Dimezzati i letti per i malati gravi IL SECOLOXIX
allarme all'ospedale san paolo
La Cgil: a causa della mancanza di infermieri l'Asl ha ridotto i posti in terapia intensiva
TRE POSTI letto in meno in rianimazione per la carenza di personale, e la prospettiva che fra un mese si perdano altri due infermieri e, quindi, altri posti di degenza.
E' un allarme rosso, quello lanciato dalla Cgil funzione pubblica per il reparto di emergenza del San Paolo. E' da luglio del 2006 che il reparto ha visto "congelare" e non più ripristinati tre posti in rianimazione-terapia intensiva. «In questo caso - dice Diego Calcagno della Cgil - la carenza di personale è elevata. Ma, nonostante la continua richiesta di risposte alla cittadinanza e agli stessi operatori da parte della nostra organizzazione, il silenzio assordante dell'amministrazione ci appare come un totale indifferenza al problema».
I posti letto della rianimazione sono in tutto sette, mentre quelli di terapia intensiva erano sei e sono diventati tre. Dieci i medici del reparto, oltre al direttore Claudio Vaira. Per assicurare i turni sulle 24 ore con sei infermieri, l'organico è di 33 persone. Di questi, uno è in malattia di lunga durata, un altro accusa limiti funzionali che non gli consentono di lavorare, altri quattro sono operatori socio sanitari, e una è la caposala che non fa i turni sulle 24 ore. Come noto, i sette posti della rianimazione sono destinati ai casi gravissimi (detti di secondo livello), mentre gli altri sei, ora dimezzati, della terapia intensiva sono riservati a pazienti gravi ma non in immediato pericolo di vita, ossia i cosiddetti casi di primo livello.
«In queste condizioni - dice ancora Calcagno - l'amministrazione dovrà presto scegliere tra continuare a offrire un'assistenza al di sotto dei livelli essenziali di assistenza, o addirittura eliminare altri posti letto».
Il riferimento è alla possibilità concreta che a marzo la situazione generale peggiori ulteriormente a causa dell'assenza di altre due unità infermieristiche. «E, data la particolarità assistenziale di questo comparto - afferma la Cgil - che prevede una specifica formazione per l'nserimento in maniera autonoma di un operatore, risulta anche evidente la difficoltà in modo estemporaneo di affiancare personale di altri reparti. Per questo chiediamo un incontro urgente per evitare gravi disservizi».
L'accorato grido d'allarme a sostegno della rianimazione espresso dal sindacato è stato girato direttamente al vertice della Asl2. Perchè l'amministrazione è indifferente ai problemi del reparto? E' possibile che l'assistenza ai malati più gravi faccia registrare un ulteriore calo per questioni di organico? Perchè da luglio 2006 le questioni non sono mai state affrontate con la dovuta decisione?
«Per dare risposte concrete alla rianimazione del San Paolo - risponde Franco Bonanni, direttore generale della Asl Savonese - è necessario aspettare il via delle Regione riguardo alle possibilità di assunzione di personale per l'anno in corso. In vista c'è un piano che comprende 84 persone da mettere in organico entro dicembre 2007. Non appena messo a punto il programma definitivo, le prime tre assegnazioni, assicuro che saranno per la terapia intensiva. Questo per ripristinare i tre letti che siamo stati costretti a "sospendere" a luglio dell'anno scorso».
Nonostante la questione della formazione del personale sollevato dalla Cgil, è un impegno preciso, quindi, il suo?
«Certamente. L'attenzione della Asl verso la rianimazione e la terapia intensiva è sempre stata alta, proprio per la particolarità dell'assistenza che dobbiamo assicurare. Ma la mia preoccupazione per i prossimi mesi - continua il manager - è anche un'altra. Mentre possiamo prendere per buono il dato delle 84 assunzioni di qui a dicembre, infatti, i dati attualmente in nostro possesso indicano che nello stesso periodo potrebbero andare in pensione 128 persone con diverse qualifiche. Il che potrebbe voler dire di dover affrontare con il passare dei mesi, situazioni di organico in rapido calo, nonostante i rincalzi possibili. Quindi ritengo che il confronto, prima tra i dirigenti dei vari reparti, e poi anche a livello sindacale, debba essere quantomai serio e articolato per non dover arrivare ad arginare un'emergenza personale dopo l'altra e senza possibilità di interventi risolutori per le ristrettezze economiche imposte dalla Regione e dalla legge finanziaria».
angelo verrando