Centrale a Ferrania i partiti in coro: «Prima il piano industriale»
Ordine del giorno bipartisan in Provincia
IL SECOLOXIX
Cairo. Nessuna valutazione, nessuna presa in considerazione di una centrale a carbone (800 megawatt) o a metano (600 megawatt) sulle aree di Ferrania, se prima non viene presentato un piano industriale globale, per uno sviluppo complessivo dello stabilimento di pellicole.
È la posizione politica emersa in Provincia, condivisa da destra a sinistra, da An a Rifondazione, da tutti i gruppi consiliari presenti in assemblea, uniti per la prima volta sulla questione Ferrania. L'obiettivo è fare pressing sulla proprietà di Ferrania (gruppo Fitra, portavoce Giovanni Gambardella) in vista della presentazione del piano industriale prevista per il prossimo fine settimana, stando alle scadenze degli accordi di programma sulla Valbormida sottoscritti circa un anno fa.
«La proprietà di Ferrania ha presentato prima il progetto di centrale, nero su bianco, e poi eventualmente il piano industriale complessivo, ancora da vedere. È un'impostazione da ribaltare, per quanto ci riguarda. La priorità non è la centrale, invece è stata la prima prospettiva delineata, su cui focalizzare l'attenzione da parte dei proponenti» spiega il valbormidese Franco Delfino (Ds), presidente del consiglio provinciale.
Delfino è l'autore dell'ordine del giorno, approvato all'unanimità dai capigruppo in vista del 14 luglio, «quando dovrebbe scadere il termine per presentare il piano industriale». Delfino chiarisce lo spirito dell'iniziativa bipartisan, che coinvolge perl la prima volta anche Rifondazione Comunista, sempre critica sugli accordi per il dopo-Ferrania siglati dalle istituzioni.
«Non prenderemo in considerazione nemmeno la possibilità di valutare un progetto, un'idea di centrale sulle aree Ferrania, se prima la proprietà non tirerà fuori le carte per un progetto complessivo, indicando i vari settori da potenziare, da sviluppare, su cui puntare e investire per il futuro». Questa la posizione delle forze politiche.
Nel documento sottoscritto nei giorni scorsi oltre da Rifondazione, anche da Ds, Margherita, Sdi, Pdci, Fi, An, Lega Nord e gruppo Bellasio, si ribadisce come «alla credibilità del piano d'impresa si subordina la disponibilità degli enti locali savonesi a valutare lo studio di fattibilità dei prospettati impianti per la produzione di energia». E si impegna la giunta provinciale a «garantire al personale in cassaintegrazione il massimo sostegno da parte delle istituzioni per accompagnarne i percorsi di formazione, riqualificazione e reinserimento professionale».
Alberto Parodi


07/07/2006