Vado. Una maxicommessa che sembra svanita nel nulla e
ottanta lavoratori a tempo determinato e interinali a
rischio. Sale la tensione nello stabilimento di Vado della
multinazionale canadese Bombardier Transportation.
Ieri mattina i dipendenti delle officine della storica
fabbrica (da oltre un secolo sforna locomotive per le
maggiori amministrazioni ferroviarie d'Europa) hanno dato
vita a una manifestazione di protesta, scendendo in corteo,
bloccando per alcuni minuti la via Aurelia e raggiungendo il
Comune di Vado. Dopo essere stati ricevuti dal sindaco,
Carlo Giacobbe, i delegati dei lavoratori hanno incontrato
anche il prefetto, Nicoletta Frediani, e l'assessore alle
attività produttive della Provincia, Roberto Peluffo.
Alla base della protesta, la mancanza di conferme della
commessa da parte di Trenitalia per la costruzione di 150
nuove locomotive della serie "E464" per il trasporto
regionale. Nelle scorse settimane il presidente della
Provincia, Marco Bertolotto, aveva rassicurato le maestranze
affermando che l'ordine sarebbe arrivato in tempi brevi. Ma
ieri, nel corso di un incontro con i sindacati, i vertici
dell'azienda hanno spiegato di non poter confermare la
notizia. La commessa è attesa ormai da un anno, ma dalle
Ferrovie dello Stato non è più giunta alcuna novità:
l'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato,
Mauro Moretti, non ha ancora firmato l'ordine, probabilmente
ancora alle prese con le procedure di risanamento del
gruppo.
Gli ordini in via di smaltimento (l'ultimo lotto di E464 e
la costruzione di dieci locomotive "europee" del gruppo
Traxx) assicurano lavoro continuativo solo fino a maggio, ma
per proseguire con i ritmi attuali e mantenere il livello
occupazionale è necessaria la nuova commessa. In caso
contrario i primi a farne le spese, diventando esuberi,
sarebbero i lavoratori interinali e a tempo determinato,
circa un'ottantina, che non vedrebbero rinnovare i
contratti.
«Bombardier - spiega il segretario provinciale della
Fiom-Cgil, Alberto Lazzari - denuncia un possibile esubero
di personale, poiché le ore di attività programmate
eccederebbero rispetto alla quantità di lavoro effettiva. Il
problema peròè di natura politica. Le nuove macchine sono
necessarie a Trenitalia, e le "E464" sono un ottimo
prodotto, sviluppato proprio per le esigenze del trasporto
locale italiano. Non vi sono altri costruttori in grado di
offrire locomotive con analoghe caratteristiche, quindi non
è un problema di concorrenza. In questo tipo di mercato è
fondamentale il ruolo della politica».
Secondo i sindacati di categoria lo stabilimento vadese
avrebbe ulteriori possibilità di sviluppo, con riflessi
positivi sull'occupazione. Tra l'altro, se anche Trenitalia
volesse cambiare direzione abbandonando la serie "E464", ad
un ipotetico altro costruttore occorrerebbero almeno due
anni per progettare, sviluppare e collaudare una nuova
macchina.
«È il sistema delle commesse che in questo caso non ha
funzionato - spiega Giovanni Mazziotta, segretario
provinciale della Uilm -. E, se queste non arrivano, i primi
a pagarne le spese sono sempre i lavoratori interinali e a
termine».
Giovedì 22 è in programma un ulteriore incontro tra i
delegati dei lavoratori, il sindaco Giacobbe, il presidente
della Provincia, Marco Bertolotto, e l'assessore regionale
all'industria Renzo Guccinelli.
Giovanni Vaccaro
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