Celle L. Dall’archivio storico Pericolo navi turche

Da A’ CIVETTA Periodico di Celle Ligure

SCOVATI NELL’ARCHIVIO STORICODEL COMUNE DI CELLE LIGURE Faldone N. 35 Sanità – Anni 1643 – 1745

PERICOLO NAVI TURCHE

 

SCOVATI NELL’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI CELLE LIGURE

Faldone N. 35 Sanità – Anni 1643 – 1745

“PERICOLO NAVI TURCHE

Dispaccio

Duce e Governatore della Repp.ca di Genova Havendo havuto notitia che siano usite e per usire a danni de cristiani e particolarmente de sudditi della Rep.ca nostra, galere ed altri vascelli de Turchi i quali con stendardi finti et altre trattageme pensano di cogliere all’improvviso a predare.

Et invigilando noi quanto conviene al ben de nostri popoli, habbiamo deliberato per mezzo delle presenti lettere e patenti, far palesi tutte le suddette notitie havuto acciocchè si sappia da ogn’uno con la necessaria precauzione e vigilanza tanto in mare come in terra e che dai giusdicenti vicini alle marine si facciano fare le solite guardie per schivare ogni sinistro incontro et affinchè quanto sopra pervenga a notitia de nostri popoli si spediscano per stafetta da luogo a luogo incaricando detti nostri giudicenti il cooperare efficacemente da canto loro e quanto sopra et a mandare la patente dopo che sarà pubblicata, al giusdicente più vicino sinchè pervenghi a l’ultimo quale hara pensiero di rimandarcela in fede di che le presenti saranno impresse del nostro Sigillo e firmete dall’infrascritto nostro cancelliere.

Li 23 maggio 1653 Gio: Carlo

Trascrizione di Michele Manzi

 

 

 

Il torrione circolare della fotografia è impropriamente chiamato Mulino a vento, che dà nome alla strada carrabile a confluire in Via Boschi per raggiungerlo: meta di panoramiche passeggiate. Non sicuramente mulino, ma più probabile torre di avvistamento, costruito nel 1645, che ha sul muro interno una rudimentale scala a chiocciola per raggiugere le varie aperture sino alla sommità. Esso è posto sulla collina centrale del paese, a ca. 700 m. dal centro e ca. 200 m. di altitudine, a spaziare tutto l’ampio arco di mare. Quando, in quei lontani anni, imperversavano le scorribande dei Saraceni (*), per avvistare da lontano vele nemiche e le colonne di fumo, e di notte i fuochi, per essere avvisati dai paesi vicini degli imminenti sinistri arrivi, e per precorrere le spedizioni ’per stafetta’ di cui scrive il nostro. Di qui l’origine dei fuochi estivi a tramandare eventi o per spunto propiziatorio: a Celle sino a qualche anno fa. Tradizione diversificata ad agosto con i lumini sull’acqua spinti al largo dalla lieve tramontana di prima sera (se non è mare mosso).

 

(*) greco biz. Sarakenos, dall’arabo ‘sarqi’ orientale; termine generico per nomadi Arabi o musulmani stanziati nel Mediterraneo centro-orientale nel Medioevo Cristiano.

 

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E’ in edicola il NUMERO 37

 

 

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