05 Agosto 2006 LA STAMPA

IL BILANCIO 2005 NELLE STATISTICHE ELABORATE DALLA CAMERA DI COMMERCIO INDUCE A UN CAUTO OTTIMISMO
L’ economia di Savona in ripresa
Sale il numero delle imprese e degli impieghi bancari
[FIRMA]Ivo Pastorino
SAVONA
Si limita al 17 per cento la percentuale dei residenti savonesi in Liguria. E’ poco più del 13 per cento quella degli spezzini e degli imperiesi. La parte del leone la fanno, ovviamente, i genovesi con il 55 per cento. Ma, a dispetto di questa bassa percentuale, in tutte le altre voci del quadro economico-sociale relativo al 2005 ed elaborato dalla Camera di Commercio, la provincia di Savona ha quasi sempre percentuali più alte rispetto alle altre province liguri.
In ogni caso «il 2005 è stato per la provincia di Savona un anno difficile», come non ha mancato di affermare Giancarlo Grasso, presidente della Camera di Commercio, nel presentare ieri mattina il volume «Economia savonese 2005», una raccolta di dati statistici che consente di costruire uno scenario di prospettiva, in quanto tale necessario al mondo delle imprese e agli stessi enti locali. Detto questo, il presidente Grasso ha subito dopo aperto alla speranza: «Il 2005 è stato un anno difficile, ma il contesto che si presenta a metà del 2006 induce a credere che il mo,ento peggiore sia alle spalle. Nella congiuntura savonese stiamo assistendo a un’inversione di tendenza, supportata da numerose aziende che negli ultimi tempi hanno investito nella qualità e da strategie di filiera che daranno frutti nel breve periodo». La conmferma arriva tra l’altro dagli impieghi bancari nei primi mesi di quest’anno: un 12,4 per cento in più rispetto al 6,7 della Liguria e all’8 per cento in campo nazionale. Insomma, meno soldi lasciati in banca e più investimenti.
Dicevamo del 17 per cento appena che la provincia di Savona rappresenta rispetto ai residenti in Liguria di tutte le altre province. In compenso il numero degli occupati è il 18 per cento del totale, le imprese attive il 20,3 per cento, l’artigianato il 20,5 per cento, l’agricoltura il 30,5 per cento, l’industria il 18 per cento, le costruzioni il 22 per cento, il terziario il 18,5 per cento, commercio e turismo il 19,4 per cento, infine il movimento turistico sale al 42 per cento a proposito delle presenze alberghiere. Insomma, pochi percentualmente i savonesi ma con risultati superiori agli altri liguri.
Il processo di recupero, per quanto riguarda il prodotto interno lordo, per il quale sono previsti incrementi pari all’1,4 per cento, si presenta non facile da raggiungere. «Da qui l’auspicio - ha sostenuto il presidente Grasso - che tra enti locali e sistema delle imprese si instauri quel giusto senso di coesione auspicato ormai da più parti». Grasso ha parlato a questo punto di «Sistema Savona», riferendosi alla necessità di aggregazione delle piccole aziende, che sono il 94 per cento del settore produttivo in generale. Si tratta di affrontare i problemi di un passaggio generazionale da ditte individuali a società di persone, all’internazionalizzazione delle imprese della provincia, visto che solo il 10 per cento è in grado di accedere al mercato globale, di favorire l’accesso al credito con fondi di garanzia. Non ultimo i costi energetici. E qui il presidente Grasso ha affrontato, in punta di piedi, il problema delle centrali, spiegando che non c’è solo il carbone, e che occorre «riflettere sui vantaggi che lo sviluppo della produzione energetica potrebbe consentire alle nostre imprese e ad altre potenzialmente insediabili». Ma ci sono sempre «vecchi nodi irrisolti» da affrontare, specie quelli che possono provocare una situazione di progressivo isolamento del Ponente ligure. Dagli ingorghi quotidiani sull’Aurelia e nei week-end sull’Autofiori, all’insufficienza dei servizi ferroviari. «Sin’ora sono state fatte solo parole - è stato detto alla Camera di Commercio - mentre occorrono grandi opere infrastrutturali, logistiche e di trasporto, la priorità delle priorità». Palazzo Lamba Doria insiste su un tema che da tempo è ai primi posti dei suoi programmi: un’autostrada tra Albenga e Alessandria, in grado in assicurare la percorribilità dei mezzi ogni giorno della settimana sull’Autofiori, interscambi veloci tra la Val Bornmida e il Nord Ovest e soluzioni di mobilità sulla costa in attesa dell’auspicata Aurelia Bis. Poi una ferrovia litoranea raddoppiata, nuove piattaforme portuali, un autoporto, l’aeroporto di Villanova d’Albenga da sviluppare.