CENTRALE A CARBONE: QUALI VERITA’?

CENTRALE A CARBONE:
QUALI VERITA’?

CENTRALE A CARBONE: QUALI VERITA’?

 

La triste e dura verità sta finalmente venendo a galla, quella che già da qualche tempo avevamo denunciato anche dalle pagine di questo blog, la Tirreno Power,  che gestisce la centrale a carbone di Vado Ligure, sequestrata  a marzo dal giudice di Savona per disastro ambientale e mancato adeguamento ai limiti sulle emissioni imposti dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)…da il Fatto Quotidiano comunica ai sindacati che i limiti di emissioni imposti, per l’impianto in questione  sono “inapplicabili”, se non a costo  di modifiche all’impianto che fa capo a Gdf Suez e Sorgenia.

Questa la dura realtà cui dovranno far fronte tutti gli operai, quelli che ancora non hanno avuto concrete proposte di mobilità e che ancora speravano che gli accordi tra sindacati, Governo e Magistratura potessero mettere una pietra sopra ai provvedimenti che, a causa della grave situazione ambientale del territorio, disponevano l’immediata chiusura degli impianti fortemente obsoleti e inquinanti. Perlomeno fino a nuove decisioni dell’azienda che avrebbero dovuto accettare le disposizioni legislative che un impianto di tali dimensioni deve rispettare su tutto il territorio italiano.

Non dimentichiamo che tutto ebbe inizio quando l’azienda presentò alla Regione Liguria un progetto di ampliamento dell’impianto che peraltro prevedeva un abbattimento di emissioni poco credibile, e che durante gli anni di cantiere prevedeva inoltre la parallela combustione dei vecchi gruppi, gli stessi che non rispondendo alle nuove tecnologie imposte dalla legge, avrebbero continuato a esporre tutta la cittadinanza di Vado e dei Comuni limitrofi ai gravi problemi di salute che da anni venivano denunciati con forza.


Disegno di Serena Salino

Quale la verità?

Quella che l’azienda sperava che le indicazioni AIA per Vado diventassero, per intercessione di qualcuno ( come avveniva già da 40 anni), all’acqua di rose?

Quella che il sindacato si potesse, ancora una volta, collocare, come fu per l’ACNA di Cengio, sul tavolo a difendere le istanze dell’azienda, facendole digerire ai lavoratori come se coincidessero con le loro?

Quella che tutti, eccetto i lavoratori, fossero già a conoscenza che la situazione finanziaria dell’azienda era al collasso e che l’operazione ampliamento fosse, di fatto, uno specchietto delle allodole per GdF Suez?

Quella che bastasse ignorare le pressanti richieste della popolazione, ambientalista e no, che da troppi anni  denunciava l’aumento di patologie e morti sul territorio, e continuare a inquinare e uccidere per produrre energia che non sarebbe servita a nessuno?


Quale la verità?

 Quella che ci porta a dedurre, proprio ascoltando le dichiarazioni di Tirreno Power, che le emissioni imposte a tutela della salute dei cittadini, nella centrale di Vado non erano e non potranno essere rispettate se non con modifiche all’impianto, che a quanto pare, non erano previste ?

Oggi, tra operai disorientati e giustamente preoccupati, sindacati che ostentano braccialetti in difesa di quel lavoro che deve continuare a uccidere per tumore, dirigenti di azienda che continuano a usare proclami densi di disinformazione ma tesi solo a creare tensioni per distogliere l’attenzione sulle loro responsabilità, tra politici che sono solo capaci, a parole, a dare solidarietà ai lavoratori, mentre sono parte in causa del danno con le loro provvidenziali distrazioni, i loro mancati controlli, la loro inerzia che non ha permesso si vigilasse e si facessero richieste di miglioramenti dell’impianto quando si potevano ancora fare: l’azienda, 50%Gdf Suez , 39% Sorgenia di De Benedetti in mano alle banche creditrici con 900 milioni di euro di debiti, dichiara che chiuderà i battenti.

Mentre, subito dopo il seguestro, chiedeva l’immediata apertura per operare le “giuste” modifiche all’impianto oggi dichiara l’impossibilità di rispettare i tempi decisi dall’AIA per metterle in pratica “quest’opera richiede oltre due anni di lavori”.

Poi afferma:L’azienda ha fatto tutto e continuerà a fare tutto il possibile per rimettere in funzione i gruppi a carbone” e se si vuole dare una completa informazione, lo hanno fatto anche gli enti locali, quelli che al posto di tutelare tutti i cittadini soprattutto nella difesa della loro salute così come si erano impegnare a fare, come i Comuni di Vado e Quiliano, la Provincia e la Regione Liguria, si sono adoperati per proporre un documento congiunto alternativo (a chi? e con quale presunzione?), con altri limiti di emissioni  e altri  interventi definiti da essi stessi“rigorosi” ma che, guarda caso, non sono stati recepiti dal gruppo istruttore del ministero.


Quale la verità?

Quella di chi, in qualità di delegato sindacale, evoca ancora  una regia nazionale che possa cambiare le carte in tavola a seconda del caso e magari dare una delega in bianco, oppure chi , come la Veirana, giudica  la vicenda surreale, con prescrizioni  assurde e valori emissivi inferiori a quelli imposti alle nuove centrali, in sintonia con il gruppo dirigente che li definisce  paletti troppo rigidi, limiti eccessivamente severi?.

 Prescrizioni necessarie per tutelare la salute degli abitanti per la commissione ministeriale e per i

comitati di cittadini  che, mentre proprio le amministrazioni non facevano la loro parte e l’azienda si auto controllava, denunciavano l’eccessivo  inquinamento e  i troppi morti.

Quale la verità?

Quella che sembra ancora una volta ignorare un’Ordinanza dove si dice che troppi che dovevano, non hanno controllato, troppi hanno lasciato che s’inquinasse. Un’Ordinanza dove si dice che “un gestore avrebbe fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo”.

Difficile pensare che, nei partiti che da anni hanno gestito il territorio savonese e la Regione Liguria, le acque siano calme e il disagio non stia aumentando proprio in procinto di primarie, di elezioni o di nuove spartizioni del potere in enti di secondo…. terzo, quarto grado (quelli che dovevano sparire e che invece fanno tanto comodo), dove provvidenzialmente possono trovare ospitalità politici vecchi e nuovi.

Comprensibile quindi pensare come le preoccupazioni di alcuni grandi partiti, come il PD che tanta parte ha avuto nella vicenda, non siano state interpretate in modo distorto, ad esempio dalle giovani leve.

Quei giovani “democratici”, spesso figli o parenti di politici di spicco, che tempo fa su FB criticavano pesantemente e in modo, a dir poco, inappropriato, la magistratura...LEGGI

 Quegli stessi giovani che abbiamo sicuramente visto sfilare e partecipare a manifestazioni contro la Mafia, organizzare la rappresentatività democratica nelle loro scuole, prendere proprio dal termine “ democrazia” provvidenzialmente ispirazione, scrivere ” E’ un casino che scoppia perché così un procuratore va in pensione sentendosi fiero di aver fatto un ottimo lavoro. (…) Da quanti anni è che il Pd se ne preoccupa difendendo i lavoratori (…) e adesso arriva sto scemo dopo anni” oppure “ Domani un magistrato, ispirandosi alle parole dei suoi colleghi di Taranto o Savona (…) potrebbe chiedere il sequestro di tutti i furgoni, auto, motorette, camion e corriere” o ancora chi pensa che  , i provvedimenti contro la centrale siano frutto “di una soddisfazione personale (…) di una rete di associazioni radical chic e finto-ambientaliste”.

Non sono ragazzacci in un bar, ma quelli che si definiscono dirigenti dei Giovani Democratici a mancare di rispetto a un’importante istituzione democratica come la Magistratura, al pari di noti  politici che d’esempio all’Italia, non sono certo stati e dai nipoti di chi magari è morto nella Resistenza per la libertà e la democrazia non possiamo proprio accettarlo.


Ma qual è allora la verità?

Anche per questi giovani il lavoro conta più della salute e poco importa se è fatto violando le regole e mettendo in pericolo la vita di centinaia di migliaia di persone che vivono con ciminiere, veleni e distese di carbone a cielo aperto.

Quel giudice dichiara “L’esercizio della centrale è stato caratterizzato da una sistematica violazione delle prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi”….. “L’inidoneità delle misure (…) è da attribuire certamente a una precisa scelta gestionale della società”. Da qui l’accusa di disastro ambientale doloso.

 Per il giudice, contrariamente a quanto asseriscono sindacati e azienda, la prescrizione Aia era “estremamente vantaggiosa” perché “frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone e all’istallazione di filtri in grado di captare le emissioni dei camini. Accordi e promesse rimasti solo sulla carta perché l’attività della centrale è stata “sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni, sia negli anni antecedenti al rilascio dell’Aia, sia nel periodo successivo al rilascio della stessa”.

 Quali sono state ?

 – I sistemi di monitoraggio sulle ciminiere dei gruppi a carbone non sono mai stati istallati;

 – per l’accensione dei forni si è continuato a usare un oliocon percentuali di zolfo tre volte superiori alla

    media;

 – i carbonili nonostante le decennali prescrizioni non sono mai stati coperti;

 –  irregolarità diffuse negli scarichi.


Il giudice aggiunge “appare assai probabile (per non dire certo) che il gestore, non diversamente da quanto fatto sino a oggi, cerchi in ogni modo di rinviare sine die l’adempimento richiesto”.

 Questo mentre la politica inerte, invece di controllare le attività produttive del proprio territorio ha preferito girarsi dall’altra parte, ampiamente ripagata da compensazioni sul territorio che talvolta erano campi sportivi o da calcio o sponsorizzazioni di vario genere.

 Non dimentichiamo infine le verità uscite dalla perizia ordinata dalla Procura sui danni alla salute provocati dall’attività dell’azienda: circa 300 morti per problemi cardiovascolari e 100 per malattie respiratorie, senza parlare ancora del nesso sulle morti da tumore ed emissioni dalla combustione da carbone, nettamente superiori alla media nazionale.

Potrebbero forse essere già abbastanza le verità, ma una cosa è certa le contraddizioni orchestrate  sulla vicenda dai vari attori, sono servite e stanno servendo provvidenzialmente  a dividere chi, lavoratori e cittadini , sono stati solo vittime della gestione di un Paese ancora improntato su condizioni di sottosviluppo !!!!!

             ANTONIA BRIUGLIA

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