SE IN CORSO ITALIA c'è della cartaccia nelle aiuole sia
prima che dopo il passaggio degli spazzini dell'Ata, i casi
sono due: o non hanno pulito bene, oppure sono stati così
sfortunati che qualcuno ha ributtato altra carta nella
stessa aiuola appena ripulita. E visto che questa seconda
ipotesi è possibile ma molto improbabile, è più facile
ritenere che gli spazzini abbiano pulito male la propria
zona di competenza.
E' stato proprio questo il ragionamento dei vertici dell'Ata.
E così nei giorni scorsi il presidente Nanni Ferro, dopo una
serie di verifiche proprio sulla presenza di sporcizia in
strada prima e dopo il "passaggio" degli operatori, ha fatto
partire all'indirizzo di una quindicina di loro (di trenta
totali che operano quotidianamente per tenere pulita la
città) una lettera di richiamo e alcuni provvedimenti
disciplinari.
«Quanti siano esattamente richiami e provvedimenti non lo
so, queste sono cose che riguardano l'azienda e il suo
funzionamento interno, è vero però che negli ultimi mesi,
diciamo dopo Natale, abbiamo registrato un peggioramente nel
servizio di pulizia che ha portato a verifiche e ora a
queste iniziative ufficiali per chiamare tutti quanti a una
maggiore efficienza sul servizio» spiega il presidente Ata,
Nanni Ferro.
La voce delle lettere ai dipendenti in pochi giorni è
circolata anche in Comune e messo in allarme i sindacati. A
quanto pare queste missive sono arrivate all'indirizzo di
ben 14 lavoratori e in alcuni casi si tratta di veri e
propri provvedimenti che innescheranno, oltre ai rischi in
caso di ulteriori richiami (accumulandone diversi si rischia
il licenziamento), anche sanzioni pecuniarie. «Nello statuto
dell'Ata è infatti prevista una multa a carico del
dipendente che non svolga bene il proprio compito» spiegano
i sindacati.
I richiami sono andati a capi-turno e capi-servizio
colpevoli di non aver vigilato sulla qualità del servizio. E
ovviamente ai componenti delle squadre che nei giorni delle
verifiche sono stati scoperti ad eseguire spazzamenti
stradali e raccolta rifiuti poco convincenti.
Dove sono stati questi controlli? Quali zone della città
sono risultate sporche?
«No comment - replica Ferro - Ripeto: i dettagli dei nostri
richiami devono restare interni all'azienda, la vicenda
comunque riguarda tutta la città e più o meno tutte le zone.
Se un giorno in corso Italia c'è una cartaccia nell'aiuola
sia prima che dopo il passaggio di chi deve tenere pulito
significa che qualcosa non funziona nel servizio. O mi
sbaglio? E da qualche mese a questa parte il livello di
efficienza del servizio è tornato scadente, a differenza del
periodo prenatalizio in cui eravamo riusciuti a migliorare
sia lo spazzamento che la pulizia generale. Le cose devono
cambiare perché la città pulita è un obiettivo che non
possiamo permetterci di non raggiungere».
In un caso uno dei destinatari di questi richiami ufficiali
ha controreplicato scrivendo ai vertici aziendali una
propria risposta.
«Questo s'inquadra in un rapporto aziendale di dialogo e
confronto - conclude Nanni Ferro - le giustificazioni di un
servizio scadente, un dato giorno, si possono anche
accettare se sono verosimili. Ma certo non può passare la
regola che basta passare nelle strade e dare una pulita
sommaria qua e la per fare il proprio dovere. Nell'Ata ci
sono dipendenti che lavorano bene e altri che lo fanno meno.
Chi lo fa meno deve sapere che si fanno i controlli per
verificare il servizio e, quando scadente, si prendono
provvedimenti. Vale per tutte le aziende, grandi e piccole.
E vale per quelle comunali».
Il braccio di ferro sulla qualità dello spazzamento stradale
arriva tra l'altro nelle ore in cui l'Ata ha appena varato
il nuovo organigramma azienda e i suoi vertici iniziato il
lavoro per rinnovare lo statuto. Ma soprattutto a poche ore
dalla scadenza del bando per l'affidamento della gestione
del verde pubblico (22 febbraio). Bando che prevede la
suddivisione del territorio comunale in tre zone (levante,
ponente e monte) ciascuna delle quali da affidare,
attraverso gara, ad una cooperativa sociale di tipo B.
Ciascuna coop dovrà poi curare giardini, aiuole e verde
della propria zona ad una cifra di circa 100 mila euro
all'anno (per zona). E anche in questo caso il presidente
Ferro ha introdotto, diversamente dai bandi del passato, il
criterio dell'"efficienza" e della "soddisfazione" cui le
cooperative dovranno adeguarsi. Nei primi mesi del servizio,
insomma, se l'Ata non riterrà di essere a pieno soddisfatta
di come viene tenuto il verde, potrà recedere il contratto
senza spiegazioni e riorganizzare una nuova gara.
Dario Freccero
|
|