo dal titolo “Scie chimiche, la leggenda di una bufala”. Ma quale bufala? E’ alla luce del sole, almeno per chi gli occhi li usa ancora per vedere e cercare di capire, di trovare spiegazioni. Che invece dalla nomenclatura non arrivano mai, se non sotto forma di sberleffi, come fece l’ex premier Renzi a chi gli chiedeva, appunto, spiegazioni al riguardo.

O siamo di fronte all’ennesimo segreto di Stato, ai troppi omissis di cui abbonda la nostra Repubblica; e non solo, visto che il fenomeno interessa tutto l’Occidente? 

Marcianò da anni si batte in prima persona e in solitaria per denunciare il silenzio intorno a questa lampante manipolazione dei cieli. E, di fronte al susseguirsi di aggettivi cautelativi, tipo “presunte apparecchiature montate sugli aerei”, quando ci sono video su Youtube  estremamente loquaci e a distanza ravvicinata di aerei che atterrano dimenticando di spegnere le valvole di diffusione,  

 


Come si vede chiaramente, le scie non escono dai reattori, ma da ugelli posti verso l’estremità delle ali

o di bombole montate appositamente sugli aerei, come denunciato da un operatore tedesco, poi licenziato per violazione di segreto professionale (!), …VEDIè chiaro che alla fine qualcuno perde le staffe e passa, giudiziariamente, dalla parte del torto, abbandonandosi a reazioni istintive contro chi cerca di negare l’evidenza.

 


Il coraggio della denuncia e la punizione per aver detto la verità: licenziamento in tronco!

 

E’ così rilassante, d’altronde, sporgere denunce quando si sa di essere dalla parte del più forte, avere l’avvocato pagato e ricevere anche un indennizzo, a scapito di chi rischia il carcere o, come minimo, il salasso delle spese legali e dell’avvocato. Quante volte non ci capita di evitare azioni legali proprio per l’aleatorietà delle sentenze e il timore di soccombere con l’onere delle spese, magari anche della parte avversa, a nostro carico? 

Io parlo per aver subito un trattamento simile per aver osato non pagare una parcella sproporzionata ai (pessimi) servizi resimi da un avvocato: una condanna basata in primis sulle testimonianze di due sue impiegate. Ebbi persino l’ardire di denunciarle per false testimonianze. Risultato: le mie denunce vennero tenute in un cassetto per 5 anni, così da venir archiviate per prescrizione.

A sentire quanto Marcianò racconta in  un’intervista, si è ricorsi a denunce per reati inesistenti, tipo antisemitismo, sporte da uno dei tanti debunker (negazionisti, spesso prezzolati), onde permettere azioni di conseguenza, quali l’irruzione in casa alle 7 del mattino di un drappello di poliziotti, che sequestrano hard disk e computer, mentre la madre quasi muore dallo spavento. Inutile aggiungere, sempre secondo la versione di Marcianò, che la sua successiva denuncia del debunker per diffamazione venne debitamente archiviata. 

 Marcianò durante la lunga e circostanziata intervista sulle sue disavventure giudiziarie

 

Oggigiorno poi è diventata una regola bollare come complottismo ogni denuncia o anche solo la messa in dubbio di versioni ufficiali di eventi in odore di manipolazioni “dall’alto”. Seguire su Internet la persecuzione giudiziaria di cui è stato vittima il suddetto Marcianò, ricorrendo ad accuse infondate, per consentire perquisizioni e sequestri, e negando l’obbligatorio interrogatorio di garanzia all’imputato/indagato prima dell’udienza, comunica un profondo senso di inquietudine circa la precarietà dei nostri diritti e la disagevole sensazione di una spessa coltre protettiva nei riguardi di chi si allinea con il potere a danno di tutti gli altri. Si suol dire che torto e ragione non stanno mai da una sola parte; ma troppo spesso i giudici, oltre a condannare una parte, gli addossano anche le spese della controparte, dando la netta sensazione di prese di posizione aprioristiche e partigiane.

 


Se siete arrivati fin qui spendete pochi minuti per ascoltare questo scienziato medico: l’alluminio che riveste le nanoparticelle di plastica disseminate dagli aerei a scia è responsabili delle peggiori malattie odierne, e comincia il suo lavoro nel cervello, specie dei bambini, causando le patologie neurologiche che stanno crescendo a livello esponenziale. Un indizio: negli USA l’FDA ha vietato ai laboratori di fare l’analisi dell’alluminio. Come la Chiesa, che non volle accostare l’occhio al cannocchiale di Galileo…

Si conferma inoltre, in casi come questo, l’atavico vizio di condannare chi denuncia un illecito o un fenomeno contro la sicurezza pubblica e l’ambiente, anziché gli autori del reato. Perché è un reato o no compromettere la salubrità dell’aria e schermare l’energia solare, cioè la fonte primaria della vita sul pianeta?

 

Marco Giacinto Pellifroni    9 dicembre 2018

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.