«MA QUALE GRATTACIELO, questo al massimo è un campanile
mozzato». Ricardo Bofill, al 18° piano della torre che
qualcuno a Savona vorrebbe già intitolargli, dà uno sguardo
in basso, con aria soddisfatta ma non troppo. Sotto di lui
la Torretta appare ancora più minuscola, le case di Savona
fanno corona con un notevole effetto scenografico, l'area
dell'ex Italsider, ormai sgombra di macerie, sembra una
ferita, "Ground Zero" alla savonese. L'architetto catalano
ha voluto "ispezionare" il cantiere intorno alla Vecchia
Darsena, accompagnato dai tecnici, da Antonio e Raffaella
Orsero, dal presidente dell'Authority Rino Canavese, che
sono poi i committenti del nuovo comparto edilizio. «Il
Comune ci ha tagliato quattro piani e non è stata una bella
scelta - aggiunge Bofill -, dicevano che non dovevamo
superare quel palazzo laggiù». E guarda quello che i
savonesi, da quasi 70 anni, chiamano "grattacielo". Sarà
anche un campanile, ma c'è anche chi lo critica per
l'altezza, per l'impatto, per i troppi vetri e altro ancora?
«Quando si fa qualcosa è giusto che venga messa in
discussione - risponde -. Però io dico: se per il 50 più uno
per cento degli abitanti va bene, è giusto farla». Il fatto
è che per l'architetto catalano non ci si dovrebbe limitare
alla Vecchia Darsena e dintorni : «Ma perché il porto
industriale non lo portate tutto a Vado e qui ci facciamo
una città più bella: di campanili come questi ce ne possono
stare molti. Guardate Barcellona, guardate il mondo».
Meglio, per ora, guardare quello che è in cantiere. «Tra due
anni e mezzo tutta questa zona sarà finita, non si vedranno
più i camion che vanno in banchina, la città sarà davvero
cambiata». Quanto al comparto Orsero, i primi alloggi
dovrebbero essere consegnati ai proprietari agli inizi del
prossimo luglio (prezzi da 3.500 a 7 mila euro al mq., già
due terzi venduti, ultimi quattro piani della torre per ora
non in vendita).
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