B A R R I C O T T E

B A R R I C O T T E
(E Bossfinger)

B A R R I C O T T E
(E Bossfinger)

“Sont nassuu sott  a sant Bartolamee

         In del mila noevecent settanta ses

         Al mezz-dì del dì quindes de quel mes

         Ch’el sô el riva a quell pont ch’el volta indree”(1)

“Capo, noi della ronda leghista cosa  dobbiamo fare a quel nero lì che ci ha detto quella specie di poesia che nemmeno noi lo sappiamo così bene il milanese? Lui dice che è più milanese di noi e che di notte va a divertirsi dove gli pare.”

“Ma chi gliel’ha detto che è  milanese  solo perché è nato a Milano?”

“ Lui el dis : di dove volete che sia , teste di casso? mio padre è  del Ghana e mia madre della Nigeria, sono qui da cinquant’anni e hanno perso la cittadinanza di quei paesi.  Io lavoro a dar gli asfalti da vent’anni.”

Nell’ufficio di via dell’Asinara, aperto dalla supersezione della “Lega nord per l’indipendenza della Padania (ilarità)” per far fronte agli strepitanti compiti della feroce “opposizione” al nuovo governo Monti, le camicie verdi scalpitano in attesa di ordini precisi dai Capi. Maroni, che sarebbe quello dell’ala militare,appare e scompare, Calderoli emana pronunce con aria stralunata, Bossi è ricomposto qua e là dal cerchio magico dove spicca la poderosa e abbronzata facies della senatrice Rosi Mauro.                                                Il Trota  sta studiando una mappa per individuare una volta per tutte la “Padania”, la terra cioè bagnata da Po. “Verona, Treviso, Varese,Padova e Venezia ghe son no! strilla con aria disfatta, e gnanca Milàn, ma chi l’ha fatte queste carte?”

         Spunta la faccia della sua mamma, maestra, che gli spiega come e qualmente la Padania sia stata formata nei millenni dai detriti e dai sedimenti del grande fiume, che pertanto non c’entra se oggi il Po bagni o non bagni (neanche quando esonda) Milano, Verona , Padova ,Venezia  ,Varese, sempre Padania è.

         “Anca Bolzano?”  “Ma no, cosa c’entra Bolzano…”,  e lì spiega che ti spiega, una pazienza  che le vien da piangere.

         “Intanto la questione degli italiani per coloro che nascono in Italia, strepita Salvini, a noi importa un bel niènt, noi mica siamo italiani.”

         “Ti capissi nagòtt, sbotta il Capo, dopo ce li rifilano a noi finché non ci sarà stata la secessione. Dunque bisogna fare le barricate.”

         Nella supersezione di via dell’Asinara alza il ditino un militante ottantenne, con la barba tinta di verde, una specie di lingéra d’altri tempi: “Scusate néh, ma le barricate dove le facciamo?”

         “Oh bella, dov’è che nascono i bambini degli immigrati?, Lì davanti. Così quando escono li si blocca e si mandano indietro, poi se la vedrà l’Ospedale, altro che nazionalità.”

         “ A mì de Coni, mi ha detto la mia fumna che se porto via il comò per fare le barricate mi spacca la testa col matarél.”

         “Alé nordisti, facciamo mica i bamba, tiremm sü le barricate con quello che capita, anche macchine a demolissione, e sopra ci mettiamo l’albero come quelli della rivolussione francesa che però, stavolta, l’è il grand dito medio del Capo supremo, il famoso Bossfinger.”

         “Comincia a  fare un po’ freschetto, intanto che stiamo lì sulle barricate, sarà meglio portarci dei brodini.”

         “Macché brodini, la mia fumna, fa quel di Cuneo, prepara le balotte, le famose castagne bollite che, belle calde, ti tiran su come una mongolfiera.”

         “Sì, sbotta il Salvini, così invece di fare le barricate facciamo le barricotte!”

Al sopraggiungere del Leader maximo in mezzo al cerchio magico, fattagli la relazione, egli ordina immantinenti:

         “Fare le barricotte subito davanti alle Maternità dove partoriscono donne colorate piantandoci su il Bossfinger, impedire l’ingresso  dei nati che non siano figli di genitori padanici da almeno due generazioni.”

         “Capo, ma siccome le Maternità sono già in Italia e poi arrivano i Carabinieri a farci sgomberare la piazza, come la mettiamo?”

         “Chi l’è quest qui? fa troppe domande, mandatelo a raccogliere castagne.” (2)

        

Note: 1) Parafrasi del sonetto 35 di Carlo Porta-ed. Mondadori 1921-

2) Ogni riferimento a persone esistenti è puramente causale-

 

     BELLA MIGO

 

27 novembre 2011

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.