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All'ospedale San Paolo si muore di caldo. E' ovviamente solo
un modo di dire, che però fotografa la situazione nella
quale si trovano a vivere ogni giorno non solo centinaia di
pazienti ma anche il personale medico e infermieristico del
nosocomio savonese. E la stessa canicola insopportabile si
vive in tante altre strutture pubbliche: per esempio nella
sede della Provincia di Savona (palazzo Nervi, in via IV
Novembre), dove l'emergenza è tale che nel consiglio
provinciale di oggi ben due interpellanze riguarderanno
proprio la richiesta di installare un impianto di aria
condizionata. «Perché senza si muore», dicono un po' tutti.
Al San Paolo l'emergenza è anche peggiore perché il caldo si
somma ai problemi di chi è ricoverato. Una situazione di
estremo disagio che ha portato negli ultimi giorni tanti
parenti dei degenti a protestare con i responsabili dei vari
reparti di degenza e in alcuni casi addirittura con la
direzione sanitaria dell'ospedale.
«Sembra impossibile che nel 2006 esistano ancora ospedali
dove nella maggior parte delle stanze non c'è l'aria
condizionata. E' una vergogna», sostengono in coro un gruppo
di parenti di persone ricoverate in Valloria.
Una protesta che appare del tutto giustificata. In Valloria,
infatti, l'impianto di climatizzazione esiste solo nel
padiglione "Astengo", che è stato ristrutturato di recente,
e in alcuni reparti di terapia intensiva e semi-intensiva
quali la rianimazione, l'unità coronarica e le cure
semi-intensive di cardiologia. Oltre ovviamente al blocco
operatorio. In quasi tutti gli altri i pazienti sono
costretti a fare i conti, oltre che con i rispettivi
problemi di salute, anche col caldo torrido. Dal reparto di
medicina alla chirurgia, sino ad arrivare alla
traumatologia, è la stessa sofferenza.
«Mia madre ha quasi ottant'anni - sottolinea la signora Anna
- ed è ricoverata in chirurgia seconda da poco più di una
settimana. Ma nella sua stanza sembra di essere in un forno
crematorio, non certo in un ospedale moderno come dovrebbe
essere il San Paolo». «Mio marito - interviene Tiziana,
anche lei savonese - è ricoverato da ormai due settimane in
medicina. In condizioni a mio avviso inaccettabili a causa
del caldo e del tasso di umidità. Sinceramente credo che con
tutto quello che paghiamo per la sanità pubblica dovremmo
avere una struttura ospedaliera migliore».
Le proteste da parte dei parenti dei degenti sono arrivate,
come detto, sino alla direzione sanitaria dell'ospedale.
«Il problema esiste, inutile negarlo - spiega la dottoressa
Antonella Piazza, direttore sanitario del San Paolo - Posso
solo dire che proprio in questi giorni sono in corso una
serie di lavori che porteranno alla costruzione di una nuova
e più potente cabina edlettrica, in grado di assicurare la
potenza necessaria per climatizzare tutto l'ospedale. Per il
momento, però, stiamo cercado di ovviare ai problemi più
gravi con l'installazionedi pale a soffitto, perchè
riteniamo che i lavori per garantire l'impianto di
climatizzazione a tutto il San Paolo potranno esser ultimati
soltanto per l'estate del prossimo anno».
Ma come detto l'afa non risparmia altre strutture pubbliche.
Nella sede della Provincia, per esempio, la mancanza della
climatizzazione è una carenza storica che ogni estate
ripropone sudore e polemiche. «Nel consiglio provinciale di
giovedì (oggi, ndr) ho presentato un'interpellanza e un
ordine del giorno per chiedere una volta per tutte un
intervento - spiega Livio Bracco, capogruppo di Forza Italia
- è una vergogna che si spendano tanti soldi inutilmente e
poi si costringano decine di dipendenti, e tantissimi
frequentatori quotidiani di palazzo Nervi, a sopportare ore
di lavoro a 28, 29 e qualche volta persino 30 gradi di
media».
Gianluigi Cancelli
Dario Freccero
20/07/2006
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