CERIALE

Ha chiuso, dopo 70 anni, il fondatore dei tubi di cemento
A Ceriale altra notizia. Chi sono i bruciabaracche del commercio

Ha chiuso, dopo 70 anni, il fondatore dei tubi di cemento
A Ceriale altra notizia. Chi sono i bruciabaracche del commercio
 

Ceriale – Si è spenta nel silenzio e nel disinteresse generale la “Ravera Mario & figlio snc” di via Aurelia, 286. In località ‘cameriera’. Ha cessato l’attività iniziata nell’ultima Grande Guerra. La prima, in Riviera, a produrre tubi e simili di cemento. Il suo fondatore era Mario Ravera, un emigrato, anzi c’è chi sostiene che si trattava di un girovago.

A Ceriale si era sposato. A Ceriale, col sudore della fronte, giornate di lavoro più lunghe dell’orologio, senza conoscere ferie e festivi, ha dato vita alla piccola fabbrica di tubi e prefabbricati cementizi che attraeva clienti da ogni angolo del ponente e dell’entroterra.

Mario allergico alla scrivania, e quando lo avvicinavi era una maschera impolverata. Sempre all’opera. Il primo ad arrivare in cantiere, l’ultimo ad uscire. Tanto lavoro, molti clienti, gli anni del boom edilizio.

Poi la gioia di vedere il figlio Angelo proseguire nell’attività. Senza perdere l’abitudine che la sua prima casa restava il capannone sulla via Aurelia, alle prese con le macchine, le consegne, i camion che caricavano e scaricavano.

Prima se n’è andato – senza gli onori delle cronache – il gran lavoratore Mario Ravera, cittadino benemerito di Ceriale e della Repubblica Italiana. A lui nessuno ha conferito il titolo di cavaliere. E se nella vita non ha lavorato lui…!

Mario, l’artigiano semplice, alla buona, di poche parole, che anche quando poteva dire di aver realizzato una piccola fortuna, è rimasto uno di noi.

Poi ci ha lasciato il figlio Angelo, un abbandono inatteso. Classe 1944, compagno di giochi, di avventure, dei coetanei di Ceriale e di Peagna. Lui che poteva vantare di essere “figlio di papà”, famiglia nota, fortunato e che aveva raggiunto una certa agiatezza. Poteva coltivare l’hobby del ciclismo amatoriale, pronto a collaborare nell’organizzazione di manifestazioni ciclistiche in provincia. Tanti amici nel mondo delle due ruote. Le sue pedalate. Un’esperienza da candidato in consiglio comunale.

Angelo che, dopo papà Mario, ha dovuto affrontare alcune difficoltà di non poco conto. E’ rimasto nella memoria quell’incontro in redazione, al Secolo XIX di Savona, accompagnato da un legale. Problemi seri, da una parte una storia strana, in odore di vittima di una certa massoneria affaristica, dall’altra la vicenda di una costruzione, o meglio ampliamento della sede. Un progetto approvato dal Comune, con tanto di pagamento di oneri e poi contestato. Non solo, ordine di demolizione. Non è il caso di riproporre come sia finita. Fortunatamente all’italiana.

Angelo ha lasciato le redini dell’azienda che aveva nel frattempo ampliato, anche nel settore dei “caminetti”, arredi bagno, porte e finestre, con l’apertura di una seconda sede, sempre sull’Aurelia, a Ceriale, alla figlia Chiara e alla sorella. La moglie è sempre stata donna di casa.

Angelo Ravera che aveva ancora potuto concludere la cessione di un’area alla Ldl e pur con l’esperienza acquisita in tanti anni, a fianco di papà, si era trovato di fronte a tante nuove e complesse realtà commerciali.

Ceriale –  il Palazzo Comunale

Infine il giorno del “fine storia”. Ultimo capitolo. La “Ravera Mario & figlio” ha lasciato il posto all’attività di commercializzazione di porte e finestre. Non dovranno più rincorrere gli artigiani edili in ritardo con i pagamenti, né con i rischi di un’edilizia dove l’incognita è sempre dietro l’angolo.

La figlia Chiara – le cronache dei giornali sono ricche di articoli – , con il marito, ha acquistato lo stabilimento balneare “Zero Beach” nella zona di Punta Murena, ad Alassio. Un paradiso descritto la “spiaggia dei Vip”.

Da due anni i media locali raccontano delle alterne vicende di una spiaggia pagata un montagna di soldi, al centro di contestazioni ad opera delle autorità marittime, della procura della Repubblica, tra sequestri, sospensione dell’attività, interminabili girandole burocratiche tra Comune, Provincia, Regione, Soprintendenza.

Avvisi di reato, interrogatori, prese di posizione di avvocati difensori, istanze, ricorsi, attese. L’ultima notizia rivelerebbe, se confermata, un aspetto grottesco, da farsa. Il Secolo XIX ha riportato che gli enti locali sono d’accordo per la realizzazione di una barriera-molo, che in effetti esisteva già, a scogliera. La Procura della Repubblica ne aveva disposto il sequestro e tra le condizioni quella di messa in ripristino dello stato dei luoghi.

Tutti d’accordo,e bisognava tornare ad una scogliera di cui era stata antecedentemente ordinata la rimozione – condizione del dissequestro dello stabilimento. Poi l’indiscrezione – non si sa quanto fondata, ma da alcune fonti smentita – della presa di posizione contraria della Soprintendenza che indicherebbe una soluzione alternativa.

Sta di fatto che lo Zero Beach, la spiaggia esclusiva, capace di fare concorrenza, sempre leggendo le cronache, alla “spiaggia artificiale” della “Marina di Loano”, a levante del porto, si starebbe ancora dibattendo per non compromettere la stagione balneare. Non rischiare un’altra mazzata sul fronte economico.

COSA ACCADE A PONENTE DI CERIALE

Tra l’altro, sfogliando gli atti del Comune di Ceriale, non c’è solo in ballo il ”pentolone bollente” della T 1 di Andrea Nucera; oppure le grane e le lungaggini del nuovo porticciolo ai confini con Borghetto, la connessa operazione edilizia-alberghiera della famiglia Murialdo.

C’è un verbale consiliare che non sono molti a conoscere. Un’appendice perfetta della fotografia che abbiamo descritto nella vicenda e nel caso “T 1”. Il dibattito consiliare era scaturito dall’istanza di costruzione di un edificio per uso artigianale e commerciale che ha visto uniti Chiara Ravera, legale rappresentante della società Edilmar srl e Francesco Pilot, legale rappresentante della Pieffedue srl.

Un primo progetto risaliva al settembre 2007, poi riunito-accorpato in un nuova pratica dell’aprile 2009, per la realizzazione di due edifici commerciali, area davanti ed attigua alla Ldl.

A scomputo degli oneri di urbanizzazione previsto l’ampliamento di via Merlo ed il rifacimento della condotta fognaria. C’è stato il parere favorevole della commissione edilizia (29 gennaio 2010) ed l’approvazione di una bozza di convenzione preventiva del 18 novembre 2009. Con dieci voti favorevoli della giunta di Ennio Fazio, l’astensione della minoranza (Ravina, Gallea, Nervo, Viano, Giardano). Assente l’assessore Patrone. Presidente Manieri, consigliere anziano Revetria.

L’assessore Fasano

COME SI E’ RIDOTTA UNA CITTA’

Il dibattito ha riservato il “film” dal titolo “Come è ridotta Ceriale”. Il discorso era centrato sulla notizia nota dell’interesse della multinazionale Auchan ad aprire un terzo centro commerciale in zona dopo Ldl e Famila. Smentito l’arrivo di Auchan, si era fatto strada l’apertura di un Mac Donald, capace di movimentare migliaia e migliaia di persone, di clienti. Anche questo si è arenato.

Per la cronaca un altro contenzioso vede contrapposti il Comune e la Pieffedue srl (questa volta ex campeggio) di proprietà di Francesco Podestà. E’ pendente un ricorso al Tar presentato il 16 novembre 2009 (avvocati Piscitelli e Gatto) nei confronti del Comune di Ceriale per l’annullamento della delibera del 26 agosto 2009, inerente il piano particolareggiato di iniziativa privata, richiedente Francesco Pilot, amministratore.

Il Comune, attraverso il consiglio comunale, ha disposto di confermare le previsioni urbanistiche del vigente piano regolatore del 15 gennaio 2001, mantenendo l’obbligo di predisporre nell’area in questione un Sua, strumento urbanistico attuativo. Di fatto un no alla realizzazione di fabbricati con destinazione residenziale, in parte destinati a casa vacanze, la realizzazione di un tratto di passeggiata, parcheggi, presentato il 20 agosto 2007”.

Ceriale, vulcano sempre in ebollizione?

I BRUCIABARACCHE NEL COMMERCIO

Il consigliere e candidato sindaco Ravina, in consiglio comunale, ha sostenuto, tra l’altro: “Andando di questo passo un giorno diventeremo presumibilmente frazione di Albenga. Attenzione al centro storico, rischia di essere svuotato…”.

Il rappresentante della sinistra Giordano “….si sta spostando l’epicentro di Ceriale, dalla piazza storica verso ponente…c’è un grande malcontento …in particolare tutta la zona del centro…”.

Il vice sindaco Eugenio Maineri “…non so nulla di Auchan, ogni tanto è una balla che viene fuori…non so se sia interessati magazzini di 3-4 mila mq.” E qui inizia la romanzina che Manieri, classe 1956, famiglia cerialese, spera non sia fraintesa o strumentalizzata. Ascoltarla è interessante e per noi inedita. Meritevole di essere conosciuta.

Eugenio Manieri sostiene che “le bottegucce di Ceriale devono imparare a vendere un prodotto di qualità, perché se pensano di fare concorrenza ai supermercati possono già chiudere….Oggi nel commercio o sei capace di lavorare e fai un prodotto doc…mentre se vendi il pane che sembra un chawingum, lo si fa a comprare al supermercato, che lo pago la metà. Questo devono capire i commercianti di Ceriale.”.

E rincara: “Purtroppo non c’è più spazio per chi non è capace a lavorare e questo secondo me non solo per i commercianti, ma in qualsiasi attività. Una volta vivevano anche i bruciabaracche, c’era spazio per tutti. In questi momenti di crisi perdurante viene fuori e si salva chi è capace a lavorare, chi è capace a produrre. Perché non c’è più spazio per i bruciabaracche e purtroppo a Ceriale di bruciabaracche ce ne sono tanti, anche qualcuno tra i commercianti. Come ce ne sono tra gli artigiani, in tutte le categorie….proprio tra i commercianti c’è chi non sa neppure come si riceve un cliente….a volte entriamo in qualche attività commerciale di Ceriale e viene voglia di girare i tacchi ed andare ad Albenga, Borghetto, Loano…”.

L’ASSESSORE FASANO ELOGIA LOANO

Una tesi condivisa dall’assessore-agente immobiliare da una vita, Marinella Fasano : “Condivido pienamente quello che dice Eugenio…in questo paese c’è proprio l’arte del piangersi sempre addosso. E’ vero che i tempi cambiano, non solo a Ceriale, tutti i centri storici anche il budello di Alassio stanno subendo la crisi e chiudendo attività. Ceriale lo risente più di altri perché è già nato così, ci vorrebbero dei negozi, dei magazzini dove aprire della attività, però ne abbiamo già parlato anche con Piercarlo…quando a lui era venuto quella bella idea di dare un contributo , mi pare di 5 mila euro per aprire un’attività commerciale, il Comune di Ceriale aveva stanziato 50 mila euro e solo una persona aveva aderito. Il crisi esiste , ma non siamo noi a poterla risolvere. Dovrebbero essere i commercianti a fare un commercio di nicchia, perché io centri commerciali ci sono dovunque e quindi nei centri storici dovrebbero esserci delle attività di qualità, basta andare a vedere nel budello di Loano. Ci sono negozi di alimentari specializzati…formaggi…salumi…e sono sempre affollati.

Sempre la Fasano: “Con la Camera di Commercio stiamo organizzando per il 16 aprile un convegno dove sarà relatore un professore universitario che studia le tematiche dei centri storici riferite al commercio. Un progetto, un convegno, che stiamo organizzando tra Camera di Commercio e Comune che partirà da Ceriale, ma poi sarà portato in tutti i comuni limitrofi e vicini a noi. Cerchiamo di fare ciò che possibile, ma sono 40 anni che sono a Ceriale ed ho sempre sentito piangere i commercianti. Sempre lamentarsi. Bisogna anche sapersi dare una mossa e magari rifare qualche negozio, qualche volta investire anche dei soldi, non si può solo chiedere al Comune, ma anche dare”.

Era il 10 febbario 2010. Vedremo nella prossima puntata di approfondire. Cosa è successo dopo.

R.T.      

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.