IL DIBATTITO  La Repubblica
 
Volete Fuksas sì o no? Savona si autoascolta
LUCIANO ANGELINI

PROGETTO Fuksas. Cosa ne pensa la società civile? Qual è l´umore di enti, associazioni, ordini e collegi professionali, categorie economiche nei confronti del porto turistico tra Savona e Albissola Marina e soprattutto per la Torre di 123 metri, un simbolo, o meglio un´emozione, come l´ha definita l´ingegner Gambardella che nell´operazione prevede investimenti per almeno 100 milioni di euro? Lo sapremo a cominciare da domani (Palazzo Sisto IV, ore 15), quando davanti al sindaco Berruti, alla sua giunta di centrosinistra, da pochi giorni rimpolpata con un assessore alla cultura nuovo di trinca (Federico Molteni, esterno, voluto dal sindaco Berruti tra qualche maldipancia), e all´intero consiglio comunale, inizierà la prima delle tre giornate di audizioni, ventitré in tutto. Il primo appuntamento riguarda i presidenti di Assonautica, Lega Navale, Legambiente, WWF, Ordini degli ingegneri, degli architetti, dei geologi e collegio dei geometri. Gli altri martedì 20 e giovedì 22 febbraio.
La risposta è scontata, pur con gli immancabili distinguo, le piccole, grandi istanze ed esigenze (in primis l´Aurelia bis), almeno per quanto riguarda le categorie economiche, industriali in testa, già schieratissimi sul fronte del sì. Chi non lo ha detto ufficialmente lo ha fatto sapere in mille modi, tra cene, incontri, rendez vous, conferenze e dibattiti mascherati con tematiche di vario tipo. Il duo Gambardella-Canavese, finanziatore dell´impresa il primo, zar dell´Autorità Portuale e da 48 ore presidente delle Funivie, la società che, dopo l´accordo tra i terminalisti Campostano e Barone gestirà il polo carbonifero, e grande sponsor di Fuksas il secondo, hanno fatto il giro delle sette chiese per illustrare, spiegare, chiarire, promuovere, sollecitare.
Il cammino non è comunque facile. Denso di incognite. Accidentato, ma non impervio. Su ventitré audizioni è facile dare per scontato il «no» secco di Legambiente, Wwf e Consulta culturale (Italia Nostra, Studi liguri, Storia Patria, Campanassa); prevedibili dubbi e critiche di ingegneri, architetti, geologi e geometri in ordine sparso e con sollecitazioni diverse, comprese le pulsioni anti Fuksas.inevitabili e comprensibili le perplessità dell´Automobile Club sui già spinosissimi problemi della viabilità, pur in un quadro favorevole al progetto; previste e prevedibili le sollecitazioni e richieste di ordine occupazionale da parte delle organizzazioni sindacali. Per il resto, dagli albergatori ai commercianti, cooperative, artigiani, Camera di commercio e via discorrendo, un tappeto di consensi, ancorché tra qualche distinguo e le immancabili istanze di parte.
Si va alle "tre giornate" per celebrare, discutere, criticare, digerire Fuksas. Ma la partita vera la si giocherà più avanti. Quando Palazzo Sisto IV sarà chiamato a votare. E sarà tutta politica. Il sindaco Berruti osserva e tace. Non può commentare per non smentire se stesso, visto che ha fermamente voluto il trittico di audizioni. E se si sbilancia rischia di finire impallinato. Ma le prime schermaglie sono già cominciate. C´è chi affila le armi e chi prepara colpi a sorpresa. Anche bassi. Il segretario diessino Giovanni Lunardon, leader del partito di maggioranza relativa (13 seggi su 40 in consiglio comunale), ha preferito giocare d´anticipo. «Il progetto s´ha da fare. È un´opportunità da non perdere per il rilancio della città». Il capogruppo diessino De Cia ha fatto di più. È andato in estasi, come per l´apparizione della Madonna al beato Botta nella Valle del Letimbro, di fronte all´epifania di Fuksas a Palazzo Sisto IV. Ma nel centrosinistra (26 seggi complessivi) il dissenso è forte, ancorché numericamente modesto, con Rifondazione (3 seggi) e Comunisti italiani (1) sulla barricata del no, mentre Sdi (4 seggi) e Margherita (4) traccheggiano, ma solo per questioni di «peso» all´interno dalla giunta. Tutto può succedere. L´opposizione (14 seggi) stravede per Fuksas, ma ha già fatto sapere di non essere disponibile a «fare da stampella» a Berruti. La Cdl intravede un´irripetibile occasione per uscire dall´angolo, dopo la clamorosa sconfitta elettorale, nel caso in cui la maggioranza si squagliasse. Ma è solo un´ipotesi. La posta è alta, intese trasversali non sono fantascienza. Si vedrà.
Lapidario, sulla nascita del progetto, il commento di Luciano Pasquale, presidente della Fondazione De Mari e grande tessitore dell´Unione industriali: «Si presenta podalico, ma con un cesareo nascerà».
LUCIANO ANGELINI