La Regione risponde ai pm«La manovra è regolare»  IL SECOLOXIX
inchiesta sull'ire in liguria
L'assessore Pittaluga: «Pronto a dimettermi in caso di incostituzionalità»
Genova. La Regione Liguria tira diritto e si dichiara in regola. Nel senso: non c'è abuso d'ufficio nell'organizzazione delle addizionali regionali dell'Ire stabilita con la manovra del 2005. L'obiettivo della giunta e del testo licenziato dal consiglio era proprio quello di applicare le aliquote nel modo che invece è stato contestato dalla procura d'Imperia: tre livelli di reddito con tre quote diverse ma con l'imposta da applicare all'intero imponibile e non per scaglioni progressivi. Del resto, spiega la giunta, la richiesta sulla progressività era stata espressamente richiesta da Rifondazione, in un dettaglio anche dalla Lista Biasotti. Ma la proposta fu respinta.
Quindi. L'assessore G. B. Pittaluga non fa retromarcia: da un lato annuncia che se la sua manovra fosse giudicata "colpevole" per un vizio di costituzionalità, lui stesso è pronto a dimettersi all'istante; ma dall'altro prevede che tutto si risolverà in una bolla di sapone e per questo attacca i magistrati imperiesi. «Se tutto dovesse risolversi nel nulla - dice - ci sarebbe da chiedersi il senso di questa situazione. Un atto che ha ingenerato sfiducia nel contribuente e ha leso la credibilità delle istituzioni. La nostra manovra è identica, nel metodo, a quella di Piemonte e Umbria e non mi risulta che in quelle Regioni siano stati avanzati rilievi».
Anzi, Pittaluga ironizza sulla missione voluta dalla procura di Imperia dei due agenti della Guardia di Finanza che la settimana scorsa sono venuti nel palazzone del consiglio regionale per ritirare la delibera in questione. «Bastava cercarla su internet, nel bollettino ufficiale», sibila. Ovviamente, la polemica si riversa immediatamente nella politica e già ieri pomeriggio l'assessore si è dovuto difendere in commissione dall'attacco incrociato di tutta l'opposizione di centrodestra e dei consiglieri di Rifondazione. Pittaluga, secondo gli oppositori, avrebbe sottovalutato il fatto, e detto che eventuali avvisi di garanzia colpirebbero solo i funzionari. Secca la smentita.
Pittaluga ha affermato che non vi sarebbe alcuna difformità da incriminare. Perché«l'articolo 50 del decreto legislativo 446 del 1997 a cui si richiama la legge regionale, prevede che l'Ire, a differenza dell'Irpef, sia applicata al reddito complessivo».
Facendo riferimento alle precedenti richieste sulla progressività avanzate da Marco Nesci (Rc) e Matteo Marcenaro (Udc), Pittaluga ha detto: «Un conto è fare un discorso politico, diverso è fare un discorso tecnico. Sul piano politico è ovvio che si possono sostenere diverse cose, si può anche sostenere che la legge 446 dello Stato italiano sia incostituzionale».
In questa fase di incertezza comunque il messaggio della Regione ai contribuenti è quello di aspettare l'evolversi dei fatti. Senza risparmiare una seconda stilettata ai pm: «Credo che in questi casi sarebbe meglio una certa riservatezza e non creare queste situazioni che fanno perdere credibilità alle istituzioni nel loro complesso, e non solo alla Regione. Ma non so spiegarmi come sia nato tutto questo, non riesco a individuare quale è stato il movente».
Resta un problema di fondo: se la procura dovesse aver ragione «ci sarebbero 50 milioni in meno - ha detto Pittaluga - e bisognerebbe impostare degli interventi correttivi. È chiaro che risulterebbe non coperto il disavanzo della sanità. A questo punto i liguri avrebbero un aumento immediato di tutte le imposte, addizionale e Irpef che scatterebbe per tutti gli scaglioni di reddito all'1,4. Tutte le imprese della Liguria avrebbero uno scatto immediato di Irap al 5,25% e ci sarebbe un aggravio di imposte di 170 milioni di euro circa per i liguri».
Giovanni Mari