Strade sporche in città puniti quattordici netturbini IL SECOLOXIX
provvedimenti disciplinari all'ata
Le verifiche del presidente Ferro inchiodano gli operatori inefficienti
SE IN CORSO ITALIA c'è della cartaccia nelle aiuole sia prima che dopo il passaggio degli spazzini dell'Ata, i casi sono due: o non hanno pulito bene, oppure sono stati così sfortunati che qualcuno ha ributtato altra carta nella stessa aiuola appena ripulita. E visto che questa seconda ipotesi è possibile ma molto improbabile, è più facile ritenere che gli spazzini abbiano pulito male la propria zona di competenza.
E' stato proprio questo il ragionamento dei vertici dell'Ata. E così nei giorni scorsi il presidente Nanni Ferro, dopo una serie di verifiche proprio sulla presenza di sporcizia in strada prima e dopo il "passaggio" degli operatori, ha fatto partire all'indirizzo di una quindicina di loro (di trenta totali che operano quotidianamente per tenere pulita la città) una lettera di richiamo e alcuni provvedimenti disciplinari.
«Quanti siano esattamente richiami e provvedimenti non lo so, queste sono cose che riguardano l'azienda e il suo funzionamento interno, è vero però che negli ultimi mesi, diciamo dopo Natale, abbiamo registrato un peggioramente nel servizio di pulizia che ha portato a verifiche e ora a queste iniziative ufficiali per chiamare tutti quanti a una maggiore efficienza sul servizio» spiega il presidente Ata, Nanni Ferro.
La voce delle lettere ai dipendenti in pochi giorni è circolata anche in Comune e messo in allarme i sindacati. A quanto pare queste missive sono arrivate all'indirizzo di ben 14 lavoratori e in alcuni casi si tratta di veri e propri provvedimenti che innescheranno, oltre ai rischi in caso di ulteriori richiami (accumulandone diversi si rischia il licenziamento), anche sanzioni pecuniarie. «Nello statuto dell'Ata è infatti prevista una multa a carico del dipendente che non svolga bene il proprio compito» spiegano i sindacati.
I richiami sono andati a capi-turno e capi-servizio colpevoli di non aver vigilato sulla qualità del servizio. E ovviamente ai componenti delle squadre che nei giorni delle verifiche sono stati scoperti ad eseguire spazzamenti stradali e raccolta rifiuti poco convincenti.
Dove sono stati questi controlli? Quali zone della città sono risultate sporche?
«No comment - replica Ferro - Ripeto: i dettagli dei nostri richiami devono restare interni all'azienda, la vicenda comunque riguarda tutta la città e più o meno tutte le zone. Se un giorno in corso Italia c'è una cartaccia nell'aiuola sia prima che dopo il passaggio di chi deve tenere pulito significa che qualcosa non funziona nel servizio. O mi sbaglio? E da qualche mese a questa parte il livello di efficienza del servizio è tornato scadente, a differenza del periodo prenatalizio in cui eravamo riusciuti a migliorare sia lo spazzamento che la pulizia generale. Le cose devono cambiare perché la città pulita è un obiettivo che non possiamo permetterci di non raggiungere».
In un caso uno dei destinatari di questi richiami ufficiali ha controreplicato scrivendo ai vertici aziendali una propria risposta.
«Questo s'inquadra in un rapporto aziendale di dialogo e confronto - conclude Nanni Ferro - le giustificazioni di un servizio scadente, un dato giorno, si possono anche accettare se sono verosimili. Ma certo non può passare la regola che basta passare nelle strade e dare una pulita sommaria qua e la per fare il proprio dovere. Nell'Ata ci sono dipendenti che lavorano bene e altri che lo fanno meno. Chi lo fa meno deve sapere che si fanno i controlli per verificare il servizio e, quando scadente, si prendono provvedimenti. Vale per tutte le aziende, grandi e piccole. E vale per quelle comunali».
Il braccio di ferro sulla qualità dello spazzamento stradale arriva tra l'altro nelle ore in cui l'Ata ha appena varato il nuovo organigramma azienda e i suoi vertici iniziato il lavoro per rinnovare lo statuto. Ma soprattutto a poche ore dalla scadenza del bando per l'affidamento della gestione del verde pubblico (22 febbraio). Bando che prevede la suddivisione del territorio comunale in tre zone (levante, ponente e monte) ciascuna delle quali da affidare, attraverso gara, ad una cooperativa sociale di tipo B. Ciascuna coop dovrà poi curare giardini, aiuole e verde della propria zona ad una cifra di circa 100 mila euro all'anno (per zona). E anche in questo caso il presidente Ferro ha introdotto, diversamente dai bandi del passato, il criterio dell'"efficienza" e della "soddisfazione" cui le cooperative dovranno adeguarsi. Nei primi mesi del servizio, insomma, se l'Ata non riterrà di essere a pieno soddisfatta di come viene tenuto il verde, potrà recedere il contratto senza spiegazioni e riorganizzare una nuova gara.
Dario Freccero