Maggioranza in tilt sulla bretella di via Stalingrado
Bocciato l'inno prima delle sedute: per un voto
IL SECOLOXIX
La bretella di parco Doria (via Stalingrado-bis) è passata con 22 voti a favore. Ma è stato il contrario di un successo: c'è mancato poco che la maggioranza si spaccasse nel consiglio comunale di ieri.
L'opposizione si è rifiutata di votare la pratica gridando allo scandalo: «Non si è mai visto approvare una variante di questa portata senza passare dalla commissione urbanistica» ha detto Luigi Bussalai (An) poi seguito da Fabio Orsi (Fi). Ma anche nella maggioranza la procedura non è piaciuta. E il consigliere di Rifondazione Sergio Lugaro nel suo intervento si è detto «in grande disagio» per l'atteggiamento della sua maggioranza. «Parlo a titolo personale - ha detto - da qui in avanti gradirei non essere più coinvolto dai consiglieri di maggioranza di altri partiti per cercare il mio voto».
Una stoccata molto dura all'indirizzo di Roberto De Cia (Ds), che in apertura di seduta aveva chiesto un stop di 15 minuti per consentire «a tutta la maggioranza» di decidere in separata sede (nella sala di giunta) l'atteggiamento da tenere di fronte al voto. «E' patetico che la maggioranza abbia bisogno di stoppare il consiglio per studiare una pratica che avrebbe dovuto esaminare nei giorni prima» ha accusato Alessandro Parino (An). Roberto De Cia si è difeso così: «E' nel diritto dei consiglieri chiedere uno stop del consiglio; non significa non aver studiato la pratica né indottrinare su come votarla». Nella maggioranza ha però rumoreggiato anche la Margherita. Il consigliere Giampiero Aschiero ha letto un lungo elenco di "prescrizioni" (modifiche alla nuova strada) che il partito ha chiesto di introdurre al progetto. «Noi votiamo sì, ma queste sono le nostre richieste» ha detto Giuseppe Casalinuovo.
E' quindi toccato al sindaco Federico Berruti, e poi al direttore generale Giovanni Ferro, spiegare perché il progetto non è stato portato in commissione. «Solo per un problema di tempi». E ancora Berruti: «Questa procedura d'urgenza era la migliore in una situazione sbagliata non per nostra volontà». Così Gibì Baiardo (gruppo Delfino): «Il titolo di questo consiglio è"Ferro rovente": dovevate guardare la faccia dell'ingegnere mentre la Margherita poneva le sue condizioni».
Infine il voto sulla proposta di Parino (An) di introdurre l'inno di Mameli: bocciata 17 a 16. Casalinuovo:â??«Perché allora non il Padre Nostro?».
Dario Freccero