Ieri in Sant'Andrea la prima messa multietnica col vescovo
l'evento  IL SECOLOXIX
 
CANTI in ucraino e spagnolo, processione d'ingresso secondo il rituale indiano, preghiere in tigrino, il Vangelo letto in quattro lingue. Nella chiesa savonese di sant'Andrea, ieri pomeriggio, risuonavano le voci dei popoli che, da tempo, vivono e lavorano nella nostra città. E' la prima Messa "multietnica" che il vescovo Domenico Calcagno ha presieduto in diocesi. «Non esistono strade che si contrappongano ad altre, perché lo Spirito forma di tutti un unico popolo di Dio», ha detto il presule nell'omelia. E davvero quest'unità era palpabile nei sorrisi e nei ringraziamenti di quanti hanno partecipato alla celebrazione. «Un giorno storico», ha commentato il rappresentante degli ecuadoriani. Già prima della Messa la chiesa di piazza Consoli era tutto un fiorire dei canti natalizi delle ucraine che, nei loro bellissimi costumi nazionali, festeggiavano così il loro Capodanno. Non meno sgargianti di colori erano i sari delle donne indiane che hanno aperto l'Eucaristia con una suggestiva processione, e gli scialli e i veli delle donne eritree. A concelebrare col vescovo erano don Biju John, parroco indiano di Porto Vado, padre Vitaly Tarasensko, il sacerdote che segue pastoralmente la comunità ucraina di Savona, e don Antonio Ferri, parroco in Villapiana. Alla Messa erano presenti, oltre ai gruppi delle quattro comunità etniche presenti a Savona (Ecuador, Eritrea, Ucraina e India), anche persone del Perù, dello Sri Lanka e della Gran Bretagna. Suggestivi alcuni momenti del rito, come la proclamazione del Vangelo in quattro lingue