Cellesi al top: Marco Ferrando

Cellese, classe 1964, già geometra ora fotografo professionista, che dopo la calura estiva ha cercato un po’ di fresco percorrendo oltre 200 Km dell’Alta Via dei Monti Liguri da Ventimiglia a La Spezia, divenuti 450 per i saliscendi. E lo presentiamo come ha fatto lui con ogni persona incontrata lungo il percorso.

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“Mi chiamo Marco Ferrando, fotografo professionista. Da sempre appassionato di natura e trekking, sto percorrendo il tracciato dell’Alta Via dei Monti Liguri, da solo e senza portare con me denaro. Scopo del viaggio è sperimentare una personale modalità di racconto del territorio: lo stupore per un ambiente che non ha eguali e l’attenzione ad ogni singolo dettaglio, entrambi uniti al vissuto di un’intensa esperienza umana. Tutto questo grazie all’incontro con le persone, che in questi luoghi hanno deciso di sviluppare la propria unicità. Storie di resilienza quindi, grande amore per la propria terra e particolare attitudine alla vita, storie d’alta Via. Deriveranno quindi molteplici appunti di viaggio e fotografie, utili per eventuali pubblicazioni o comunque disponibili per qualsiasi iniziativa che riguardi la valorizzazione del territorio. Per quanti fossero disponibili a fornire assistenza sul percorso, dall’ospitalità al cibo come pure indicazioni utili, questi sono i miei contatti (seguo- no recapiti vari, ndr). É possibile seguire il progetto tramite la pagina Facebook “Storie d’alta via” ed il profilo Instagram dedicato “storiedialtavia”.
15° giorno, 2 novembre, partenza da Pratorotondo verso il Passo del Faiallo, dopo due giorni di sosta per maltempo, ospite di amici in b&b di Piampaludo.
Ora la descrizione dell’avventura sull’ALTA VIA DEI MONTI LIGU- RI, con i dettagli dello stesso: da domenica 10 ottobre da Ventimiglia a domenica 5 dicembre a La Spezia, 27 giorni effettivi di cammino, per 44 tappe ufficiali, oltre 450 km, oltre 18500 m di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo per un totale di 37000 m di dislivello complessivo. Un’esperienza unica attraverso l’arco Li- gure da ponente a levante, conquistando le maggiori vette liguri dal al Monte Saccarello al confine di Stato francese, che coi suoi 2200 m costituisce il vero tetto della Liguria fino al Monte Gottero in provincia di Spezia. Una via di crinale che non transita solo in Liguria ma che passa nel dipartimento delle Alpi Marittime in Francia, a Garessio e Ormea (in provincia di Cuneo), Piemonte (provincia di Alessandria), fino in Toscana (Montedivalli, Adelano di Zeri) e pure in Emilia (Albareto, Tornolo, Santa Maria del Taro).
E continuando il suo racconto.
“Sono partito con una dotazione di cibo per una settimana, e di volta in volta integravo con quello che la gente mi offriva, oppure che qualche amico gentilmente mi ha fatto avere sul percorso compreso tra Finale Ligure e La Colla di Creto, sopra Geno- va. Avevo con me la tenda e tutto l’occorrente per potermi preparare un pasto caldo la sera, questo per un fatto di sicurezza ma pure per avere massimo senso di libertà. Sono stato comunque ospitato e molte volte nutrito gratuitamente da varie strutture appartenenti alla rete di accoglienza Alta Via dei Monti Liguri che mediante una specie di tam tam si è dimostrata molto disponibile ad aiutarmi. Ho dormito una decina di volte in tenda, poi in case private o sotto ripari trovati lungo la strada. Portavo appresso una media di 23 chilogrammi, tra zaino a borsa con attrezzatura foto- grafica, un peso considerevole per un viaggio del genere, che mi ha preoccupato non poco, soprattutto nella parte iniziale del viaggio. Un bel fardello che mi ha fatto lasciare 7 Kg di peso corporeo passo dopo passo. Alla partenza mi hanno accompagnato temperature abbastanza elevate, per cui non è stato certo facile affrontare poi l’arrivo della stagione in- vernale con abbondanti piogge, vento patagonico e temperature anche di parecchio sotto lo zero, ghiaccio e neve. Comunque cercavo questi elementi per il mio racconto, e direi che li ho trovati.”
Buon per lui. Per l’idea, il modo in cui l’ha attuata, il suo coraggio e, anzi, grinta! Non certo una passeggiata! Complimenti è dir poco! Grazie per averci raccontato l’impresa, che crediamo di sicuro apprezzamento dei Lettori, cellesi e non, rimanendo in attesa di qualche particolare istantanea mozzafiato che pubblicheremo volentieri.
A lui, e per tutti e tre, un: Grande Marco!

A’ Civetta




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