TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

25 LUGLIO ’43. L’ombrellaio Fiammèri

Il nonno arrivava dal lavoro con passo lento,quando ormai la calura del Chianti lasciava spazio a un’aria più fresca e ritornavano i colori,il marrone bruciato alla terra e il verde ad alberi e piante. Noi ragazzi lo aspettavamo per bagnare giardino ed orto e si questionava chi e per quanto dovesse reggere e guidare il getto che ristorava,acquietava la terra e profumava l’aria di un sapore come riposato e promesso.

Le donne avevano appena riposto,dalla strada inghiaiata,le sedie basse su cui, finita la sferza del sole, si erano sedute a lavorare di cucito e a chiacchierare vivacemente con le vicine e dalla grande cucina veniva l’odore forte della "panzanella" e del popone tolto dal fresco del pozzo ed affettato.

Finito di bagnare,era bello sostare sul terrazzo,con davanti la collina ampia e lenta coi grandi pini e la villa cinquecentesca.Il nonno ci permetteva di cogliere,una per uno,certe pesche chiare e partitoie da un albero dove,credo,le contasse e che avevano un sapore,forse d’infanzia, mai più ritrovato.

Ed anche quella sera si era andati a letto presto;noi prima dei grandi,per i quali la giornata faticosa cominciava e finiva assai presto. Ricordo che,forse perché erano sparite dai negozi,Euro ed io non avevamo mutande e le nostre mamme ci avevano cucito in fondo alla canottiera dei bottoncini automatici apri e chiudi da schiacciare e sollevare.

Ballavamo sui letti;forse facevamo a cuscinate, quando, non saprei dire da dove, dal buio ormai fresco e odoroso,una voce aveva urlato:"E’ caduto Mussolini! E’ caduto il fascismo!"

Si erano riaccese di colpo le luci nella grande cucina e la nonna aveva detto:

"E’ il Fiammeri! E’ ubriaco!" Ma si era accesa la radio e una voce stranamente neutra e solenne,che mi ha accompagnato per tutta la vita (ho saputo poi che l’annunciatore si chiamava Arista) ripeteva di continuo che il re aveva accettato le dimissioni di Mussolini ed incaricato Badoglio per la formazione di un nuovo governo.

Si accesero tante luci,nelle case e parve che il paese respirasse come la terra al refrigerio della sera. Vennero subito gli zii (uno sarebbe stato,poi, confinato in Campania;l’altro rinchiuso nel carcere di Castelfranco Emilia soltanto perché la sua radio aveva le valvole calde nell’ora delle trasmissioni di Radio Londra e tanto era bastato;l’altro sarà poi capo partigiano nel senese e sindaco della Liberazione) e scoppiò una strana gioia,quasi sorpresa,resa strana dalla notte e dal chiamarsi a voce di casa in casa ("Avete sentito?.."E’ finita la guerra!")

E l’ombrellaio Fiammeri gridava la sua gioia. Antifascista dichiarato e coraggioso,sempre sottoposto ai soprusi,alle botte,all’olio di ricino,gridava a tutto il paese la "sua" vittoria,il suo essere uomo.Di colpo si poteva parlare, si poteva gridare! Doveva aver dato la stura ad un fiasco, il Fiammeri ed il suo "E’ cascato Mussolini!" rotolava dappertutto,nelle viuzze scure e fitte di gente alla finestra e fuor dell’uscio,si liberava,finalmente,sotto il cielo stellato e saliva fino nel misterioso,arcano buio delle chiome degli alberi della Piazza Nova.

I "grandi" gioivano,ma trattenuti non so se da sorpresa o da paura.Ascoltavano di continuo la radio ripetere lo stesso "bollettino" e,ancora a voce bassa, facevano i primi stupiti commenti: "Ed ora?"

Solo l’ombrellaio Fiammeri annunciava alla voce,a tutto il paese,un evento che aveva atteso vent’anni,che gli era costato continue bastonature di tracotanti adesso intanati come lombrichi,scioccati dalla sorte del "capo". Gridava la sua gioia,il suo grande respirare finalmente,anche se,forse,le costole gli facevano ancora male per l’ultima bastonatura. Non si era mai arreso. Aveva avuto ragione. Pareva che con lui respirassero meglio anche gli uomini di casa e la nonna aveva smesso subito di dire,impaurita :"Sarà briaco!"

Anche noi ragazzini scatenammo la festa. Non capivamo perché,ma era l’occasione per fare a cuscinate e rincorrerci per la casa ad ora un cui sempre era valsa la consegna di dormire.Ma ora il paese s’era tutto illuminato;si sentivano dovunque voci d’ombra parlare e parlare. "Sua Maestà il Re Imperatore….."

Credo che un fiasco venisse aperto anche a casa nostra e che un bicchiere toccasse anche all’ombrellaio Fiammeri quando il suo passo risuonò sulla ghiaia di strada.

Poi,alla luce della lampada a saliscendi abbassata fino a lasciare i visi in penombra,agli uomini che si facevano ottimisti replicò il nonno: "Ragazzi,non vi illudete! Comincia il peggio! I tedeschi ci occuperanno perché questi a Roma non combineranno nulla di buono e gli alleati hanno da pensare alla guerra su tanti fronti e non vorranno certo rischiare troppo per un’Italia "nemica".

Gli uomini gli diedero sulla voce: "O babbo…ma che vi mettete a dire!" Come aveva ragione!

Di sicuro,l’ombrellaio Fiammeri s’addormentò da qualche parte nella fresca notte tra il 25 luglio (festa dei santi Giacomo ed Anna,protettori della mia contrada,la Torre!) ed il 26. Anche gli uomini come lui hanno fatto i miei ricordi e i valori coraggiosi dell’impegno civile. Buon 25 luglio,ombrellaio Fiammmeri. Se ti ricordo,in qualche modo ci sei.

Sergio Giuliani