Margonara, l'iter deve ripartire ma il clima ora è più disteso
il caso IL SECOLOXIX
 
Inutile negare che il protocollo d'intesa che lunedì verrà firmato avrà una valenza liberatoria per la Margonara, anche se le parole usate in merito sono stringate. Il protocollo dice infatti che Comune e Autorità Portuale riprenderanno il confronto sul tema «nel rispetto delle osservazioni formulate nel decreto di approvazione del Piano regolatore portuale», ma aggiunge «acquisendo gli elementi per una appropriata valutazione, con particolare attenzione agli aspetti di carattere economico, occupazionale, urbanistico ed ambientale». Certo è un orientamento che sembra ormai condiviso dall'intera maggioranza: l'iter dovrà ricominciare da capo. Nella scorsa amministrazione, il Comune approvò - con una serie di prescrizioni - un progetto che prevedeva borghi liguri. Ora tutta la costa è stata "ripulita" dal cemento, concentrato nel Faro di Fuksas. Si tratta di qualcosa di nuovo, ed un nuovo progetto dovrà essere presentato in Comune. Quando ci sarà, dovrà essere riesaminato da capo. Rifondazione ha detto sin dal principio il suo no netto, così come i Verdi. Più articolata la posizione del Comunisti italiani, comunque sostanzialmente contrari. Ma il clima complessivo sembra più disteso e favorevole. Ieri, l'ex assessore ds all'urbanistica (e attuale assessore al commercio) Franco Aglietto ha espresso posizioni in consonanza con il vicesindaco socialista Paolo Caviglia: «Non ci piacciono posizioni ideologiche - hanno scandito - su un tema come questo. Dobbiamo chiederci se il porto turistico della Margonara sia o meno un'occasione di sviluppo per la città. Se la risposta è positiva, allora, la domanda non è"se" farlo, ma "come" farlo. L'operazione portuale, di per sè, deve avere una propria sostenibilità economica. E credo la abbia. Poi discutiamo della Torre».


23/09/2006