|
Inutile negare che il protocollo d'intesa che lunedì verrà
firmato avrà una valenza liberatoria per la Margonara, anche
se le parole usate in merito sono stringate. Il protocollo
dice infatti che Comune e Autorità Portuale riprenderanno il
confronto sul tema «nel rispetto delle osservazioni
formulate nel decreto di approvazione del Piano regolatore
portuale», ma aggiunge «acquisendo gli elementi per una
appropriata valutazione, con particolare attenzione agli
aspetti di carattere economico, occupazionale, urbanistico
ed ambientale». Certo è un orientamento che sembra ormai
condiviso dall'intera maggioranza: l'iter dovrà ricominciare
da capo. Nella scorsa amministrazione, il Comune approvò -
con una serie di prescrizioni - un progetto che prevedeva
borghi liguri. Ora tutta la costa è stata "ripulita" dal
cemento, concentrato nel Faro di Fuksas. Si tratta di
qualcosa di nuovo, ed un nuovo progetto dovrà essere
presentato in Comune. Quando ci sarà, dovrà essere
riesaminato da capo. Rifondazione ha detto sin dal principio
il suo no netto, così come i Verdi. Più articolata la
posizione del Comunisti italiani, comunque sostanzialmente
contrari. Ma il clima complessivo sembra più disteso e
favorevole. Ieri, l'ex assessore ds all'urbanistica (e
attuale assessore al commercio) Franco Aglietto ha espresso
posizioni in consonanza con il vicesindaco socialista Paolo
Caviglia: «Non ci piacciono posizioni ideologiche - hanno
scandito - su un tema come questo. Dobbiamo chiederci se il
porto turistico della Margonara sia o meno un'occasione di
sviluppo per la città. Se la risposta è positiva, allora, la
domanda non è"se" farlo, ma "come" farlo. L'operazione
portuale, di per sè, deve avere una propria sostenibilità
economica. E credo la abbia. Poi discutiamo della Torre».
23/09/2006
|
|