GIOVEDÌ, 22 GIUGNO 2006 La Repubblica |
Pagina VII - Genova |
L´ex governatore: "È meglio che non parli di ruberie". La replica: "Ha la coscienza sporca" |
Sanità, duello rusticano in Regione |
Biasotti attacca Burlando e in aula finisce a insulti |
Da Gustavino siluro a Villa Scassi: "Troppe volte ha chiuso il pronto soccorso" |
Toni accesissimi, interviene anche Ronzitti "Ora basta risse" |
AVA ZUNINO |
La sanità trasforma il consiglio regionale in un´arena, con lo scontro frontale tra il presidente Claudio Burlando e il suo predecessore Sandro Biasotti, il quale è entrato in collisione anche con il presidente del consiglio Mino Ronzitti che lo ha richiamato all´ordine. Il capogruppo di Forza Italia Luigi Morgillo, essendo spezzino oltre che ex assessore della giunta Biasotti, si è sentito toccato sul vivo dalle accuse di Burlando sulle vicende sanitarie nella sua Provincia, e ha chiesto la nomina di un giurì che accerti come sono andate le cose per i finanziamenti al nuovo ospedale di La Spezia, per il contratto global service e per il centro unico di sterilizzazione dei ferri chirurgici: «Metto a disposizione il mio mandato di consigliere regionale - ha detto - se ha ragione il presidente Burlando, mi dimetto. Se ho ragione io, però, si dimettono il direttore generale e l´assessore alla sanità, Claudio Montaldo». Arrivano anche proposte concrete. Claudio Gustavino, capogruppo della Margherita, chiede all´opposizione se sia disposta a condividere alcune idee: «Come la sigla di accordi di programma con i comuni, per cambiare la destinazione d´uso di siti ospedalieri attuali cosicché, dentro ad una programmazione, si possano immaginare accordi con le imprese interessate a fare abitazioni o altro nei siti ospedalieri da dismettere, in cambio della costruzione dei nuovi ospedali». Sostenendo la necessità di finanziare l´emergenza (riabilitazione, residenzialità per anziani) lasciando indietro gli ospedali, Gustavino scarica una palla di cannone contro l´azienda ospedaliera Villa Scassi di Sampierdarena: «Credo che il nostro sistema ospedaliero possa tollerare una difficoltà di finanziamento: a Genova c´è un ospedale con un pronto soccorso che recentemente è stato chiuso, nel tentativo di dimostrare che ha pochi posti letto e deve averne di più. Gli altri ospedali hanno assorbito le emergenze di quelle notti; se fossi un marziano direi che abbiamo un pronto soccorso di troppo, ma voglio solo dire che gli ospedali hanno delle capacità di compensazione». L´assessore alle Risorse finanziarie, G. B. Pittaluga, e l´assessore alla sanità, Claudio Montaldo, ripercorrono numeri e vicende di un deficit annunciato. L´aula si incendia quando Sandro Biasotti prende la parola. Da quel momento si accavallano urla e ragionamenti. Biasotti guarda Burlando e dice: «Parlo piano così riesci a seguirmi, perché quando si parla di imbrogli e ruberie, come hai fatto tu, bisogna avere delle documentazioni». Burlando: «Tu offendi». Biasotti: «Tu hai parlato di imbroglio, hai detto che ho nascosto il disavanzo del 2004 e per un amministratore è infamante». Burlando protesta e Ronzitti comincia ad alterarsi: «Biasotti basta, non offenda». Biasotti riprende a parlare. Ne ha per tutti. Definisce Fabio Broglia «masochista», per le sue aperture alla collaborazione con il centrosinistra. «Mi aspettavo le scuse di Burlando - dice - che ha parlato di ruberie nella sanità ed ho capito che si riferiva a me; nel resoconto della seduta c´è che lei ha detto "ruberie anche non di rilevanza penale". Lei è il campione delle accuse penali, l´hanno assolta ma le hanno detto che è un coglione». L´aula esplode, urlano i consiglieri di maggioranza, Ronzitti è paonazzo, Burlando urla «non accetto lezioni di morale da lei». Ronzitti apostrofa Biasotti: «Non offenda». Biasotti lo guarda: «Non offendo, poi anche con lei faremo i conti». Ronzitti: «Non le conviene, troverà pane per i suoi denti». Poi, l´atmosfera si placa. Burlando nella sua replica rilancia l´invito all´opposizione («quella che ha mostrato atteggiamenti disponibili al dialogo»): «di condividere tre approcci e cercare di metterci a lavorare: uno è che i conti della sanità ligure sono fuori linea, il secondo è che non se ne può uscire solo aumentando i finanziamenti ma occorre una razionalizzazione, e il terzo è la qualità del servizio perché se negli ultimi 5 anni è cresciuto il numero dei liguri che vanno a farsi curare altrove, qualcosa è successo». |