L'altro volto della scuola savonese IL SECOLOXIX
Ricordi e aneddoti degli insegnanti a pochi giorni dall'inizio delle lezioni. Le scuse geniali per evitare la punizione
La nota scritta sul braccio dello studente senza diario, l'interrogazione al bar
 
Ma siamo davvero sicuri che la scuola italiana non valorizzi a dovere il genio dei suoi studenti? Se, in Europa, non brilliamo per assiduità agli studi, c'è un tasso di genialità che gli studenti manifestano in tante forme. Non sempre ortodosse. E che gli altri paesi sotto sotto ci invidiano. Un'inventiva che, con l'imminente inizio dell'anno scolastico, prenderà nuova linfa. Magari per dare vita ad un altro best seller. L'ultimo in ordine di tempo si chiama 'La classe fa la ola mentre spiego'. Il suo autore, John Beer ? pseudonimo di uno studente pescarese che ha fatto convogliare in un blog tutte le note sul registro più stravaganti d'Italia ?è uno dei tanti tasselli di un mosaico variopinto quanto esteso in ogni angolo dello Stivale. Savona inclusa.
«Ho in mente parecchie giustificazioni creative - racconta Gianfranco Calella, insegnante savonese di lettere nelle scuole medie -, Anche risalenti al periodo in cui ero studente. Un mio compagno di classe, ad esempio, in una partita di calcio in classe avvenuta durante la ricreazione, aveva letteralmente 'azzoppato' la bidella. Una volta al cospetto del preside, però, chiese indulgenza sulla base del fatto che si era trattato di un corretto intervento 'sul pallone'. Ineccepibile quindi a termini di regolamento calcistico».
"A me viene in mente un 'M. balla in classe' che ho trovato sul registro ?è invece la reminiscenza di Eugenio Parodi, prof di italiano e latino che, partito da Quiliano, ora insegna in Albania ?. L'aveva lasciata un mio collega di religione esasperato dall'atteggiamento di un alunno troppo vivace».
Che la genialità anachica degli alunni non abbia sempre adeguato riscontro nei prof o non venga da loro apprezzata è un mito da sfatare. Specie se, a presenza di spirito da parte dello studente, ne corrisponde una di identica forza del docente. Alla fine altrettanto apprezzata dalla classe stessa. Un esempio? Claudio Mistrangelo. Il tecnico della Rari di pallanuoto fino a qualche anno fa insegnava materie letterarie nelle scuole medie di Celle. Abituato a confrontarsi con i giganti della vasca (non sempre facili da trattare), non si è certo scomposto quando un suo allievo si è rifiutato di fornirgli diario e quaderno. La nota di demerito, comunque, è giunta a destinazione lo stesso.
«Gliel'ho scritta sull'avambraccio ? sorride Mistrangelo ? e ho preteso che, sempre lì, venisse firmata per il giorno successivo. Una decisione che dapprima ha sorpreso e poi divertito lo stesso alunno».
Un altro che, nella scuola, ha saputo mantenere uno 'spirito ragazzo' è Felice Rossello. Uno dei papà di 'Quelli che il calcio' è stato, fino al primo settembre del 2005, docente di lettere al liceo Calasanzio di Carcare.
«Con i ragazzi avevamo istituito un diario ed un premio (una specie di statua in legno bruttissima) per chi inventava la scusa migliore ? ricorda il professore ? Sono tanti comunque gli episodi belli. Come la volta in cui, con tutta la classe, andai ad interrogare al bar due studenti che volevano saltare la mie domande. Pensavano di farla franca: invece li avevo scorti dall'autobus».
Raffaele Di Noia