Celle Ligure: Gli Spotorno “i Gambadüa” (Seconda parte)

PRIMA PARTE

Altri tempi.
Ma veniamo al ‘nostro’, il padre, Francesco ‘Franco’.

“Mio padre Franco nasce a Celle Ligure il 30 dicembre del 1901, pri-mo maschio, e quando ha aperto gli occhi sul mondo, qualcuno gli ha sventolato una bandiera a scacchi (ne dirò più avanti). E lui ha iniziato una gara personale con la vita. Tante curve in salita e proprio dal…livello del mare! Aveva solo la 5a elementare ma tanta ambizione ed era tanto determinato. Cominciò a lavorare fin da giovanissimo. Prima muratore, poi bagnino e portuale a Savona: ‘Checchìn u gambadùa’. Ma a Genova, garzone nella filiale della Fiat: ‘Franco’ Spotorno!”.
Così gli si complimenta, già Commendatore e Grande Ufficiale, il Presidente della Fiat Giovanni Gianni’ Agnelli cinquant’anni dopo!
Predestinazione? Diventare il primo Concessionario Fiat d’Italia, a Milano?
Ecco, poco più che ventenne, è a Milano!
Dopo la prima guerra mondiale, condividendo in bene e in male i tempi che stavano giungendo, anno dopo anno, accavallati di eventi turbolenti, gravi e tragici, e minacciosi. Sino alla guerra, al coprifuoco, alle sirene di allarmi e di autoambulanze, ai bombardamenti a tappeto, ai crolli di interi quartieri, devastazioni, sparatorie e rappresaglie…e sino alla Liberazione!
“Papà non è stato imboscato, ma non è stato chiamato al servizio di leva. Ha così potuto dedicarsi al lavoro. Alla Fiat, da Genova a Milano, in Via Dante, assunto come garzone al reparto ricambi. Attivo e sveglio, dopo due anni è passato venditore e, nello stesso anno, primo miglior venditore. Provava le macchine con i clienti ed era stato notato per la sua abilità di guida, tanto da essergli stata data la prima Topolino con la quale faceva tempi straordinari in competizioni locali tra colleghi e amici e sportivi appassionati delle quattro ruote. Da una competizione all’altra, fino ad iscriversi alle gare ufficiali. E alla prima, che è stata la sua precoce consacrazione di ‘Nuvolarino della 500’, vincendo la Mille Miglia con la media record di 76,5 km/h. Poi quella del ’38, con una 500 A “Barchetta” Zagato giunto 2° di categoria. Per dirne due, tra le tante, con foto grafie e istantanee sul traguardo. E pure rari filmati, dei quali mi ha fatto dono, per cortesia professionale, il signor David Trabassi”.

Si sposa il 27 febbraio 1933 con Enrica Zopatti, tredici anni più giovane, che gli dà tre figli: Giandomenico l’anno dopo, io a fine anno ‘38 e Giuliana nel ‘44.
“Bellissima, la mamma – mi raccontava papà con doppio e non malcelato orgoglio della vittoria e di lei ad accoglierlo vittorioso. Era sempre sul traguardo dove sfrecciavo sempre primo… ferma, quasi sull’attenti, superba dei successi del suo uomo”. Quella che però alla fine di un a corsa, dopo la mia nascita, con il suo bel carattere gli dice perentoria ‘Adesso basta corse! Non voglio rischiare di rimanere vedova con due figli a carico!’ E così è stato.
Nel frattempo era fortemente progredito in azienda, con le conoscenze nel mondo sportivo e pure artistico, per via della mamma, con velleità artistiche in pit- tura e scultura, tanto che dopo l’aut-aut decide il salto in pro- prio: prima piccola Concessionaria Fiat Spotorno in Via Salutati. Poi trasferita in via Moscova 7 e successivamente, notevolmente ingrandita, più vanti al civico 40, dove è divenuta la prima in asso- luto a Milano e in Italia. E là è rimasta fino alla tempestiva brusca chiusura del rapporto con il marchio Fiat, immediatamente alla morte di papà, novantenne, il 2 ottobre 1991, per profonde divergenze da qualche tempo covate…. La mamma, ben più giovane, lo seguirà l’anno dopo.
CONTINUA

da A Civetta

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