TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

UOMINI E BESTIE

8: Prospezioni dell’immaginario

L’odontotiranno 

In greco odontotýrannos compare nella recensio Byzantina poetica dello Pseudocallistene (vv. 4842 sqq.): 

Dentiranno [cfr. infra] colà siede, la fiera

cosí vasta che senza pena ingoia

un elefante poderoso tutt’intero;

4845   enormi draghi poi in quei luoghi,

lunghi settanta cubiti [ca 30 m], hanno dimora,

grossi da far tremare e inorridire,

narrano gloria e scienza del Creatore.

Ancor vi nascono scorpioni come un braccio,

4850   formiche in quella spopolata terra lunghe un palmo,

ond’è tremendo traversarla,

che atroci belve velenose vi s’affollano.

Vi nascono elefanti senza numero cosí,

che quasi a greggi vanno a pascolo.

4855   E ancora Dentiranno, che già dissi,

nei giorni della prova dei Bramini,

tutti e quaranta, si ritira per divino avviso,

e indenni essi trapassano il Gange. 

e sembra un coccodrillo dell’Indo (se ne trovano immagini sui sigilli di Mohenjo-daro e nelle tavolette di Harappa, ad es. Harappa Museum H95-2486) o del Gange (il gharial, Gavialis gangeticus Gmelin 1789; vive nei bacini fluviali dell’Indo in Pakistan, del Gange nell’India e nel Nepal, del Mahanadi in India, e del Brahmaputra nel Bangladesh in India e nel Bhutan: CITES Appendix I: si veda la terza scheda sui leoni); potrebbe anche essere il mugger o Crocodylus palustris). Nella versione armena è reso tout court con unicorno. Non ha forse torto lo Zacher, il quale pensa ad un prestito dal persiano kerkodon, paretimologicamente interpretato.

A partire da PseudoPalladio, De gentibus Indiae et brachmanis I 13-14:  

Questa è la norma di vita dei Bramini. Si dice che sia pericolosissimo attraversare il Gange a causa di un animale che si chiama odontotiranno: è di enormi dimensioni, vive una vita anfibia nel fiume ed è capace d’ingoiare un elefante tutt’intero in un boccone, ma nel periodo che i Bramini passano sull’altra riva per raggiungere le loro donne, in quei luoghi non se ne vede traccia. Nei fiumi di laggiú ci sono anche draghi giganteschi lunghi sin oltre trenta metri, ed io ho visto coi miei occhi una pelle larga sessanta centimetri. Le formiche in quella terra sono lunghe quasi dieci centimetri, gli scorpioni mezzo metro, onde è molto difficoltoso attraversare quei posti, ma non in tutto il paese si trovano fiere cosí mostruose o animali velenosi, bensí solo nelle zone desertiche. Ci sono pure molte mandrie d’elefanti, 

si pensò che per divina disposizione s’allontanasse dal Gange, che di solito infestava, quando i Bramini tragittavano il fiume a luglio e ad agosto al fine di raggiungere per quaranta giorni le loro donne, abitanti sulla sponda opposta, e renderle incinte di non piú di due figli.  

La notizia come sempre rimbalza poi per tutto il Medioevo da un autore all’altro. Ecco due esempi. Giorgio Monaco, Chronicon I 37: 

Questa è dunque la norma e la maniera di vita dei Bramini. Si racconta che sia pericolosissimo attraversare il fiume a causa di un animale che si chiama odontotiranno: è un anfibio di smisurate dimensioni che abita nel fiume ed è capace d’ingoiare un elefante tutt’intero a causa delle sua grandezza spropositata. Esso durante i quaranta giorni che quegli uomini passano sull’altra riva scompare per divina disposizione.  

Michele Glica, Annales 270: 

Dunque è pericoloso attraversare il fiume a causa dell’odontotiranno: è un animale anfibio grandissimo, tanto che inghiotte persino gli elefanti, se pur non aggredisce quegli uomini quando passano sull’altra riva.  

In it. il termine riemerge nei due allotropi, dotto e volgare, rispettivamente “odontotiranno” (o “dente tiranno”, oppure “odontatiranno, anche in tmesi) e “odottirante”, in particolare nei Nobili fatti di Alessandro Magno, un centone in volgare anonimo del XIV sec. edito nell’Ottocento da Giusto Grion, ove si legge la descrizione di una 

beschia molto piú forte che leofante, ed era somigliante al cavallo; c’avia il capo nero e nel mezzo della fronte avia 3 corna molto acute, 

che farebbe piuttosto pensare ad un rinoceronte. In fr. antico dentirant (dall’Epistula Alexandri ad Aristotelem), che potremmo rendere con “dentiranno”, come ho scelto di fare nella trad. del brano dallo PseudoCallistene poetico qui sopra. 

Girovagando per la Rete, m’è accaduto di scoprire un altro grado, che ignoravo, dell’evoluzione dei monstra, oltre quelli delineati nelle schede introduttive agli Uomini e bestie comparse nell’aprile del 2006 su questo sito: si tratta dell’uso odierno nel mondo del cinema e dei videogames, per es., rispettivamente, Star Wars, e Final Fantasy e Oddworld, ove compare un mostro marino chiamato Odontotyrannus. Minestrone antropologicamente interessante di culture allotrie, che mette assieme la tradizione antica raggiunta traverso chissà quali vie, la fantasy britannica tratta dal folclore celtico, i manga giapponesi e le idiosincrasie di Internet.

MISERRIMUS