Ds, scissione dietro l'angolo IL SECOLOXIX
L'iniziativa politica di Ronzitti fa proseliti anche a Savona. Vallerino, Fornasari e Burzio i primi ad uscire allo scoperto
Il preavviso arriva da tre esponenti della sinistra interna. Lunardon: «Non mi preoccupo»
 
Ed ora è terremoto anche nei Ds di Savona. L'incendio appiccato da Mino Ronzitti, il presidente del consiglio regionale fuoriuscito dalla Quercia per non abbracciare la prospettiva del Partito democratico, ha propagato le sue fiamme sino a Savona.
Ieri, Pino Vallerino, segretario di una delle sezioni più forti del partito - il circolo Oltreletimbro di Savona città - Remo Fornasari, membro della segreteria dello stesso circolo, ed un uomo di lungo corso della sinistra savonese come Giovanni Burzio, sino a tre mesi fa presidente della III Circoscrizione (di cui è tuttora consigliere), hanno scritto a Ronzitti un telegramma di «comprensione e forte solidarietà». Non è ancora l'addio ai Ds, ma un preavviso di scissione certamente sì. I tre, ad ogni buon conto, sollecitano «un'ampia inziativa regionale» per discutere e confrontare il merito politico che sta dietro alla scelta di Ronzitti.
Sulla stessa strada si è messo l'intero "correntone" savonese, che venerdì si è riunito nei locali della Federazione in piazza Sisto. «Non lasciamo il partito, non subito. Restiamo a combattere dentro ai Ds, per ora - ha detto Franca Ferrando, assessore in Provincia e tra i principali esponenti della sinistra interna con l'ex senatore Giovanni Urbani - Ma non ci lasceremo logorare in attesa di un congresso continuamente procrastinato, se questa fosse l'intenzione». Franca Ferrando aggiunge: «La posizione politica di Ronzitti è condivisibile nei contenuti ed io, come altri, non ho alcuna intenzione di entrare nel Partito democratico. In questa prospettiva diventerebbe indispensabile lavorare per costruire una nuova aggregazione a sinistra. Sino a che ci sono margini, però, la battaglia si fa dentro al partito. E vediamo cosa accade». Quel che della posizione di Ronzitti non condivide, la Ferrando, sono i tempi: «Credo dettati dai problemi genovesi. Io non credo si debba uscire dal partito alla spicciolata e individualmente».
Alla riunione dell'altra sera, in ogni modo, hanno partecipato una trentina di iscritti, molti dei quali rappresentanto volti di primo piano del partito e delle amministrazioni locali: il vicesindaco di carcare Mattia Rossi, l'assessore savonese Lucia Bacciu, l'ex candidata alle Politiche e e dirigente della Provincia Anna Antolini, la dirigente Cgil Anna Traverso, l'assessore quilianese Walter Sparso, Danilo Pollero, del collegio regionale dei garanti del partito.
Il segretario Giovanni Lunardon fa mostra di calma olimpica. «La vicenda di Ronzitti a che a fare, secondo me, più con i problemi elettorali genovesi che non con il Partito democratico - dice - In ogni caso, noi andiamo avanti sulla strada tracciata da Fassino alla Festa dell'Unità di Pesaro. Sta per aprirsi una stagione di forte discussione e confronto dentro e fuori del partito». Il 2 ottobre Lunardon parteciperà ad una direzione regionale. Subito dopo, convocherà la direzione provinciale: «In quella sede formulerò alcune proposte. Sicuramente porrò come primo tema i gruppi unitari nei vari enti locali». Grandi fughe? «Non le temo. Non ho elementi per pensare a fuoriuscite di massa immediate».
Antonella Granero