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Il sindaco Federico Berruti non gradisce i consiglieri di
maggioranza dalla penna facile. Ha visto troppe
interpellanze, interrogazioni, mozioni e ordini del giorno,
nei primi consigli comunali. Tutti atti che,
inevitabilmente, finiscono per segnalare problemi reali
della città. Secondo il sindaco non è bello darli in pasto
all'opinione pubblica.
Berruti è per lavare i panni sporchi tra le mura di casa.
Niente "piazzate" in consiglio, please. Lo ha spiegato con
toni cortesi ai suoi assessori nel corso di una giunta,
pregandoli di invitare i i rispettivi consiglieri di
riferimento ad evitare tutto quello spreco di carta.
«Se c'è qualcosa che non va, discutiamone subito, ma nelle
sedi opportune». Sono state grosso modo queste le sue
parole. E i consiglieri di maggioranza, salvo qualche rara
eccezione, hanno ubbidito, anche se a malincuore. Perché
interpellanze e interrogazioni sono strumenti indispensabili
a un consigliere per rendere visibile agli elettori il
proprio impegno, la propria tempestività nell'affrontare i
problemi.
Per il momento non si segnalano, tuttavia, reazioni negative
all'iniziativa del sindaco. E anzi, l'ordine del giorno del
prossimo consiglio comunale conferma che il messaggio è
stato recepito.
Interrogazioni, interpellanze e quant'altro, sono
appannaggio dei consiglieri d'opposizione ai quali, per ora,
non è stata estesa la richiesta di non "disturbare" i lavori
dell'assemblea. E ieri pomeriggio, nel corso della riunione
di maggioranza, la richiesta di presentare all'esame del
consiglio una maggioranza sempre compatta e granitica è
stata ribadita. Si avvicinano scadenze importanti per la
coalizione di governo e prevenire le fughe in avanti è
sempre meglio che reprimerle.
B. L.
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