TRE POSTI letto in meno in rianimazione per la carenza di
personale, e la prospettiva che fra un mese si perdano altri
due infermieri e, quindi, altri posti di degenza.
E' un allarme rosso, quello lanciato dalla Cgil funzione
pubblica per il reparto di emergenza del San Paolo. E' da
luglio del 2006 che il reparto ha visto "congelare" e non
più ripristinati tre posti in rianimazione-terapia
intensiva. «In questo caso - dice Diego Calcagno della Cgil
- la carenza di personale è elevata. Ma, nonostante la
continua richiesta di risposte alla cittadinanza e agli
stessi operatori da parte della nostra organizzazione, il
silenzio assordante dell'amministrazione ci appare come un
totale indifferenza al problema».
I posti letto della rianimazione sono in tutto sette, mentre
quelli di terapia intensiva erano sei e sono diventati tre.
Dieci i medici del reparto, oltre al direttore Claudio Vaira.
Per assicurare i turni sulle 24 ore con sei infermieri,
l'organico è di 33 persone. Di questi, uno è in malattia di
lunga durata, un altro accusa limiti funzionali che non gli
consentono di lavorare, altri quattro sono operatori socio
sanitari, e una è la caposala che non fa i turni sulle 24
ore. Come noto, i sette posti della rianimazione sono
destinati ai casi gravissimi (detti di secondo livello),
mentre gli altri sei, ora dimezzati, della terapia intensiva
sono riservati a pazienti gravi ma non in immediato pericolo
di vita, ossia i cosiddetti casi di primo livello.
«In queste condizioni - dice ancora Calcagno -
l'amministrazione dovrà presto scegliere tra continuare a
offrire un'assistenza al di sotto dei livelli essenziali di
assistenza, o addirittura eliminare altri posti letto».
Il riferimento è alla possibilità concreta che a marzo la
situazione generale peggiori ulteriormente a causa
dell'assenza di altre due unità infermieristiche. «E, data
la particolarità assistenziale di questo comparto - afferma
la Cgil - che prevede una specifica formazione per l'nserimento
in maniera autonoma di un operatore, risulta anche evidente
la difficoltà in modo estemporaneo di affiancare personale
di altri reparti. Per questo chiediamo un incontro urgente
per evitare gravi disservizi».
L'accorato grido d'allarme a sostegno della rianimazione
espresso dal sindacato è stato girato direttamente al
vertice della Asl2. Perchè l'amministrazione è indifferente
ai problemi del reparto? E' possibile che l'assistenza ai
malati più gravi faccia registrare un ulteriore calo per
questioni di organico? Perchè da luglio 2006 le questioni
non sono mai state affrontate con la dovuta decisione?
«Per dare risposte concrete alla rianimazione del San Paolo
- risponde Franco Bonanni, direttore generale della Asl
Savonese - è necessario aspettare il via delle Regione
riguardo alle possibilità di assunzione di personale per
l'anno in corso. In vista c'è un piano che comprende 84
persone da mettere in organico entro dicembre 2007. Non
appena messo a punto il programma definitivo, le prime tre
assegnazioni, assicuro che saranno per la terapia intensiva.
Questo per ripristinare i tre letti che siamo stati
costretti a "sospendere" a luglio dell'anno scorso».
Nonostante la questione della formazione del personale
sollevato dalla Cgil, è un impegno preciso, quindi, il suo?
«Certamente. L'attenzione della Asl verso la rianimazione e
la terapia intensiva è sempre stata alta, proprio per la
particolarità dell'assistenza che dobbiamo assicurare. Ma la
mia preoccupazione per i prossimi mesi - continua il manager
- è anche un'altra. Mentre possiamo prendere per buono il
dato delle 84 assunzioni di qui a dicembre, infatti, i dati
attualmente in nostro possesso indicano che nello stesso
periodo potrebbero andare in pensione 128 persone con
diverse qualifiche. Il che potrebbe voler dire di dover
affrontare con il passare dei mesi, situazioni di organico
in rapido calo, nonostante i rincalzi possibili. Quindi
ritengo che il confronto, prima tra i dirigenti dei vari
reparti, e poi anche a livello sindacale, debba essere
quantomai serio e articolato per non dover arrivare ad
arginare un'emergenza personale dopo l'altra e senza
possibilità di interventi risolutori per le ristrettezze
economiche imposte dalla Regione e dalla legge finanziaria».
angelo verrando
|
|