Sinceramente penso che la mamma di Cogoleto, con tutto il suo immenso amore, abbia fatto molto male alla bimba.
MARIA

Margherita Pira

Maria: ecco la bimba bielorussa la cui storia ha attratto e monopolizzato l’interesse di tutti i mezzi di comunicazione di massa e del pubblico, con buona pace dei bambini che muoiono a centinaia nei conflitti mediorientali.

Sono in controtendenza. Non partecipo al sentimento delle tante persone che hanno manifestato solidarietà con i genitori che l’avevano nascosta e poi sdegno per l’epilogo che, comunque, anch’io speravo più dolce e meno precipitoso.

Sinceramente penso che la mamma di Cogoleto, con tutto il suo immenso amore, abbia fatto molto male alla bimba.

Io non ho il mito della maternità naturale, anzi credo che un bimbo adottato sia un vero figlio a tutti gli effetti come qualsiasi figlio generato fisicamente dalla coppia.

Io ho una figlia nata da me e le voglio bene in modo pieno e totale. So  con assoluta sicurezza che sarei in grado di dare la mia vita per il suo bene, ma so con altrettanta sicurezza che il mio amore non deriva da questo rapporto genetico. Sono le ansie, le tenerezze, le coccole dei primi mesi di vita. Sono le paure per le sue malattie, le tensioni condivise degli anni di scuola, i problemi –divenuti  anche miei – nella ricerca del lavoro. Sono tutte queste cose che l’hanno resa unica e insostituibile per me

Penso quindi che la signora di Cogoleto sia mamma a pieno titolo e, proprio per questo, a mio parere, non doveva creare una situazione ingestibile per la piccola Maria.

Quando al telegiornale sentivo le dichiarazioni strappalacrime della nonna non mi veniva voglia di piangere, ma, al contrario, avrei voluto porle delle domande.

Avrei voluto chiedere: “Vi siete resi conto di cosa avete fatto ?”

In realtà hanno portato la bimba in un ospizio di monaci i quali, giustamente, hanno aperto le porte come è prescritto dalla loro regola. Ma lì Maria era una  fuggitiva nascosta e ricercata e non poteva che vivere in una situazione anormale che non poteva finire in altro modo.

Probabilmente tutto ciò è sembrato assurdo ai genitori, ma era assolutamente prevedibile.

I rapporti internazionali sono delicati e non si può ledere la sovranità nazionale di uno Stato. Un comportamento diverso scatena delle reazione rigide e inflessibili.

E una bimba fragile? Una creatura tenera e indifesa non conta nulla contro questo elefantesco e insensibile mostro burocratico?

Si pensa: “Se mi ribello e faccio clamore, qualcosa può cambiare!”

E’ vero,  ma possiamo farlo solo a nostro esclusivo rischio e pericolo.

Gli eroi debbono essere soli

Chiunque ha diritto a fare il Don Chisciotte, ma a patto che non coinvolga nessun altro.

Qualsiasi persona può sfidare  i mulini a vento, ma non deve mettere un altro nel pericolo di essere disarcionato dalle pale.

Il problema di fondo però,  a mio parere, è un altro

Se torniamo al principio del “mi faccio giustizia da solo” incorriamo in un pericolo molto grave. Dal livello individuale a quello politico.

Seguendo questa linea si può giustificare tutto, addirittura le faide e la mafia..

 Non credo che la giusta reazione sia la passività, anzi credo il contrario; ma altrettanto credo che la giusta reazione debba seguire canali corretti.

Solo in casi estremi la rivolta estrema è giustificata. Non credo alla rivoluzione permanente né al demagogico disordine di piazza. 

La rivoluzione francese è stata un episodio epocale, ma le sue ripetizioni mi sono sempre sembrate squallide e improduttive.

Scrivendo, mi accorgo di assumere la posizione dell’onorevole Casini  che non è la mia linea, ma ho l’impressione che i sindaci in protesta per la finanziaria vadano in questa stessa direzione .

Tornando a Maria, spero veramente che la sua mamma di Cogoleto ottenga l’adozione internazionale e che la bimba possa presto essere nuovamente nell’accogliente cameretta allegra e piena di pupazzi amici, ma penso che il più grande atto d’amore per la signora sarebbe stato quello di non metterla a rischio di un epilogo – che regolarmente si è verificato – traumatizzante.

Auguri, Maria.

Margherita Pira