TRUCIOLI SAVONESI
spazio
di riflessione per Savona e dintorni
LE ATTUALI MALATTIE PROFESSIONALI
di Aldo Pastore
Si è aperto l’ 11 giugno, a Milano, il Congresso Mondiale di Medicina del Lavoro; è stata un’ eccezionale occasione di incontro e confronto per oltre tremila specialisti provenienti da un centinaio di Paesi, dal Nord come dal Sud del Globo.
In questa occasione, il Presidente Vito Foà ha testualmente dichiarato:
“Le problematiche sono molto diverse a seconda che si tratti di Nazioni industrializzate o di Nazioni in via di sviluppo.
Mentre le prime stanno concentrando l’ attenzione sulle nuove tecnologie e sui rischi inediti che il loro utilizzo comporta, le seconde devono affrontare malattie che in Occidente sono state sconfitte da tempo: patologie polmonari, silicosi, intossicazioni da mercurio.
E questo senza considerare le problematiche legate allo sfruttamento del lavoro minorile e femminile: nei Paesi in via di sviluppo il lavoro accorcia ancora la vita.”
Nel prosieguo del suo discorso, Vito Foà ha ancora evidenziato la necessità di conferire alla Prevenzione ed alla Cura delle Patologie del Lavoro una dimensione globale, affermando esplicitamente:
“Gli sforzi della Medicina del Lavoro debbono avere dimensione internazionale, pur consci che ogni battaglia va combattuta con conoscenze e con mezzi applicabili in sede locale, e senza dimenticare l’essenziale sforzo politico e sociale che, in tal senso, spetta ai Governi.”
Nel condividere pienamente il pensiero di Vito Foà, mi limito ad esprimere alcune brevi e sintetiche considerazioni sulla situazione nazionale e locale:
Con il trascorrere del tempo, cambiano le modalità di produzione e relative tecniche; di conseguenza, cambiano le malattie collegate al lavoro umano.
Nei miei cinquant’anni di attività professionale, ho visto, con il Professor Francesco Molfino, le malattie barotraumatiche ( o malattie da cassoni pneumatici) in molti lavoratori addetti alla costruzione dell’aeroporto di Genova Cornigliano, ho visto drammatici casi si saturnismo( intossicazione cronica da piombo) , tutte le forme possibili di silicosi polmonare ( dalla microndulare alla confluente sino alle associazioni con carcinoma polmonare) e, soprattutto, sono stato testimone diretto del dramma di molti operai e tecnici dell’ ACNA di Cengio, deceduti per Neoplasie Vescicali, derivate dall’ esposizione alle Ammine Aromatiche ( Beta – naftilammina, in particolare); mi auguro , in armonia con le previsioni della Società Italiana di Medicina del Lavoro, che queste terribili patologie non abbiano più a verificarsi o tendano, per lo meno, a ridursi numericamente, proprio perché sono ampiamente modificate le tecniche lavorative.
Ma, desidero, nel contempo, segnalare che sono ancora presenti gravi forme di Asbestosi e, soprattutto, numerosi casi di Mesotelioma Pleurico ( da esposizione all’amianto) ed altre neoplasie Polmonari collegate alla convivenza con polveri e fumi particolarmente nocivi; non posso dimenticare, al riguardo, la strage dei 662 operai, deceduti a causa delle patologie collegate all’amianto ( Asbestosi, Mesotelioma Pleurico e Peritoneale, Tumori Polmonari), contratte durante le lavorazioni effettuate presso lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato;
In Italia, ogni anno, si verificano circa 1200 infortuni lavorativi mortali: una media elevata, che riguarda, in particolare, i settori dell’edilizia, dell’agricoltura e dei trasporti.
Nel contesto, merita una particolare citazione la situazione esistente in Provincia di Savona: nei settori Industria, servizi e agricoltura gli infortuni, nel 2002, sono stati 6571 ( 5410 nel comparto industria e servizi; 713 in quello edile; 295 in quello agricolo; 133 in altri settori);
Le attuali modalità di lavoro influiscono, in modo generale, su tutto lo stato di salute del lavoratore, incidendo sulla percentuale di rischio delle comuni patologie riguardanti gli apparati cardio-vascolare, digerente, motorio, psicologico ed immunitario.
Infatti, in Italia, il 70% della forza occupazionale lavora ormai nei servizi, il che sposta l’attenzione dalle intossicazioni nelle fabbriche alla qualità dell’aria negli uffici, ai disturbi muscolo-scheletrici, dovuti a posizioni scorrette, allo stress psicologico, derivante dalle violenze esterne o interne all’ufficio.
E’ emerso, cioè, un contesto lavorativo ed ambientale di tipo nuovo:
- grandi locali, con presenza di partnership internazionali;
- radicali trasformazioni agli orari di lavoro, con frequenti eliminazioni dei turni;
- rapporto intenso e continuato con le macchine ed il computer;
- scarsa mobilità del corpo, attraverso il quasi costante obbligo alla posizione seduta;
- continuo stato di tensione psicologica ed emotiva.
Nascono da questa oggettiva situazione ambientale, tutta una serie di patologie o di disturbi, che condizionano la vita fisica e mentale dell’ individuo, alterano i suoi rapporti sociali e familiari, incidono sul modo di intendere i valori culturali ed etici della società.
Così, passiamo dalle sindromi depressivo - ansiose agli stati ipertensivi, dalle turbe della digestione ai disturbi muscolari alle braccia, al collo ed al dorso; altrettanto esteso è il campo d’azione delle allergie, a causa delle molte e nuove sostanze chimiche con le quali il lavoratore entra in contatto, soprattutto nei settori agricolo, sanitario, alimentare.
A tutto quanto sopra descritto, aggiungiamo il fatto che quando il lavoratore esce, finalmente, all’aperto non trova certamente condizioni ambientali ideali; ma di tutto questo parleremo nel prossimo articolo.
Oggi, mi limito ad aggiungere che l’obiettivo della Medicina del Lavoro attuale e del futuro deve essere la promozione del complessivo stato di salute individuale e collettivo; ma questo obiettivo coincide con il concetto di Prevenzione; a sua volta, Prevenzione, sul piano economico, significa Risparmio e non già maggiore spesa.
23 giugno 2006 ALDO PASTORE