Cartoline dall’Islanda IV

Cartoline dall’Islanda IV
(Viaggio di Delfo Pozzi e Sofia Fresia)

Cartoline dall’Islanda  
(Viaggio di Delfo Pozzi e Sofia Fresia)

IV

 

 Come ogni libro inizia con una singola lettera, come ogni concerto con una singola nota, per noi l’Islanda è cominciata con un luogo ed un tempo ben precisi: Seyðisfjörður, 30 marzo.

Sarà il primo di parecchi giorni in questa terra (due mesi) e il primo dei molti “nomecittà+fjörður” in cui approderemo (non che noi con i nostri “nomecittà + Ligure” siamo da meno, per carità: ed è pur sempre utile rammemorare di tanto in tanto dove ci si trovi).

Prima dello sbarco a terra è previsto un altro Covid test ed un’altra serie di colloqui con le autorità deputate, prescrizioni da attuare, analisi anglo-psicologiche sulla nostra intenzione di sfuggire alla quarantena, fogli da compilare, piccole formalità.
Una volta toccata terra con le nostre quattro ruote dobbiamo dirigerci direttamente al luogo di (giusta) detenzione, nei pressi di Egilsstaðir, senza fermarmarci.

Egilsstaðir, vale la pena ricordarlo, è una città nell’entroterra, la più grande della zona, centro dello shopping per i comuni limitrofi e nostra mèta per l’ennesimo e definitivo tampone.
Egilsstaðir, la grande città, conta 2500 abitanti: pochi da noi, un numero considerevole qui.
Così, con una quarantina di km di statale tortuosa e fredda, ci allontaniamo dal mare e iniziamo a guardarci intorno. Passiamo a fianco di bellissime cascate parzialmente ghiacciate, superiamo colli innevati e scabri, attraversiamo pianure aperte e desolate, e arriviamo quindi allo “chalet” che sarà la nostra casa per questa settimana di quarantena, in attesa del quarto Covid test.

Di questa settimana parlano le fotografie qui sotto: la pianura coronata di montagne, meno sedici, Sofia, il vento, la tundra. E lassù, vago mantello cangiante, il cielo.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Cartoline dall’Islanda I

 
 


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