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Da ieri Giovanni "Nanni" Ferro è il nuovo direttore generale
del Comune di Savona. Ingegnere, presidente dell'Ips,
docente alla facoltà di Ingegneria dell'Università di
Genova, ha 52 anni, è coniugato senza figli. E' stato scelto
dalla giunta Berruti che ieri lo ha nominato
all'unanimità"city manager" di Palazzo Sisto. E la
prospettiva a breve è di affidargli anche la presidenza
della società Ata al posto del suo collega Gianfranco
Gaiotti dimissionario. Un cumulo di cariche che tuttavia non
prevede che una sorta di rimborso spese come compenso:
tremila euro per il 2006 visto che siamo a luglio, e 16 mila
euro l'anno per i successivi tre anni.
Lo slogan di ieri del sindaco Federico Berruti è eloquente:
«Meno costi per il bilancio e un direttore generale in più».
Ma non crede di aver creato una sorta di super-sindaco? «No
- risponde Berruti -. I cittadini sono insoddisfatti
dell'organizzazione della macchina comunale. Manca una
figura di coordinamento, un'alta direzione e una traduzione
in lavoro amministrativo dei programmi politici. Questo
dovrà fare l'ingegner Ferro. Da lui non mi aspetto né
miracoli, né risultati veloci. Ma il suo è un lavoro
prezioso che va iniziato subito e con impegno. Cominciamo a
rafforzare la "macchina", poi vedremo».
Si. Ma tra breve discuterete anche della presidenza dell'Ata.
E la strada diventerà in salita.
«La nostra linea è chiara. Avviare la concertazione con il
Comune di Vado per la presidenza dell'Ata, per la gestione
integrata del ciclo dei rifiuti, riflettere sulla chiusura
di Cima Montà prevista per il 2007 e iniziare un discorso di
alleanze con altri Comuni. L'ingegner Ferro sarà chiamato a
dare risposte precise a tutte queste esigenze».
Ingegner Ferro, come mai ha accettato un duplice incarico
così complesso con una retribuzione così ridotta? «Per la
fiducia che ho nel sindaco Berruti il quale, secondo me,
rappresenta una opportunità per la città. E, con o senza
soldi, ritengo che se uno è convinto di ciò, debba dargli
una mano per quanto possibile per il bene della
collettività».
Berruti dice che la politica deve scegliere, i dirigenti
eseguire, ed è ancora la politica a controllare che tutto
sia andato per il meglio. «E' quello che penso anch'io -
risponde Ferro -: gli orientamenti generali spettano
all'amministrazione, mentre ai tecnici tocca la corretta
attuazione del programma che debbono comunque garantire. E'
l'unico modo per fare funzionare le cose».
Parliamo anche del suo futuro incarico al vertice dell'Ata.
Sa che l'aspetta un'azienda un po' troppo piena di sé?
«Partiamo da un problema concreto: la pulizia della città.
Io ritengo che per molti versi Savona sia ormai arrivata a
una vera e propria emergenza. In generale potremmo dire che
si tratta di una questione da affrontare decisamente e con
rigore. E ora rispondo alla domanda: qualunque siano i
problemi sul tappeto, io ritengo che sia assolutamente
necessario rimettersi sempre e comunque in discussione nel
proprio lavoro. E anche avere come parametro il giudizio
della città. Non la singola protesta o la sporadica buona
segnalazione sul servizio, ma la somma delle reazioni che
suscitiamo con il nostro lavoro quotidiano. Per risolvere le
grandi questioni come la discarica, fino allo spazzamento e
al lavaggio delle strade».
Angelo Verrando
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