Vado. Una preoccupata fiducia. È il sentimento che il
progetto da 180 milioni di euro per realizzare uno scalo
multipurpose, che comprenderà il terminal container da oltre
200mila metri quadrati, il terminal rinfuse e lo scalo per i
prodotti petroliferi, suscita al sindaco di Vado, Carlo
Giacobbe.
«Abbiamo la consapevolezza dei grossi interessi in gioco e
della complessità dell'operazione - spiega Giacobbe -.
Apprezziamo l'iter scelto dell'Autorità portuale, con il
bando di concorso, ma il nostro timore è che possa prevalere
un approccio unilaterale che porterebbe una trasformazione
molto pesante, lasciando alle spalle le esigenze di
riequilibrio. Siamo anche di fronte ad un'occasione storica
per Vado, perché il concorso di progettazione dovrà
riqualificare tutta la fascia costiera, che può completare
il recupero della qualità urbana e dei servizi che Vado ha
avuto nell'ultimo decennio».
Maersk, Autorità portuale e Comune dovranno giocare una
partita delicata.
«Certo, ma i giocatori devono essere anche di più. Ci sono
almeno tre blocchi di protagonisti: Maersk, chi deve
assicurare il rispetto del tessuto ambientale ed economico
locale, il governo e chi gestisce le grandi infrastrutture
nazionali interessate. Inoltre anche la Regione avrà un
ruolo importante, sia come giocatore sia come arbitro. Le
difficoltà saranno soprattutto nel coordinamento tra i
giocatori e con Maersk che ci auguriamo si ponga come un
partner con cui potersi confrontare».
Avete già piazzato dei paletti?
«Come preliminare resta la questione del trasferimento del
carbone, per il quale deve essere stabilito al più presto il
calendario. Gli amministratori di Vado devono comunque
essere molto determinati nel pretendere garanzie per la
città. Ora valuteremo le idee per ridisegnare il waterfront,
una fascia di rispetto che consenta di non soffocare Vado e
Portovado e che dia nuovi spazi e servizi per gli abitanti.
Tutti interventi previsti nel Piano regolatore portuale.
Bisognerà considerare l'effettivo contributo allo sviluppo
qualitativo dell'economia locale e l'equilibrio tra porto,
territorio e comunità».
Un aspetto fondamentale sarà rivestito proprio dalla
progettazione del waterfront a terra. Ips ha già selezionato
dieci grandi studi di progettazione, che concorreranno al
bando.
Si tratta di gruppi che fanno capo agli architetti Luigi
Pellegrino (che collabora con studi in Portogallo), Josè
Maria Tomàs Llavador (di Valencia), Salvatore Dierna di
Roma, Pierluigi Cervellati di Bologna, Paolo Francesco
Cevini di Genova, alla Ove Arup & Partners International
Limited, alla Systematica Spa di Milano, alla Chapman Taylor
Architetti Srl di Milano, alla Dodi Moss Srl di Milano e
all'Agenzia di architettura "5+1" di Genova. Insomma: il
percorso è appena iniziato.
Giovanni Vaccaro
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