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Gli studenti del "Mazzini" gridano no allo smembramento
della propria scuola e sono sul piede di guerra: stamani gli
alunni dell'istituto professionale manifesteranno infatti
presso la sede della Provincia e chiederanno udienza al
presidente Marco Bertolotto e all'assessore competente Carla
Siri, pronti discutere sul nuovo piano di dimensionamento
delle scuole superiori della città che prevede appunto la
scomparsa dell'istituto, ora accorpato a Nautico ed
Artistico. Secondo indiscrezioni, però, questo punto del
progetto che ridisegnerà l'offerta scolastica savonese, è
stato al momento stralciato dal provvedimento. Dopo una
riunione di maggioranza svoltasi ieri, si è infatti deciso
di non portare in consiglio la delibera e rinviare la
pratica alla prossima settimana.
Più tempo per riflettere o solo un breve stop per calmare le
acque? «Speriamo sia la prima ipotesi - afferma Alfonso
Gargano, dirigente scolastico del "Martini-Mazzini-Pancaldo"?;
con i rappresentanti degli studenti, dei genitori e degli
insegnanti siamo disposti a trattare cercando una soluzione
condivisa, senza posizioni preconcette». Visto il segnale di
apertura di Palazzo Nervi è infatti possibile che la
manifestazione di oggi si trasformi in un incontro tra una
delegazione dell'istituto e la Provincia. «Vorremmo un
colloquio franco, magari con i media per spiegare
all'opinione pubblica cosa sta succedendo - prosegue il
preside -. Non vogliamo il "muro contro muro" con la
Provincia, ma chiediamo più tempo per ragionare vagliando
ipotesi come quella di riunificare Geometri e Ragioneria».
Il piano per le superiori infatti entrerebbe in vigore già a
partire dal prossimo anno scolastico e, in un complesso
gioco di incastri, sancirebbe la fine del "Mazzini" così
smembrato: l'indirizzo grafico-pubblicitario (ora in via
Aonzo) e i corsi per ottici e odontotecnici (via Oxilia)
assorbiti dall'istituto "Alberti-Da Vinci" in via alla
Rocca, mentre l'aziendale turistico (via Oxilia) dall'ITC "Boselli"
di via don Bosco. La sede di via Oxilia "liberata", sarebbe
quindi assegnata alle classi in esubero dei vicini licei
"Grassi" e "Della Rovere". «A livello di spazi si
sistemerebbe tutto - aggiunge Gargano - ma non si può
sacrificare una scuola come il Mazzini sull'altare della
logistica». «Siamo disposti allo spostamento in blocco -
conclude - ma non allo smembramento che distruggerebbe i
progetti in corso non garantendo alunni e famiglie».
Marco Gervino
27/09/2006
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