Vado detta le condizioni a Maersk: «Prima le garanzie ambientali»
Il sindaco Giacobbe si appresta ad affrontare la sfida dello scalo multiporpose di oltre 200 mila metri quadrati che cambierà volto alla costa IL SECOLOXIX
Vado. Una preoccupata fiducia. È il sentimento che il progetto da 180 milioni di euro per realizzare uno scalo multipurpose, che comprenderà il terminal container da oltre 200mila metri quadrati, il terminal rinfuse e lo scalo per i prodotti petroliferi, suscita al sindaco di Vado, Carlo Giacobbe.
«Abbiamo la consapevolezza dei grossi interessi in gioco e della complessità dell'operazione - spiega Giacobbe -. Apprezziamo l'iter scelto dell'Autorità portuale, con il bando di concorso, ma il nostro timore è che possa prevalere un approccio unilaterale che porterebbe una trasformazione molto pesante, lasciando alle spalle le esigenze di riequilibrio. Siamo anche di fronte ad un'occasione storica per Vado, perché il concorso di progettazione dovrà riqualificare tutta la fascia costiera, che può completare il recupero della qualità urbana e dei servizi che Vado ha avuto nell'ultimo decennio».
Maersk, Autorità portuale e Comune dovranno giocare una partita delicata.
«Certo, ma i giocatori devono essere anche di più. Ci sono almeno tre blocchi di protagonisti: Maersk, chi deve assicurare il rispetto del tessuto ambientale ed economico locale, il governo e chi gestisce le grandi infrastrutture nazionali interessate. Inoltre anche la Regione avrà un ruolo importante, sia come giocatore sia come arbitro. Le difficoltà saranno soprattutto nel coordinamento tra i giocatori e con Maersk che ci auguriamo si ponga come un partner con cui potersi confrontare».
Avete già piazzato dei paletti?
«Come preliminare resta la questione del trasferimento del carbone, per il quale deve essere stabilito al più presto il calendario. Gli amministratori di Vado devono comunque essere molto determinati nel pretendere garanzie per la città. Ora valuteremo le idee per ridisegnare il waterfront, una fascia di rispetto che consenta di non soffocare Vado e Portovado e che dia nuovi spazi e servizi per gli abitanti. Tutti interventi previsti nel Piano regolatore portuale. Bisognerà considerare l'effettivo contributo allo sviluppo qualitativo dell'economia locale e l'equilibrio tra porto, territorio e comunità».
Un aspetto fondamentale sarà rivestito proprio dalla progettazione del waterfront a terra. Ips ha già selezionato dieci grandi studi di progettazione, che concorreranno al bando.
Si tratta di gruppi che fanno capo agli architetti Luigi Pellegrino (che collabora con studi in Portogallo), Josè Maria Tomàs Llavador (di Valencia), Salvatore Dierna di Roma, Pierluigi Cervellati di Bologna, Paolo Francesco Cevini di Genova, alla Ove Arup & Partners International Limited, alla Systematica Spa di Milano, alla Chapman Taylor Architetti Srl di Milano, alla Dodi Moss Srl di Milano e all'Agenzia di architettura "5+1" di Genova. Insomma: il percorso è appena iniziato.
Giovanni Vaccaro