Ferrania, la Cgil attacca il Governo «Basta finti incontri tecnici»
cairo IL SECOLOXIX
 
Cairo. «Ferrania deve essere considerata una questione politico-strategica dal Governo, con scelte nette per il futuro legato all'energia. La centrale deve essere legata al rilancio dell'azienda. Basta con i finti incontri tecnici come l'ultimo a Roma dei giorni scorsi». A battere i pugni sul tavolo è la Cgil, con Fulvio Berruti, neo segretario provinciale dei chimici della Filcem, che ieri pomeriggio è uscito allo scoperto, al termine di una riunione in fabbrica con i propri iscritti. Davanti all'assemblea ha posto una serie di questioni. La prima è il crollo del settore fotosensibile, «tutto da verificare». Secondo, l'auspicato coinvolgimento dei ministeri economici nell'accordo di programma per lo sviluppo industriale di Ferrania, «altrimenti gli accordi e i progetti di rilancio da parte pubblica sono un sostegno destinato a rimanere lettera morta». Terzo, da chi è da cosa sarà formato l'auspicato consorzio di imprese pronte ad essere insediate nelle aree Ferrania per quanto riguarda il comparto della ricerca tecnologica. «Lo sapevamo che non erano certo il futuro la pellicola e le lastre radiografiche- spiega Berruti- ma neppure gli esperti e gli addetti potevano prevedere il crollo verticale denunciato dall'azienda, ed è per questo che chiediamo ai vertici di Ferrania un attento monitoraggio, un controllo del settore che non può certo essere azzerato come si dice. Riteniamo che vi siano ancora delle fette di mercato, di produzione, per garantire almeno la copertura della fase transitoria». Infatti la Camera del Lavoro segnala la necessità di come far fronte al prossimo triennio: «I progetti futuri sono pronti a partire tra tre anni, e nel frattempo?"». Berruti infine tocca il tempo al Governo: "L'azienda ha rispettato i tempi per la presentazione dei progetti, il sindacato ha firmato l'accordo sulla cassintegrazione, adesso tocca al Governo. Per noi l'accordo di programma è la stella polare».
A. P.


05/08/2006