Cesare Pavese a Celle (Ultima parte)

Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure. 
E’ in edicola il numero 40

 CESARE PAVESE A CELLE (IV parte)

Diario del Campo di Celle nel 1922 ‘Dodici Giorni al Mare’

Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure.

 Avvenimenti storici, aneddoti, proverbi, curiosità, aforismi, profili, elzeviri, spigolature, indiscrezioni, ‘chicche’

CESARE PAVESE A CELLE

Diario del Campo di Celle nel 1922 ‘Dodici Giorni al Mare’

 

 PRIMA  PARTE    SECONDA PARTE   TERZA PARTE

 

 

 

DIARIO DEGLI ULTIMI GIORNI 

 

Continuazione dai numeri precedenti (N. 37, 38 e 39): gli ultimi quattro giorni.

19 Agosto 1922

Ore 5,30 Sveglia. Pulizia. S. Messa. Colazione (caffè e latte). Si abbattono le tende e si preparano i sacchi. Alcuni vanno al bagno. Pranzo (minestrone, formaggio, 4 pesche, pane, vino). Partenza del primo gruppo con D. Roversi, Bor- diga, Miravalle, Davicco. Si giunge a Genova alle 3,1/4 e dopo una breve marcia e una corsa in tram, che attraversa due gallerie, (33) giungiamo. Quivi prendiamo possesso dei letti forniti di materasso e cusci[no]. (34)

Facciamo pulizia. Ci facciamo il letto e dopo si esce tutti. Vado col portinaio a comprare delle pesche per stasera. Che ridere su quel mercato!…

Tornato gioco al bigliardo con un giovinotto e dopo vado a preparare tavola.

Giungono gli altri usciti con Bordiga, ed il sign. Volpatto con i pionieri. Ceniamo (caffè e latte, pane, 4 pesche). Usciamo. Andiamo alla Rotonda (35) e di là vediamo buona parte del porto. Cioè vediamo solo i fanali dei diversi bastimenti e barche e tre fari, ciò che conferisce al porto un aspetto magnifico.

La Lanterna a N-W della Rotonda brillava spegnendosi a intervalli brevi. (36)

Oltre a ciò si vedevano ancora due fari alle punte dei moli, uno rosso e uno verde anch’essi a intermittenza. Inoltre abbiamo la fortuna di assistere all’entrata di un piroscafo, che luminoso, per le lampade delle cabile e per i fanali degli alberi, s’inoltrava maestosa- mente nell’acqua calma. Fece due o tre volte fischiare la sirena, ed il cupo boato sembrò risvegliare tutta l’immensità addormentata.

Chissà da quale lungo viaggio tornava quel transatlantico dalla mole enorme e dai fianchi poderosi?

Chissà quante persone portava nel suo seno? Ma voltandoci la poppa a poco a poco diminuì di splendore e sparì poi fra le mille altre luci sparse sulla superficie sconfinata.

Ma dovemmo ritornare e dopo aver detta la preghiera ci coricammo. (37)

 

20 Agosto

Sveglia ore 7. Pulizia. S. Messa. Comunione generale. Fervorino di D.Romersi (prende mala a Satta E., durante il suo servizio della Messa, che è portato via dal signor Volpatto e surrogato da Rosmino).

Caffè e latte. Uscita. Si va a visitare il cimitero (Staglieno). (38) Numerose tombe quasi tutte con statue. Visitiamo anche la tomba di Mazzini, piena di delegazioni estere. (39) Scendendo passammo al forno crematorio. (40) Bordiga firmò dal portinaio l’albo dei visitatori della tomba di Mazzini. Usciti visitammo la chiesa di S. Donato (la più antica di Genova, tutta colle colonne a righe bianche e nere). (41) Passammo in piazza Carignano (42) dove si tenevano anticamente i giudizi di Dio. Ri- torno. Troviamo nessuno. Il sig. Volpatto giunge dopo poco tempo. Pranzo (pasta asciutta, costolette e patate. Pere, pane, vino).

Riposo. Si esce. Visitiamo il museo d’arte – il museo d’antichità e fossili. (43) Il giardino Negri (con animali: leopardo, macaco, anitre, capre, cervi, lama, caosari, pavone, civetta, volpe, ecc.). (44) Nel giardino vi era una cascata e numerosi busti di illustri genovesi (gli Spinola, i Fieschi, ecc.). Andiamo al Righi in funicolare (un bel posto con ristorante posto su di una collina dove si vede tutto il porto). (45) Di là prendono (gli esploratori genovesi) alcune fotografie, poscia torniamo a piedi. Cena (Minestra di fagioli, patate, pere, pane e vino). Preghiera. Rapporto. Riposo.

 

21 – 8 – 22

Ore 7 meno 1⁄4 – Sveglia. Pulizia. S. Messa. Colazione (Caffè e latte). Si va al porto. (Prima in fila, poi sparsi). Visitiamo il molo. Nume- rosi transatlantici vi sono ancora- ti. In distanza vediamo gli scavi per la ferrovia Genova Sampierdarena. Viene con noi il commissario prov. Della Casa. (46)

Numerosi barcaioli si offrono per farci fare una gita. Ma si avvicina mezzodì e torniamo a casa passando davanti al monumento di Cristoforo Colombo. (47) Pranzo. Minestra. Costoletta e fagioli, pere, pane, vino. Gioco. Riposo.

Andata al porto. Si scende a vi- sitare il Duca degli Abruzzi. (48) Ritorno.

Cena. Minestra, pere cotte, pane e vino. Si va dal Vescovo. (49) Re- stano Belloni, Fagnano, Sternini, Pavese, Romersi. Riposo.

 

22 Agosto 22

Sveglia 7.30. Pulizia. S. Messa. Colazione. Preparazione dei sacchi. Riposo. Bagno.

Telegramma. Pranzo (Pasta asciutta, costoletta, pere, pane, vino). Riposo. Libera uscita.

Cena (latte, pere, pane, vino).

Si parte. Prendiamo il tram. Saliamo, sul treno, dove ci vengono a salutare Truffi e Romersi.

Passiamo sotto i Giovi. (50)

Fine

Note:

(33) La Galleria Vittorio Emanuele III (più a ponente, oggi Galleria Giuseppe Garibaldi, 1927) e la Galleria Regina Elena (oggi Galleria Nino Bixio, che da Portel- lo conduce in piazza Corvetto, 1928). 

 

(34) Le sezioni scout “oltre le gallerie” erano due. La prima si trovava presso la chiesa dell’Immacolata, a metà di via Assarotti, una strada che sale ripida da piazza Corvetto con la chiesa ubicata circa a duecento metri dalla piazza stessa, la seconda sezione era ospitata nel convento dei Cappuccini. Verosimilmente il gruppo fu ospitato nella prima. Da qui il testo prosegue in un taccuino a quadretti. 

 

(35) Piazza San Francesco d’Assisi, in fondo a via Corsica, detta da sempre e da tutti “la Rotonda”.

 

(36) La Lanterna segna il limite occidentale le del porto antico.

 

 (37) In calce, il “Visto” del senior Guido Bordiga.

 

 (38) Cimitero monumentale di Genova, nella valle del Bisagno, costruito negli anni ’40 dell’Ottocento dall’architetto civico Giovanni Battista Resasco (1799-1872, successore di Carlo Barabino, cui spetta il primitivo progetto), inaugurato nel 1851 e successiva- mente ampliato e completato nel 1872. 

 

(39) La notissima tomba di Giuseppe Mazzini, morto nel 1872, è opera dell’architetto Gaetano Vittorio Grasso. Essa è un mausoleo in severo stile neoclassico apparentemente scavato nella roccia, con massicce colon- ne doriche all’ingresso; inaugurata cinque anni dopo la morte (1877), è ubicata nel “Boschetto irregolare”. All’interno la tomba è circondata dalle numerose bandiere re- pubblicane che accompagnarono il feretro dell’uomo politico genovese durante i solenni funerali. 

 

(40) Gino Coppedè (Firenze, 1886 – Roma, 1927) fu l’autore dell’ampliamento del cimitero degli Inglesi e del forno crematorio, terminati nel 1906.

 

 (41) Nell’omonima piazza è un bell’esempio di romanico genovese; all’interno, le colonne a zoccolo bianco-nero, con capitelli medievali, appartengono alla fase di ampliamento della chiesa avvenuto nella seconda metà del XII secolo. La chiesa di San Donato non è la più antica di Genova, risalendo all’XI secolo. Tra le più antiche si segnalano la futura cattedrale di San Lorenzo (IX secolo), la primitiva cattedrale di San Siro (X seco- lo), la chiesa delle Vigne (X secolo accertato). 

 

(42) Si trova in fondo a via Ravasco ed è dominata dalla chiesa rinascimentale di Santa Maria Assunta di Carignano. 

 

(43) Il “museo d’antichità e fossili” dovrebbe essere il Museo Civico di Archeologia Li- gure ospitato nella oggi scomparsa villetta Di Negro (cfr. nota 44); quanto al “museo d’arte”, in via Garibaldi c’erano allora (e permangono a tutt’oggi) la Galleria d’Arte antica di Palazzo Rosso e il Museo Brignole (via Garibaldi 18), la Pinacoteca di Palazzo Bianco e il Museo del Risorgimento (via Garibaldi 13; oggi si parla comunemente di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso). 

 

(44) La Villetta Di Negro, fatta costruire nel 1802 dal marchese Gian Carlo Di Negro (1769-1857) su disegno dell’architetto civi- co Carlo Barabino, fu acquistata nel 1863 dal Comune di Genova con lo scopo di utilizzarla come verde pubblico (il bel giardino domina piazza Corvetto e tutta la città di Genova); in un primo periodo ospitò il Museo di Storia naturale con annesso zoo (1873-1912), quindi tra il 1912 e il 1928 an- che il Museo Geologico. Attualmente, Arte Orientale “Edoardo Chiossone”. Conserva- te la cascata e le statue di cui parla Pavese. 

 

(45) Noto belvedere sulla città, il golfo, la valle del Bisagno (col Cimitero di Staglieno) e sui forti dell’interno; posto a 302 metri s.l.m., ospita la stazione superiore della funicolare che sale dal largo della Zecca, il cui nome rimanda a un’opera demolita per la costruzione della Galleria Garibaldi. 

 

(46) Giorgio Della Casa, nominato Commissario locale di Genova nella seduta del 9 gennaio 1922, come si legge sul Bollettino ufficiale dell’A.S.C.I. (“Associazione Scautistica Cattolica Italiana”), “L’Esploratore”, in data 15 gennaio 1922 (a. V, n. 1, p.1). 

 

(47) Il monumento (1846–1862, su progetto di Michele Canzio) si trova in piazza Acquaverde (il nome ricorda l’antico rivo di Sant’Ugo), caratterizzata dalla stazione ferroviaria di Principe (1854).

 

 (48) Cfr. p. 48. 

 

(49) Giosuè Signori (1859-1923), già vescovo di Fossano (1910) e di Alessandria (1918), il 21 novembre 19i21 divenne arcivescovo di Genova (la Cattedra Genovese era Arcivescovile dal 1133). (50) Il Passo dei Giovi si apre sullo spartiacque tra i bacini del Polcevera e dello Scrivia (m. 472).

 

 

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