Quaderni di Storia    versione stampabile

SOCIETA' OPERAIA CATTOLICA N.S. DI MISERICORDIA
(prima parte)

Giordano Siccardi

PRESENTAZIONE

Questi quaderni della Società Operaia Cattolica "N.S. di Misericordia" di Savona non possono che essere accolti con un augurio entusiasta, perché davvero potrebbero costituire l'inizio di un sistematico scavo storico sul  Movimento Cattolico a Savona. Non molto in questo senso si è fatto.
Manca a Savona un vero centro, atto a raccogliere quella documentazione di fine Ottocento ed inizio Novecento ancora oggi in gran parte dispersa.
La Società Operaia Cattolica, che come scopo precipuo ha quello di
mantenere vivo il richiamo al pensiero sociale cristiano, costituisce di diritto la sede più appropriata per custodire la documentazione del Movimento Cattolico savonese, quale testimonianza di quel meraviglioso risveglio di energie, capace di adeguarsi al progresso della storia, in una perenne fedeltà alla Chiesa. L'iniziativa dei Quaderni di Storia è quindi in netta consonanza con gli ideali fondanti della Società Operaia.
Sac. Giovanni Farris

Riordinando la cospicua mole di verbali, conti, lettere che sono presenti  nell'ufficio della direzione, in biblioteca, in archivio... persino nella cassaforte della Società Operaia Cattolica N.S.di Misericordia, sono venuti alla luce, quasi a richiederci una giusta considerazione e catalogazione, molti documenti di grande valore che offrono allo studioso ma anche all'appassionato, al socio, al cittadino di Savona, spunti di grande interesse.
Con il Consiglio Direttivo, ho deciso di affidare ad alcuni studenti del liceo scientifico" Orazio Grassi" di Savona, con un progetto di attività estiva di alternanza scuola-lavoro, il riordino e la catalogazione e a un giovane studioso di storia l'analisi di questi documenti. Questo è un primo quaderno
di storia della nostra prestigiosa e gloriosa Società: lo presentiamo ai Soci perchè conoscano sempre meglio le radici della nostra realtà associativa, agli amici che vogliono avvicinarsi alla nostre iniziative, ai Savonesi tutti, specialmente i giovani, desiderosi di conoscere un po' del passato anche per vivere con maggiore consapevolezza il presente.

Prof. Enzo Sabatini
(Presidente Società Operaia Cattolica N.S. di Misericordia)  

INTRODUZIONE

Quando la scorsa estate mi è stato proposto di effettuare  uno studio sulla Società Operaia Cattolica N. S. di Misericordia, mi sono accinto con entusiasmo a svolgere il compito assegnatomi, effettuando subito un sopralluogo nell'archivio storico.
Grande è stata la mia sorpresa quando mi sono reso conto
della grande mole e ricchezza dei documenti qui contenuti e anche delle enormi possibilità di studio che essi offrivano.
È stata necessaria, quindi, una scelta limitando l'analisi dei documenti al primo Statuto, ai verbali delle Assemblee dei soci e
dei Consigli direttivi a partire dalla fondazione della Società.

Il presente lavoro rappresenta il resoconto delle notizie raccolte e il
tentativo di ricostruire, sulla base dei documenti considerati, la nascita della Società nel contesto storico italiano e savonese della fine del 1800.

Alcuni di questi documenti sono riportati integralmente nell'appendice.

Naturalmente solo una minima parte dei documenti disponibili
è stata utilizzata; è auspicabile che gradualmente tutti vengano studiati e siano occasione di altri lavori.

Colgo qui l'occasione per ringraziare il prof. Enzo Sabatini, presidente della Società, per la fiducia accordatami, le studentesse del Liceo Scientifico "O. Grassi" Rossella Di Legami e Elena Nicora
che mi hanno aiutato nell'analisi dei documenti per la pazienza, la precisione, la voglia di imparare dimostrate e mia madre,
Rosanna Lavagna, per i suoi consigli di insegnante di storia.
Giordano Siccardi

 

LO SVILUPPO ECONOMICO DELL'ITALIA POST-UNITARIA

Il grande decollo industriale dell'Italia ebbe inizio negli ultimi anni del 1800, ma già a partire dagli anni 70 si possono riscontra­re nell'economia italiana novità ed elementi di evoluzione come la nascita di alcuni complessi industriali e lo sviluppo della rete stradale e ferroviaria. Tale processo si concentrò essenzialmente al Nord, in particolare in Piemonte, Lombardia e Liguria (il co­siddetto triangolo industriale) che già godevano di un'agricoltura più progredita e dei vantaggi della vicinanza con paesi europei già industrializzati. Le tre città capoluogo, Milano, Torino, Genova, acquisirono, così, la fisionomia di moderni centri urbani in grado di fare da punto di riferimento e di base per l'industrializzazione delle rispettive zone.

LA QUESTIONE  SOCIALE

La nascita dell'industria ebbe come conseguenza il sorgere di una questione sociale di tipo operaio che venne ad affiancarsi a quella contadina legata alle condizioni di estrema arretratezza dell'agri­coltura italiana. Rispetto ai paesi europei più sviluppati, l'Italia scontava una situazione di pesante arretratezza economica e so­ciale ed il proletariato industriale era perciò molto esiguo, mentre l'agricoltura e la manifattura artigiana continuavano a rappresen­tare le attività produttive di gran lunga dominanti. Lo sviluppo industriale si basava sulle teorie del liberismo eco­nomico legate ad un accentuato individualismo che perseguiva esclusivamente l'interesse del singolo; obiettivo fondamentale divenne il profitto e la logica conseguenza fu lo sfruttamento indi­scriminato e incontrollato dei lavoratori.

Le condizioni di vita delle masse popolari erano misere e precarie: orari di lavoro massacranti che raggiungevano le 14/17 ore gior­naliere, mansioni spesso ridotte alla ripetizione meccanica di un singolo gesto, atmosfera malsana, impiego di donne e di ragazzi anche al di sotto dei sei anni, salari di pura sussistenza, totale mancanza di assistenza per malattia e vecchiaia. Le famiglie vive­vano in abitazioni con condizioni igienico-sanitarie assai precarie, le malattie erano molto diffuse con un'alta mortalità infantile; inoltre la percentuale di analfabetismo era elevatissima. Questa situazione portò il mondo operaio a prendere coscienza dei propri problemi e a coalizzarsi nelle prime forme associative che furono le società di mutuo soccorso sorte per prestare aiuto ai soci in caso di infortuni sul lavoro o di malattie.

LA CHIESA DI FRONTE ALLA QUESTIONE SOCIALE

I cattolici presero coscienza della questione sociale con un certo ritardo; ci fu una lenta maturazione da una concezione caritativo-assistenziale ad un'azione propriamente sociale, dapprima con un forte accento paternalistico, poi, gradualmente con il riconosci­mento e la difesa dei diritti dei lavoratori.

Questo cammino si accompagnò ad un'intensa attività teoretica con lo scopo di ricercare soluzioni che, conformi alla dottrina cri­stiana e al magistero della Chiesa, potessero risolvere i problemi sociali nati dalla rivoluzione industriale.

Nel 1891, intervenne lo stesso pontefice Leone XIII con l'enciclica Rerum Novarum nella quale, manifestando preoccupazione per la minaccia sovversiva del socialismo e mantenendone ferma la condanna già pronunciata da Pio IX, tuttavia viene denunciata la misera condizione dei lavoratori e affrontata la questione sociale in termini non di lotta di classe, bensì di interclassismo. I cattolici vengono invitati a farsi carico dei problemi sociali conseguenti alla rivoluzione industriale; in particolare, poi, sono citate le so­cietà di mutuo soccorso come mezzo per migliorare le condizioni dei lavoratori con l'auspicio che il loro numero e la loro opera vengano incrementati.

"Finalmente nello scioglimento della questione operaia possono contribuire molto i capitalisti e gli operai medesimi, con istituzioni ordinate a porgere opportuni soccorsi ai bisognosi e ad avvicinare e unire le due classi tra loro. Tali sono le società di mutuo soccor­so... Vediamo con piacere formarsi ovunque associazioni siffatte, ... ed è desiderabile che crescano di numero e di operosità" ( Leone XIII Rerum Novaro in  S.  Calissano " L' operaio ligure" e la FOLC tra impegno sociale e memoria 1884-2004 Ge 2004 )

SAVONA NELLA SECONDA META' DEL XIX SECOLO

La Liguria, in particolare dopo l'apertura dei trafori del Frejus e del Gottardo e dopo il taglio dell'istmo di Suez, venne a trovarsi in una posizione privilegiata, centro dei traffici per le industrie del Nord. In tale contesto, Savona divenne il secondo centro industriale ligure; infatti con la fondazione, nel 1861, dello stabilimento Tardy e Benech, prese avvio lo sviluppo della grande industria savonese; la fabbrica, che occupava più di 700 addetti, ebbe rapida fortuna, divenendo uno dei più importanti complessi metallurgici italiani e favorì il sorgere di numerose attività collaterali con conseguente vasto impiego di manodopera.

Negli stessi anni presero vita e conobbero notevole sviluppo altri stabilimenti con produzioni in vari settori: cantieri navali, ferra­menta, refrattari, biacche, pipe, maioliche artistiche, stoviglie, laterizi, vele, ancore, cordami, alimentari, cererie, saponifici, vetrerie, cartiere, concerie.

Anche il traffico portuale conobbe un notevole incremento legato alla produzione industriale; infatti venivano esportati, soprattutto verso l'America, vari prodotti, soprattutto stoviglie, laterizi, paste alimentari. Dall'Inghilterra arrivavano carbone fossile, che inizia­va a sostituire la legna come combustibile, e ferro. Era attivo anche il traffico passeggeri con il Sud America soprattutto con Buenos Aires e Montevideo.

L'aumento dei traffici rese necessario l'ampliamento del porto che iniziò negli anni '70.

Nel 1874 fu inaugurata la tratta ferroviaria Torino - Savona; ne derivò un ulteriore aumento dei traffici portuali e, quindi, una crescita dell'occupazione. Lo sviluppo industriale fu accompagnato da un boom demografico che portò la popolazione quasi a raddoppiare tra l'inizio degli anni '70 e la fine del secolo.

Anche nel Savonese, nonostante l'incremento economico, il livello di vita delle classi lavoratrici era molto basso; inoltre la miseria era accompagnata da un elevato tasso di analfabetismo che, nel 1871, riguardava più della metà della popolazione savonese. Fin dal 1853, una parte della borghesia liberale favorì la costitu­zione di associazioni con lo scopo di ottenere un miglioramento materiale e morale delle classi popolari.

Tra il 1880 e il 1890, si cominciò ad assistere a tentativi di organiz­zazione: gli operai iniziarono a prendere coscienza della propria difficile situazione nell'ambito del lavoro e della società. Nel novembre 1883, uscì il settimanale "L'Operaio", un giornale di denuncia dei problemi dei lavoratori dell'industria. Negli stessi anni cominciarono a sorgere le prime società di Mutuo Soccorso.

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