IL SECOLOXIX |
Un'interpellanza in consiglio comunale, una raccolta di
firme tra gli abitanti, e soprattutto un mare di proteste
che montano ogni giorno a margine del cratere dell'ex pista
di pattinaggio. Sul cantiere della piscina di corso Colombo
è scoppiato il finimondo. E il paradosso è che il fallimento
della Edilmar spa, le cui disavventure avevano provocato il
blocco dei lavori, invece che restituire fiducia hanno
gettato un'ombra di pessimismo su tutto l'intervento.
Non a caso ieri il consigliere comunale di Forza Italia
Fabio Orsi ha depositato un'interpellanza dai toni
allarmati. «Premesso che il tribunale ha dichiarato il
fallimento della società che ha in appalto i lavori, ad oggi
il cantiere è fermo e tutto lascia pensare a un'ennesima e
lunga sospensione - ha scritto - è superfluo ricordare i
ritardi ormai cronici di questo intervento così importante
per la città, così come ricordare i numerosi episodi di
lavori pubblici interrotti a metà a causa di problematiche
relative alle società o ai contratti stipulati dal Comune.
E' diventata una telenovela cui sindaco e assessore devono
mettere fine».
Ma la stoccata di Orsi non è isolata. Nella zona da giorni è
scattata una raccolta di firme da parte dei residenti
terrorizzati dall'idea di avere un nuovo mostro abbandonato.
«Qui c'è già il Sacro Cuore, abbiamo già dato»è il titolo
ironico, ma preoccupatissimo, della petizione, di cui due
sostenitori sono andati a comunicare l'avvio in Comune. E
anche il consigliere della Lega Nord Roberto Nicolick, ha
rincarato: «Dopo anni e quasi due mandati amministrativi
pieni di bugie e promesse non onorate, ecco la triste
verità: la piscina scoperta è diventata un altro scempio,
uno dei tanti monumenti al degrado, all'inerzia,
all'incapacità di fare opere pubbliche tranne le mega-opere
che odorano di speculazione privata».
«Il Comune sulla vicenda piscina non ha alcuna
responsabilità - replica l'assessore ai lavori pubblici
Livio Di Tullio - che la nostra volontà sia di far ripartire
il cantiere al più presto, è ovvio. Non è colpa nostra se la
ditta ha avuto i problemi che sappiamo. I tempi della
ripresa, a questo punto, li deciderà un giudice». A questo
proposito sono già iniziate le trattative. La speranza è che
la ditta savonese Freccero riesca ad ottenere dal tribunale
la facoltà di subentrare alla Edilmar nell'appalto di corso
Colombo. Se questa "staffetta" non andasse in porto, si
dovrebbe organizzare un nuovo appalto. Ed è questo il vero
rischio: altri ritardi e soldi gettati al vento.
Dario Freccero
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