19 Luglio 2006
LA STAMPA
I TAGLI RIGUARDANO PALAZZO
SANTA CHIARA (EX QUESTURA), LA STAZIONE FERROVIARIA E L’IPERCOOP IL
GABBIANO |
[FIRMA]Ivo Pastorino SAVONA Si annunciano tempi sempre più duri per gli utenti savonesi di Poste Italiane. Secondo quanto denunciano i sindacati di categoria, alcuni «sportelli» situati in punti strategici della città stanno infatti per essere definitivamente cancellati dalla mappa cittadina dei servizi pubblici. «La chiusura dell’ufficio postale di palazzo Santa Chiara, l’ex questura, è in ordine di tempo solo l’ultima delle iniziativa messe in atto da Poste Italiane spa sul territorio provinciale. Una chiusura che, visto pure il considerevole bacino d’utenza in termini di abitanti, pensionati, attività commerciali e professionali, nonchè l’area portuale in pieno sviluppo, non trova giustificazione alcuna e che, come era prevedibile, si sta ripercuotendo anche sui cittadini e sull’utenza». Le organizzazioni sindacali di categoria Slp-Cisl, Slc-Cgil e Uilpost di Savona ritengono «non affidabili le dichiarazioni aziendali circa la presunta temporaneità del provvedimento» e ribadiscono a Poste Italiane «la ferma richiesta per una tempestiva riapertuta dell’ufficio di palazzo Santa Chiara, anche in via temporanea, nell’attesa di una sistemazioine definitiva nella zona, così da limitare disagi per gli utenti ed a conferma del dichiarato interesse aziendale per il mantenimento nel tempo dell’ufficio stesso». Ma la situazione in città rischia di aggravarsi ulteriormente in quanto negli ambienti sindacali si ritiene che Poste Italiane non intenda più riaprire nemmeno lo «sportello» con sede nella stazione ferroviaria Mongrifone, attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione dell’intero stabile «viaggiatori» e «biglietteria» e che, per quanto riguarda l’Oltreletimbro, si appresti ad abbandonare persino lo sportello, che tanto successo ha ottenuto tra l’utenza, aperto nella galleria commerciale dell’Ipercoop il «Gabbiano». Questo perchè tale ufficio non «renderebbe» a sufficienza rispetto ai costi, considerato che non può svolgere servizi finanziari, come i libretti a risparmio, tenuto conto di un accordo con l’Ipercoop che dispone di un proprio sportello per la raccolta del risparmio. «Poste Italiane non perde occasione per rimarcare, a ogni livello - sostengono le organizzazioni sindacali - il proprio impegno volto a migliorare e aumentare i servizi offerti all’utenza: putroppo, in provincia di Savona, sta accadendo esattamente l’opposto». A fronte delle ripetute richieste sindacali per un adeguamento degli organici, necessario al mantenimento degli uffici esistenti in provinci ed all’espletamento quantitativo e qualitativo dei servizi, Poste Italiane spa risponde con dati che addirittura potrebbero prevedere eccedenze di personale» E i sindacati di categoria concludono: «Nel contempo, però, chiude gli uffici in città e riduce gli orari di apertura di quelli dislocati in provincia. «Una situazione paradossale - dicono Cisl, Cgil e Uil - che sta determinando forti ricadute sui lavoratori, sull’occupazione e parallelamente sulla reale qualità del servizio reso all’utenza, come dimostrano proteste e lamentele provenienti da enti locali, categorie economiche e semplici cittadini». Per tutte queste ragioni i sindacati intendono affrontare il problema attraverso l’apertura di un confronto con Poste Italiane che coinvolga anche le istituzioni dell’intera provincia. |