ECONOMIA RIPRESA
PRODUTTIVA E NUOVI CONTRATTI “Troppi lavoratori precari ” La Stampa |
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SAVONA La ripresa della produzione industriale non induce il sindacato ad abbassare la guardia. Il segretario della Cgil Francesco Rossello sottolinea vari aspetti critici del sistema produttivo savonese e la necessità di migliorre l’occupazione. «I segnali di ripresa dell’industria sono un dato confortante e segnano un’importante inversione di tendenza rispetto al recente passato. Quando i dati sono buoni è giusto evidenziarli così come è giusto non perdere occasione per ribadire la necessità di una forte e qualificata presenza industriale nella nostra provincia, tuttavia non bisogna dimenticare alcuni aspetti critici che, se sottovalutati, rischiano di allontanare la fine del tunnel a cui fa riferimento il presidente degli Industriali Macciò». Spiega Rossello: «Secondo i dati della Provincia solo il 28% dei contratti di lavoro avviati nei primi 9 mesi del 2006 sono a tempo indeterminato. Quindi anche da noi, e in maniera massiccia, si conferma il dato nazionale per il quale l’utilizzo di forme contrattuali di tipo precario superano quelle stabili. A dire il vero nel settore industriale la stabilità delle assunzioni è più elevata. Tuttavia, i dati complessivi sull’incremento dei posti di lavoro possono essere giudicati in assoluto positivi solo se accompagnati da segnali di crescita sulla stabilità e sulla qualità del lavoro. E’ certamente un problema di politiche nazionali, ma anche di scelte consapevoli degli imprenditori locali che devono comprendere che la competizione con i Paesi del far east non si gioca sul costo del lavoro ma sulla qualità delle infrastrutture e sulla soluzione del problema energetico e sulla componente tecnologica delle produzioni: quindi sulla professionalità e sulla formazione dei lavoratori». Il segretario della Cgil esamina poi alcune singole situazioni aziendali: «La crisi di Ferrania e il trasferimento della Piaggio a Villanova non sono due vertenze come altre. Attraverso rilancio industriale di Ferrania passa non solo il futuro economico di un’intera valle, ma anche la possibilità di salvaguardare impianti di valore e professionalità di alto livello. La scelta di operare non solo per salvare il sito, ma anche per salvare quei lavoratori e quelle professionalità che oggi sono lì deve far parte di un indirizzo condiviso da impresa e istituzioni ed è la vera emergenza del momento. Quanto a Piaggio, le professionalità presenti nello stabilimento, la solidità del marchio, la capacità progettuale, le possibili sinergie con l’Università e la possibilità di creare un indotto, sono tutti ingredienti per creare un vero polo dell’aeronautica. La Piaggio è un esempio valido di stabilimento con prodotti ad alto valore aggiunto che richiede capacità professionali che non si trovano ovunque. Senza Ferrania, senza il trasferimento della Piaggio, senza sviluppo tecnologico, senza qualità del lavoro, temo che la ripresa industriale abbia un respiro corto che la nostra provincia non può permettersi». |