«Della situazione del Letimbro non sapevo nulla. E'
certamente molto grave e va affrontata subito senza perdere
altro tempo. Mi sono fatto spiegare dai tecnici la
situazione e prenderò al più presto contatti con la Regione
per chiedere un incontro. E' chiaro che senza l'aiuto della
Regione, e magari anche del Ministero, come Comune potremo
fare molto poco per risolvere l'emergenza».
Ieri mattina il caso dell'olio minerale "pcb" che l'Arpal ha
scoperto in tre diversi punti del greto del Letimbro ha
tenuto banco prima della giunta comunale. E' stato
l'assessore ai lavori pubblici Livio Di Tullio a relazione i
colleghi su quanto riferito dagli uffici comunali che hanno
tenuto finora i contatti con l'Arpal. Gli ha detto che
questo olio minerale, che spaventa in quanto cancerogeno, è
stato probabilmente versato nel greto nell'epoca in cui
funzionavano le industrie savonesi e si è andato a
depositare sotto terra, ad alcuni metri di profondità, in
concentrazioni allarmanti ma con una disposizione ancora
incerta (lungo tuto l'alveo? Solo in alcuni punti precisi?).
E' stato scoperto solo adesso per caso: nei mesi scorsi
doveva partire uno scavo sul Letimbro e così sono state
chieste all'Arpal analisi sul materiale che hanno
evidenziato il pcb.
Da allora la macchina dell'emergenza si è comunque messa in
moto. Il dirigente capo dei lavori pubblici, Luciano
Campagnolo, ha già assegnato un incarico ad un geologo che
sta facendo uno studio approfondito su tutto il greto per
capire in che quantità, e dove, è presente questo "pcb". E
contestualmente è stato preso contatto con gli uffici
regionali competenti per anticipare il problema e rinviare
l'incontro organizzativo sul da farsi al momento in cui le
analisi chiariranno l'entità dell'inquinamento.
«A quel punto, non appena avremo un quadro chiaro, ci
dovremo dare da fare per cercare le risorse per intervenire
- spiega l'assessore Costantino - dobbiamo lavorare sulla
Regione ma anche su Roma perchè senza un aiuto economico la
bonifica del greto, quale che sia la dimensione dell'area da
bonificare, non potremo farla in nessun modo».
«La speranza è che la concentrazione massiccia di pcb che l'Arpal
ha trovato sia isolata in pochi punti - spiegano in Comune -
se dovessimo trovarne tracce diffuse in tutto l'alveo
l'intervento di smaltimento diverrebbe costosissimo: di
milioni e milioni di euro».
Il tempo stringe anche perché, in attesa di risolvere
l'emergenza, il Letimbro resterà completamente tabù per ogni
tipo di intervento, lavoro, scavo. Non si potrà fare nulla e
un appalto è già stato cancellato per mancanza dei requisiti
di sicurezza. «Per fortuna il problema dell'olio non
riguarda i cantieri sui ponti per allargare l'argine -
concludono in Comune - Quello di corso Mazzini è appena
partito e potrà proseguire regolarmente. Ma certo senza
risolvere prima il problema inquinamento ogni emergenza sul
Letimbro ci metterà in grave crisi. Per questo dobbiamo fare
prestissimo».
Dario Freccero
19/07/2006
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