Chi spreca più acqua?

Il Kiwi è un frutto originario della Cina Meridionale, dove è stato selezionato e coltivato da molti secoli proprio dai cinesi. Negli ultimi due secoli è stato portato in Inghilterra e Nuova Zelanda, e infine anche in Italia nella zona dell’Agro Pontino, dove le coltivazioni sono vastissime. Il nostro paese è il terzo produttore mondiale di Kiwi.

PUBBLICITA’

Nella zona di origine, cioè nel sud della Cina, così come in Nuova Zelanda, il clima è molto piovoso, le estati sono calde ma umide con frequenti piogge dalla primavera alla fine dell’estate. In Italia il clima è molto diverso, le estati sono calde ma molto secche. Le piogge scarseggiano normalmente per 3-4 mesi di fila, e con il cambiamento climatico ormai nel Lazio centro-meridionale arriviamo quasi ogni anno anche a 8-9 mesi di siccità continua.
Questo significa che le enormi distese di Kiwi necessitano di una gran quantità di acqua, vanno irrigati almeno per 3-4 mesi tutti i giorni, e l’acqua proviene solo in parte dai canali della bonifica pontina, la maggior parte arriva invece dalle falde sotterranee tramite innumerevoli pozzi artesiani. A peggiorare il tutto ci sono le coltivazioni di mais, anche lui totalmente inadatto al nostro clima ma molto presente nel Lazio in particolare sempre nella stessa zona. Sono decenni e decenni che gli ambientalisti chiedono di regolamentare queste colture devastanti e incentivare quelle che erano e che sono per noi le più adatte. Le falde si stanno abbassando e moltissime zone rischiano di rimanere a breve anche senza acqua potabile, figuriamoci irrigare un campo.
Avete mai visto una pianta di Kiwi spontanea in Italia? E avete mai visto piante di mais spontanee lungo le strade? No, mentre sono molto frequenti: grano, avena, orzo e altri cereali selvatici. Queste piante riescono nei nostri climi a nascere, crescere e produrre i loro semi senza alcun aiuto.
Quindi ecco, sono queste le colture che dovremmo incentivare, magari grani antichi, che possono essere anche coltivati facilmente in regime biologico o naturale (approccio Fukuoka).
Per decenni abbiamo fatto le peggiori follie pensando di poter fare tutto, sempre e ovunque. Avevamo abbondanti risorse e in nome del profitto le abbiamo consumate quasi tutte.
Ora entrano in gioco la fisica e l’ecologia, che non ammettono né opinioni né punti di vista. Non solo non possiamo più fare come ci pare, ma se non cambiamo alla svelta non avremo neanche più cibo e acqua. E già tanto abbiamo tolto dal piatto dei nostri figli e nipoti.
Per questo è folle vedere ancora chi impianta nuove colture di Actinidia, come in questa foto (sud provincia di Roma).
da  PAROLE LIBERE 
Dalla pg FB del “movimento per la decrescita felice”

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.