“
Tornare in un luogo e accorgerti che nulla è cambiato. Sei cambiato
solo tu” MARGHERITA PIRA
|
Qualcuno ricorda una recente domenica, cioè domenica 10 dicembre? Era una giornata luminosa dopo alcune giornatacce di quelle che fanno pentire tutti coloro che invocano la pioggia a seguito di un lungo periodo di siccità. Vento, acquazzoni violenti, esondazioni di torrenti e cose del genere.
Poi, di colpo, con uno di quegli imprevedibili cambiamenti che la Liguria sa regalare; ecco la tramontana, il cielo limpido e il sole.
E’ una terra strana la Liguria. Non so se leggiadra, come diceva il poeta, ma del tutto particolare certamente sì.
Io dovevo andare da una mia amica a Spotorno e avevamo già stabilito l’ora dell’ appuntamento, ma io sentivo un assoluto bisogno di assaporare il sole.
Non me la sentivo di andare in una casa o in un bar. “E il sole sarebbe tramontato senza che io gli dicessi quanto ero felice del fatto che lui esisteva ed era così luminoso?”
E’ stato più forte di me. Arrivata alla base della collina di Torre del Mare, ho posteggiato la macchina e ho iniziato a salire a piedi.
Il sole, il mare e l’isola per me sono sempre stati una specie di droga. Quando mi ci immergo ne vengo assorbita completamente e non esiste più nulla.
Comincio a salire per la strada tutta tornanti e prendo la scaletta che fa da scorciatoia e ha una ringhiera, una volta bella e ora un po’ arrugginita
Piantato vicino al pianerottolo della scala c’era un cucciolo di cipresso.
C’è ancora, ma ora è diventato un albero grosso e imponente, che quasi mette soggezione.
Vicino alla fine della scala c’era una pianta rampicante con fiori a mazzolini di un tenero celeste. C’è ancora e ha ancora qualche fiore.
Questa è cresciuta, ma non troppo. E’ quasi uguale a quella che ora ricordo bene. Mi hanno detto che si chiama plumbaco, ma per me è rimasta la mia pianta dagli occhi di cielo.
Ricordo quel promontorio. Lo vedevo sempre dalla finestra quando ero bambina e sognavo che, da grande, l’avrei comprato e l’avrei fatto diventare uno splendido parco con una casetta piccina per me e ci avrei messo tanti caprioli o forse anche tigri per seguire i dettami dei libri di Salgari e dei suoi pirati.
Ricordo anche che ero preoccupata perché far convivere tigri e caprioli non sarebbe stato facile, ma in qualche modo avrei risolto il problema.
Più avanti nel tempo, qualcuno prima di me ha comprato la collina e vi ha costruito un villaggio turistico anche abbastanza prestigioso e anche gradevole ora che il verde, annullato dalle costruzioni, è tornato.
Si è a lungo parlato di scempio ecologico perché le ville avevano distrutto la vegetazione, ma ora mi sembra che sia tornata.
Del resto l’industria turistica ha le sue esigenze e quarant’anni fa richiedeva questo e questo è stato dato.
In effetti quei palazzi – casermoni, anche se sembrano seguire l’inclinazione della collina, sono proprio brutti.
Peggio ancora quelli, un po’ più nascosti, che la voce popolare aveva soprannominato loculi!
Fortunatamente questi sono in una piega del terreno e poco visibili.
Dal tetto - terrazza di un palazzo, di solito sbarrato perché serve da posteggio ma quella domenica stranamente aperto, si gode una vista talmente splendida da togliere il respiro.
Tutto il golfo, chiuso ad est dall’isola e a ovest da Capo Noli, è qui, ai tuoi piedi.
Il mare aveva l’ azzurro intenso delle giornate di tramontana ed era appena increspato. Muoveva appena sulla battigia, ma si capiva bene che era vivo.
Attorno all’isola gabbiani.
Sembravano più di mille e il loro verso chioccio arrivava, anche se attenuato, lassù.
….E sono anche pericolosi perché, se ti avventuri nel loro regno, non sai come tornerai in fatto di pulizia! Ho visto una volta una signora andare sull’isola con l’ombrello e forse aveva ragione.
Tutto era lì, uguale a come lo ricordavo. Anzi, non lo ricordavo più perché certe sensazioni col tempo vengono nascoste.
Come una volta, bello da impazzire!
Col passare degli anni ( tanti anni, forse trenta ), la collina aveva, nel limite del possibile, rimarginato le sue ferite.
I gabbiani, le onde, il cielo pulito, il sole caldo anche a dicembre, il timo, la roverella e il lentischio.
Come una volta, bello da impazzire!
Mi è venuto in mente uno slogan che avevo sentito usare in televisione, forse per una pubblicità o forse per presentare un programma
“ Tornare in un luogo e accorgerti che nulla è cambiato. Sei cambiato solo tu”
Margherita Pira