Centrale i due piani  IL SECOLOXIX
ferrania
 
Cairo. Se ne è parlato tanto, per mesi, tra polemiche e accuse tra proprietà, ambientalisti ed enti locali. Ma adesso il progetto di centrale termoelettrica sulle aree di Ferrania diventa concreto. Due gruppi da 400 megawatt, per complessivi 800, in caso di alimentazione a ciclo combinato a gas metano. Oppure un impianto di 660 megawatt se si sceglie l'opzione a carbone. Ci sono già i primi dati, nero su bianco, su cui discutere, visto che nei giorni scorsi, allo scadere dei tempi previsti dall'accordo di programma sottoscritto con le istituzioni, l'amministratore delegato del gruppo Fitra (Ferrania), Giovanni Gambardella, ha presentato in Regione lo studio di fattibilità sulla centrale.
«Più avanti faremo un comunicato in cui ufficializzeremo tutti i nostri progetti» si è limitato a dire lo stesso Gambardella. Una sorta di progetto preliminare, una "comparazione" tra le due ipotesi di centrale, a carbone come preferito dall'azienda, oppure a metano, il male minore, auspicato dagli enti locali. I dettagli del progetto consegnato all'ufficio delle attività produttive della Regione, e poi smistato al settore Ambiente, sono ancora avvolti dal riserbo, tanto che in Comune a Cairo gli amministratori ne sono all'oscuro. Ma una prima reazione, di stupore, è arrivata dagli uffici della Regione, dove l'assessore regionale Franco Zunino (ambiente) nel confermare la presentazione dello studio nota come la "taglia" della centrale a carbone «sia di 660 megawatt, potenza che mi sembra superiore a quanto si era pensato in un primo momento», e fa riferimento ai generici 400 inseriti negli accordi con gli enti locali. Per il resto non si sbilancia: «È ancora troppo presto fare commenti, bisogna vedere il progetto, siamo soltanto ad una prima presa d'atto».
Intanto dalla Regione fanno sapere che la valutazione d'impatto ambietale (Via) sarà a livello nazionale, e quindi ministeriale. Invece il consigliere dei Verdi Carlo Vasconi rinnova il monito: «In Valbormida la centrale non la vuole nessuno, continueremo ad opporci al carbone che è l'opzione privilegiata dal gruppo Gambardella».
Alberto Parodi

20/06/2006